Territorio
Bat, una provincia depredata da una criminalità sempre più dilagante
Una lunga nota alla stampa del Procuratore della Repubblica Nitti riguardo la grave situazione della nostra provincia
Trani - venerdì 16 aprile 2021
17.44
Un vero e proprio dossier, dettagliato e circostanziato, con dati e classifiche nelle cui posizioni quali forse non ci rendiamo neanche bene conto di trovarci, come se alla criminalità diffusa ci stessimo drammaticamente abituando.
Il procuratore della Repubblica Renato Nitti ha inviato una nota alle testate giornalistiche in cui denuncia con profonda amarezza lo stato in cui versa una provincia che figura come tale nelle mappe della geografia politica ma, diversamente dalle altre, non ha una Questura nè comandi provinciali della Guardia di Finanza o dei carabinieri, come fosse nata mùtila di organi essenziali.
Inoltre non solo la magistratura locale ha vissuto scandali nella magistratura con garnde eco nazionale, ma anche servizi di polizia giudiziaria del territorio soffrono di una intrinseca debolezza derivante dalla insufficienza delle risorse di cui dispongono rispetto alla realtà criminale da fronteggiare. Questa debolezza delle istituzioni non passa inosservata, ma è percepita dalla criminalità, da quella organizzata a quella di vicinato.
La Provincia Bat è in assoluto la prima tra centosette province (comprese Bari e Napoli) italiane per furti di auto, e cioè nella classifica che mette in correlazione le denunzie per furti di auto al numero di abitanti.
La Provincia Bat è tra le prime dieci su centosette province per quanto riguarda le rapine in abitazione: si tratta forse del reato predatorio che più di ogni altro alimenta nel cittadino la percezione della insicurezza e della vulnerabilità. La Bat detiene questo triste primato nella Regione Puglia.
E' tra le prime dieci su centosette per quanto riguarda le estorsioni.
Per gli omicidi volontari consumati è al terzo posto su centosette, mentre per i tentati omicidi sembra attestarsi al quarto posto.
La Bat si colloca comunque sempre nella prima parte della triste graduatoria anche per le altre forme di furti, il riciclaggio e il reimpiego di danaro, gli incendi e lo spaccio di stupefacenti, per non parlare di portavalori, tir, camion inghiottiti dalla azione militare e repentina di autentici commando criminali.
Dalle indagini della DIA di Bari emergono in Bat mafie autoctone e limitrofe che convivono con significative colonie di criminalità straniera, in particolare albanese, e tassi di criminalità predatoria pressoché sconosciuti in larga parte dello Stato.
"Le mafie che operano nella Bat - scrive Nitti - sono mafie predatorie", ossia mafie che non esercitano il dominio sul territorio, ma che lo spogliano, lo depredano, aprendolo persino alle scorrerie di clan storici ed egemoni in altre province e regioni.
Innumerevoli episodi criminali del passato testimoniano la presenza nel territorio di calabresi, campani, foggiani, baresi accanto ai criminali canosini, andriesi, tranesi, barlettani, uniti nel commettere reati a danno dello stesso territorio.
I numerosi episodi di "attentati" anche mediante ordigni esplosivi contro obiettivi delle Forze dell'Ordine, che hanno riguardato in tempi e luoghi diversi del circondario esponenti e strutture dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e, in generale, rappresentanti delle Istituzioni, la dicono lunga sulla considerazione che la criminalità nutre verso le istituzioni.
"Perché un individuo considera plausibile iniziative clamorose come appunto gli attentati che dovrebbe esporli a prevedibili reazioni dello Stato? Si chiede infine Nitti. E l'amara spiegazione - conclude - sta nella scarsa considerazione della capacita di reazione delle istituzioni che alimenta un diffuso senso di impunita. Ciascuno di questi episodi a sua volta, poi, produce un impatto devastante sulla fiducia nelle Istituzioni e finisce per incentivare e moltiplicare comportamenti analoghi".
Sono considerazioni gravi di cui le autorità centrali dello stato dovrebbero tener conto e anche in fretta, prima che sia troppo tardi e il rischio che questa diventi - forse eccessivo dirlo ma i dati raccolti fanno davvero paura - "terra di nessuno" ma purtroppo con campo libero per le mafie.
Il procuratore della Repubblica Renato Nitti ha inviato una nota alle testate giornalistiche in cui denuncia con profonda amarezza lo stato in cui versa una provincia che figura come tale nelle mappe della geografia politica ma, diversamente dalle altre, non ha una Questura nè comandi provinciali della Guardia di Finanza o dei carabinieri, come fosse nata mùtila di organi essenziali.
Inoltre non solo la magistratura locale ha vissuto scandali nella magistratura con garnde eco nazionale, ma anche servizi di polizia giudiziaria del territorio soffrono di una intrinseca debolezza derivante dalla insufficienza delle risorse di cui dispongono rispetto alla realtà criminale da fronteggiare. Questa debolezza delle istituzioni non passa inosservata, ma è percepita dalla criminalità, da quella organizzata a quella di vicinato.
La Provincia Bat è in assoluto la prima tra centosette province (comprese Bari e Napoli) italiane per furti di auto, e cioè nella classifica che mette in correlazione le denunzie per furti di auto al numero di abitanti.
La Provincia Bat è tra le prime dieci su centosette province per quanto riguarda le rapine in abitazione: si tratta forse del reato predatorio che più di ogni altro alimenta nel cittadino la percezione della insicurezza e della vulnerabilità. La Bat detiene questo triste primato nella Regione Puglia.
E' tra le prime dieci su centosette per quanto riguarda le estorsioni.
Per gli omicidi volontari consumati è al terzo posto su centosette, mentre per i tentati omicidi sembra attestarsi al quarto posto.
La Bat si colloca comunque sempre nella prima parte della triste graduatoria anche per le altre forme di furti, il riciclaggio e il reimpiego di danaro, gli incendi e lo spaccio di stupefacenti, per non parlare di portavalori, tir, camion inghiottiti dalla azione militare e repentina di autentici commando criminali.
Dalle indagini della DIA di Bari emergono in Bat mafie autoctone e limitrofe che convivono con significative colonie di criminalità straniera, in particolare albanese, e tassi di criminalità predatoria pressoché sconosciuti in larga parte dello Stato.
"Le mafie che operano nella Bat - scrive Nitti - sono mafie predatorie", ossia mafie che non esercitano il dominio sul territorio, ma che lo spogliano, lo depredano, aprendolo persino alle scorrerie di clan storici ed egemoni in altre province e regioni.
Innumerevoli episodi criminali del passato testimoniano la presenza nel territorio di calabresi, campani, foggiani, baresi accanto ai criminali canosini, andriesi, tranesi, barlettani, uniti nel commettere reati a danno dello stesso territorio.
I numerosi episodi di "attentati" anche mediante ordigni esplosivi contro obiettivi delle Forze dell'Ordine, che hanno riguardato in tempi e luoghi diversi del circondario esponenti e strutture dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e, in generale, rappresentanti delle Istituzioni, la dicono lunga sulla considerazione che la criminalità nutre verso le istituzioni.
"Perché un individuo considera plausibile iniziative clamorose come appunto gli attentati che dovrebbe esporli a prevedibili reazioni dello Stato? Si chiede infine Nitti. E l'amara spiegazione - conclude - sta nella scarsa considerazione della capacita di reazione delle istituzioni che alimenta un diffuso senso di impunita. Ciascuno di questi episodi a sua volta, poi, produce un impatto devastante sulla fiducia nelle Istituzioni e finisce per incentivare e moltiplicare comportamenti analoghi".
Sono considerazioni gravi di cui le autorità centrali dello stato dovrebbero tener conto e anche in fretta, prima che sia troppo tardi e il rischio che questa diventi - forse eccessivo dirlo ma i dati raccolti fanno davvero paura - "terra di nessuno" ma purtroppo con campo libero per le mafie.