Cronaca
Berlusconi, Roma chiede di archiviare l’inchiesta partita da Trani
«Non si può contestare l’abuso d’ufficio». Per il quotidiano Libero «un nuovo nulla di fatto giudiziario»
Trani - giovedì 27 ottobre 2011
10.13
«Un nuovo nulla di fatto giudiziario». Così il sito internet di Libero annuncia la decisione della procura di Roma di chiedere l'archiviazione per l'inchiesta che vedeva indagati per abuso d'ufficio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l'ex direttore generale della Rai, Mauro Masi, e l'ex commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi. L'inchiesta era partita dalla procura di Trani e fu poi trasferita in tutta fretta nella Capitale.
Come spiega Libero, «inizialmente i pm della capitale avevano ipotizzato a carico del solo Berlusconi, nella veste di presidente del Consiglio (con Innocenzi e Masi parti offese), i reati di minaccia a un corpo amministrativo dello Stato e di concussione, sottoponendo l'intero incartamento al vaglio del tribunale dei ministri. Quest'ultimo, però, si era dichiarato non competente a giudicare il caso sul presupposto che Berlusconi, quando telefonava a Innocenzi e Masi, non agiva nelle sue funzioni di primo ministro. Da qui l'archiviazione delle due accuse e la nuova contestazione da parte dei pm dell'abuso d'ufficio, estesa a tutti e tre i protagonisti della vicenda, come suggerito dallo stesso tribunale dei ministri. Ma ulteriori approfondimenti investigativi hanno poi spinto i magistrati romani a ritenere che non si possa contestare l'abuso d'ufficio sulla base delle sole telefonate che Berlusconi ha fatto per lamentarsi del programma di Santoro. Da qui, in assenza di un ingiusto vantaggio e di una violazione di legge o di regolamento, come invece prevede l'articolo 323 del codice penale, la decisione di chiudere la vicenda con una richiesta di archiviazione».
Come spiega Libero, «inizialmente i pm della capitale avevano ipotizzato a carico del solo Berlusconi, nella veste di presidente del Consiglio (con Innocenzi e Masi parti offese), i reati di minaccia a un corpo amministrativo dello Stato e di concussione, sottoponendo l'intero incartamento al vaglio del tribunale dei ministri. Quest'ultimo, però, si era dichiarato non competente a giudicare il caso sul presupposto che Berlusconi, quando telefonava a Innocenzi e Masi, non agiva nelle sue funzioni di primo ministro. Da qui l'archiviazione delle due accuse e la nuova contestazione da parte dei pm dell'abuso d'ufficio, estesa a tutti e tre i protagonisti della vicenda, come suggerito dallo stesso tribunale dei ministri. Ma ulteriori approfondimenti investigativi hanno poi spinto i magistrati romani a ritenere che non si possa contestare l'abuso d'ufficio sulla base delle sole telefonate che Berlusconi ha fatto per lamentarsi del programma di Santoro. Da qui, in assenza di un ingiusto vantaggio e di una violazione di legge o di regolamento, come invece prevede l'articolo 323 del codice penale, la decisione di chiudere la vicenda con una richiesta di archiviazione».