Vita di città
"Se vogliamo amarci dobbiamo sfidarci": Beppe Faconda e la sua seconda maratona a New York
La scelta di correre per migliorare le proprie capacità di concentrazione, disciplina, focalizzazione degli obiettivi
Trani - lunedì 11 novembre 2024
07.30
Non è stato semplicemente un numero tra ottantamila, Beppe Faconda, ma soprattutto una tra le innumerevoli ispirazioni, motivazioni, dediche o progetti che sono dietro la Maratona di New York, lui che ha chiesto per la seconda volta a questa esperienza straordinaria un rinnovato stimolo al miglioramento del proprio modo di essere, del proprio stile di vita, della propria mente ma anche del proprio cuore. Il dottor Faconda, infatti, è CEO di una storica scuola di estetica nella Città ed è impegnato da qualche tempo in un percorso di "mental coach" che lo certificherà IN PLN - Programmazione Neuro Linguistica - a Dubai nel dicembre 2025.
"La mia prima maratona, per la quale mi cominciai ad allenare in pieno periodo covid, fu una prova obbligatoria in questo percorso, uno strumento contro la procrastinazione cui siamo sempre più abituati, rinviando i nostri impegni, prendendoci delle pause comode, "scrollando" sullo smartphone senza renderci conto di quanto ci sappia ipnotizzare, non rendendoci conto che che la nostra risorsa più preziosa sia il tempo e la concentrazione che dedichiamo alle nostre attività". La PLN, divulgata da Anthony Robbins, fu infatti ideata da Richard Bundler, un matematico il quale non fece altro che studiare le vite di persone di successo rilevando che il loro talento era coltivato con una vita fatta di regolarità, dedizione, autodisciplina, sacrifici: e ne concluse che lo schema nel raggiungimento degli obiettivi del business era il medesimo schema che anima una maratona.
Beppe Faconda, nonostante problemi importanti al ginocchio, aveva deciso di provarci, con allenamenti quotidiani all'alba, con qualunque condizione atmosferica, facendosi chiamare "pazzo" o "folle" da amici che lo vedevano sostituire il sonno, anche nelle rigide giornate invernali, alla corsa: "Alla fine é tutto qui: lo sapevo che era faticoso, tra il freddo, i problemi al ginocchio... il cervello mi diceva che tutto questo era troppo per me, ma è normale che il cervello ti freni per poterti proteggere, per farti uscire dalla tua comfort zone. È lì che interviene il cuore, la passione che ti spinge a superare gli ostacoli. E la maratona per me è stata anche questo e nel 2022, nonostante quei problemi fisici, ce la feci, in una esperienza che superò di gran lunga ogni mia aspettativa".
La prima volta comunque la maratona era stata una scelta obbligata dal percorso PLN, mentre il fatto di voler tornare quest'anno è stata, ci racconta Beppe, una scelta pet voler rafforzare la disciplina, la focalizzazione degli obiettivi, migliorare la propria autostima. Beppe sottolinea infatti di non essere mai stato un atleta, che la sua prima maratona era stata quella del 2022 e che i problemi al ginocchio sono seri; ma anche che la maratona, a ogni metro, a ogni incontro con chi ti si affianca, ti insegna ad alzare l'asticella ogni volta sui tuoi limiti, a non arrenderti e a perseguire l'obiettivo prefissato anche quando ti sembra di non farcela: "Al 36esimo km i dolori al ginocchio sembravano insormontabili, ma aver visto un ragazzo disabile con le scarpe consumate per la necessità di trascinare i piedi a ogni passo e la sua famiglia che lo seguiva pronta a soccorrerlo con la sedia a rotelle, non solo mi ha regalato nuovo coraggio e energia, ma mi ha portato a dedicare quel mio problema, apparso banale al suo confronto, a lui e a tutti coloro che combattono ogni giorno battaglie non paragonabili alla mia sfida con me stesso e al mio ginocchio".
Beppe ci racconta della bellezza di New York non soltanto perché vestita d'autunno a Central Park, ancora reduce dai recenti allestimenti di Halloween e già vestita dei primi addobbi di Natale, ma soprattutto una New York che partecipa completamente a questo evento, con la popolazione che accetta 48 ore di disagi e strade bloccate come un'opportunità di condividere nel senso dello Sport valori profondi, solidarietà, multiculturalità, principi e concetti diffusi nelle scuole per tutta la settimana intorno all'evento: "Come Sarebbe bello se le guerre si combattessero così, a chi arriva prima a una maratona" ; e qui la voce unisce all'entusiasmo ancora vivo una malinconia per un mondo che abbiamo reso così complicato e cattivo: "Ognuno di noi era fiero di mostrare la propria provenienza da ogni parte del mondo, ma correre insieme era davvero come condividere una unica umanità pacifica, in una competizione che è una sfida continua a migliorarsi e non a schiacciarsi gli uni con gli altri". Ci sarà una terza partecipazione? gli chiediamo.
"Ho già deciso di no, devo salvaguardare il mio ginocchio, Anzi il mio medico era contrario anche a questa seconda partecipazione: ma puoi giurare che questa, che considero una delle tappe più importanti della mia vita, non solo non mi abbandonerà mai; ma farà parte integrante della mia professione, della mia vita, della mia condivisione con il prossimo. E magari riuscirò a essere contagioso. La magia della maratona di New York e dello sport è quella di seminare valori preziosi nel cuore delle persone per rendere la società un posto migliore".
Da quello che ha raccontato Beppe Faconda - una piccola parte in realtà di tutto quello che ha portato con sé - dovrebbero correre la insieme i potenti nel mondo, forse capirebbero tante cose.
È
"La mia prima maratona, per la quale mi cominciai ad allenare in pieno periodo covid, fu una prova obbligatoria in questo percorso, uno strumento contro la procrastinazione cui siamo sempre più abituati, rinviando i nostri impegni, prendendoci delle pause comode, "scrollando" sullo smartphone senza renderci conto di quanto ci sappia ipnotizzare, non rendendoci conto che che la nostra risorsa più preziosa sia il tempo e la concentrazione che dedichiamo alle nostre attività". La PLN, divulgata da Anthony Robbins, fu infatti ideata da Richard Bundler, un matematico il quale non fece altro che studiare le vite di persone di successo rilevando che il loro talento era coltivato con una vita fatta di regolarità, dedizione, autodisciplina, sacrifici: e ne concluse che lo schema nel raggiungimento degli obiettivi del business era il medesimo schema che anima una maratona.
Beppe Faconda, nonostante problemi importanti al ginocchio, aveva deciso di provarci, con allenamenti quotidiani all'alba, con qualunque condizione atmosferica, facendosi chiamare "pazzo" o "folle" da amici che lo vedevano sostituire il sonno, anche nelle rigide giornate invernali, alla corsa: "Alla fine é tutto qui: lo sapevo che era faticoso, tra il freddo, i problemi al ginocchio... il cervello mi diceva che tutto questo era troppo per me, ma è normale che il cervello ti freni per poterti proteggere, per farti uscire dalla tua comfort zone. È lì che interviene il cuore, la passione che ti spinge a superare gli ostacoli. E la maratona per me è stata anche questo e nel 2022, nonostante quei problemi fisici, ce la feci, in una esperienza che superò di gran lunga ogni mia aspettativa".
La prima volta comunque la maratona era stata una scelta obbligata dal percorso PLN, mentre il fatto di voler tornare quest'anno è stata, ci racconta Beppe, una scelta pet voler rafforzare la disciplina, la focalizzazione degli obiettivi, migliorare la propria autostima. Beppe sottolinea infatti di non essere mai stato un atleta, che la sua prima maratona era stata quella del 2022 e che i problemi al ginocchio sono seri; ma anche che la maratona, a ogni metro, a ogni incontro con chi ti si affianca, ti insegna ad alzare l'asticella ogni volta sui tuoi limiti, a non arrenderti e a perseguire l'obiettivo prefissato anche quando ti sembra di non farcela: "Al 36esimo km i dolori al ginocchio sembravano insormontabili, ma aver visto un ragazzo disabile con le scarpe consumate per la necessità di trascinare i piedi a ogni passo e la sua famiglia che lo seguiva pronta a soccorrerlo con la sedia a rotelle, non solo mi ha regalato nuovo coraggio e energia, ma mi ha portato a dedicare quel mio problema, apparso banale al suo confronto, a lui e a tutti coloro che combattono ogni giorno battaglie non paragonabili alla mia sfida con me stesso e al mio ginocchio".
Beppe ci racconta della bellezza di New York non soltanto perché vestita d'autunno a Central Park, ancora reduce dai recenti allestimenti di Halloween e già vestita dei primi addobbi di Natale, ma soprattutto una New York che partecipa completamente a questo evento, con la popolazione che accetta 48 ore di disagi e strade bloccate come un'opportunità di condividere nel senso dello Sport valori profondi, solidarietà, multiculturalità, principi e concetti diffusi nelle scuole per tutta la settimana intorno all'evento: "Come Sarebbe bello se le guerre si combattessero così, a chi arriva prima a una maratona" ; e qui la voce unisce all'entusiasmo ancora vivo una malinconia per un mondo che abbiamo reso così complicato e cattivo: "Ognuno di noi era fiero di mostrare la propria provenienza da ogni parte del mondo, ma correre insieme era davvero come condividere una unica umanità pacifica, in una competizione che è una sfida continua a migliorarsi e non a schiacciarsi gli uni con gli altri". Ci sarà una terza partecipazione? gli chiediamo.
"Ho già deciso di no, devo salvaguardare il mio ginocchio, Anzi il mio medico era contrario anche a questa seconda partecipazione: ma puoi giurare che questa, che considero una delle tappe più importanti della mia vita, non solo non mi abbandonerà mai; ma farà parte integrante della mia professione, della mia vita, della mia condivisione con il prossimo. E magari riuscirò a essere contagioso. La magia della maratona di New York e dello sport è quella di seminare valori preziosi nel cuore delle persone per rendere la società un posto migliore".
Da quello che ha raccontato Beppe Faconda - una piccola parte in realtà di tutto quello che ha portato con sé - dovrebbero correre la insieme i potenti nel mondo, forse capirebbero tante cose.
È