Vita di città
Baratto amministrativo, dibattito sul come e il quando
Due commissioni consiliari e tre assessori in riunione per definire i criteri
Trani - giovedì 29 ottobre 2015
8.53
Si è riunita nella mattinata di ieri, in Comune, la task force incaricata di approfondire la tematica del "baratto amministrativo", il nuovo sistema previsto dal decreto Sblocca Italia che consente al cittadino non in grado di pagare le tasse (come Imu e Tasi) di saldare i propri debiti con la città magari curando le aree verdi.
A intervenire, due commissioni consiliari (la terza e la quinta) e gli assessori alle Finanze, ai Servizi Sociali e alle Politiche Sociali. Pur progredendo con i lavori, un dibattito all'interno è stato stimolato da due punti cruciali, riguardanti il come (gli ambiti di intervento di questi "barattatori") e il quando (cosa e quando poter pagare lavorando: tasse nuove o vecchi debiti con l'amministrazione?). A creare incertezza sulla normativa sono le varie pronunce sull'argomento. In realtà, pare tutto abbastanza chiaro, allo stato attuale delle cose.
A regolare la materia è la legge 164/14, che ha corretto la precedente 133/14, che dice testualmente: «I Comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L'esenzione è concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attività individuate dai comuni, in ragione dell'esercizio sussidiario dell'attività posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute».
Inoltre, una nota di approfondimento Anci-Ifel, apparsa sei giorni fa, chiarisce come tale strumento possa essere utilizzato dai cittadini, soprattutto se in situazioni problematiche dal punto di vista economico e sociale, anche per sistemare i propri conti in sospeso con il Comune. Il documento esplicita che, «con riferimento alla possibilità di prevedere riduzioni od esenzioni relative a debiti pregressi del contribuente, appare ammissibile estendere il riferimento al "periodo limitato e definito" delle agevolazioni, al fine di comprendere la compensazione di debiti tributari pregressi attraverso gli interventi previsti dalla norma, con particolare riguardo a situazioni di disagio economico-sociale. Tale estensione terrà comunque fermi i criteri di determinatezza e controllabilità dei benefici concessi a fronte dell'intervento attivato».
Resta da definire, a livello cittadino, verso quale tipi di intervento indirizzare questa modalità di compensazione. Opportunamente, l'amministrazione potrebbe optare per indirizzare questi interventi verso servizi non coperti, quantomeno in maniera continuativa, da Palazzo di città, onde evitare di intralciare quei servizi fissi (dalla discussa pulizia dei bagni pubblici alla cura del verde, sino alla custodia di proprietà comunali come Villa Bini) che già svolgono funzione di "ammortizzatore sociale" nel territorio tranese. Da chiarire anche le modalità d'accesso: probabile che siano proprio una o più "comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute", preesistenti o da realizzare ex-novo, a gestire a livello organizzativo il tutto, lasciando al Comune solo la funzione di controllo.
A intervenire, due commissioni consiliari (la terza e la quinta) e gli assessori alle Finanze, ai Servizi Sociali e alle Politiche Sociali. Pur progredendo con i lavori, un dibattito all'interno è stato stimolato da due punti cruciali, riguardanti il come (gli ambiti di intervento di questi "barattatori") e il quando (cosa e quando poter pagare lavorando: tasse nuove o vecchi debiti con l'amministrazione?). A creare incertezza sulla normativa sono le varie pronunce sull'argomento. In realtà, pare tutto abbastanza chiaro, allo stato attuale delle cose.
A regolare la materia è la legge 164/14, che ha corretto la precedente 133/14, che dice testualmente: «I Comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L'esenzione è concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attività individuate dai comuni, in ragione dell'esercizio sussidiario dell'attività posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute».
Inoltre, una nota di approfondimento Anci-Ifel, apparsa sei giorni fa, chiarisce come tale strumento possa essere utilizzato dai cittadini, soprattutto se in situazioni problematiche dal punto di vista economico e sociale, anche per sistemare i propri conti in sospeso con il Comune. Il documento esplicita che, «con riferimento alla possibilità di prevedere riduzioni od esenzioni relative a debiti pregressi del contribuente, appare ammissibile estendere il riferimento al "periodo limitato e definito" delle agevolazioni, al fine di comprendere la compensazione di debiti tributari pregressi attraverso gli interventi previsti dalla norma, con particolare riguardo a situazioni di disagio economico-sociale. Tale estensione terrà comunque fermi i criteri di determinatezza e controllabilità dei benefici concessi a fronte dell'intervento attivato».
Resta da definire, a livello cittadino, verso quale tipi di intervento indirizzare questa modalità di compensazione. Opportunamente, l'amministrazione potrebbe optare per indirizzare questi interventi verso servizi non coperti, quantomeno in maniera continuativa, da Palazzo di città, onde evitare di intralciare quei servizi fissi (dalla discussa pulizia dei bagni pubblici alla cura del verde, sino alla custodia di proprietà comunali come Villa Bini) che già svolgono funzione di "ammortizzatore sociale" nel territorio tranese. Da chiarire anche le modalità d'accesso: probabile che siano proprio una o più "comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute", preesistenti o da realizzare ex-novo, a gestire a livello organizzativo il tutto, lasciando al Comune solo la funzione di controllo.