Vita di città
Bike sharing, l'ex sindaco Tarantini attacca...l'assessore Annacondia risponde
Botta e risposta sulla triste sorte delle bici comunali, abbandonate nel cortile di Palazzo di Città
Trani - martedì 11 novembre 2014
7.35
Non smette di far discutere l'infausta fine del bike sharing nella città di Trani: dopo le polemiche a riguardo delle colonnine di deposito bici, inutilizzate e rese pericolose da usura e vandali, arriva una foto dell'ex sindaco Giuseppe Tarantini a riaccendere gli animi. Lo scatto, condiviso sui social network, ritrae quelle che sono le bici sopravvissute a ladri e cittadini incivili, accatastate sotto una tettoia del cortile di Palazzo di Città. I velocipedi ci erano già stati segnalati diverse volte nei mesi scorsi in questo stato, segno dell'abbandono definitivo che ha colpito i mezzi.
A questa scena, il commento di quello che era il primo cittadino all'epoca dell'inaugurazione è stato tagliente: «Questa foto non è stata scattata sul set di uno di quei film sulla vita degli operai girati nell'Europa orientale, prima della caduta del muro, né da quello del magnifico "L'ultimo Imperatore" di Bernardo Bertolucci, nelle sue scene della " Rivoluzione culturale. È l'esito del progetto di bike sharing della Città di Trani. Epoche diverse ma stessa atmosfera cupa ed opprimente». Tarantini, da qualche anno ormai lontano dal palcoscenico politico, ha poi sottolineato come, in città, biciclette, piste ciclabili e isole pedonali sono viste più come una limitazione e un disagio che non come reali opportunità di evoluzione da abitudini poco sane.
Alla critica, seppur non diretta, al suo operato, si è sentito di rispondere l'assessore Pasquale Annacondia, che ha illustrato lo stato delle cose, sfruttando anche la visibilità del confronto poi accesosi:«In qualità di assessore alla mobilità sostenibile sto cercando una soluzione al problema, anche per rispondere alle sollecitazioni e interrogazioni mosse sull'argomento dal consigliere comunale Raimondo Lima. Non riesco però a capire su che basi giuridiche sia stato siglato l'accordo con la società di Orbassano (To) considerato il fatto che a distanza di 4 mesi dal mio insediamento, l'unico documento in mio possesso è la copia del regolamento per l'utilizzo del servizio di Bike Sharing "Trani in bici", rilasciatami dal comando di Polizia Municipale. Non vi è traccia invece del contratto». Nel frattempo, ci si può almeno consolare al pensiero che, quantomeno, le biciclette non prendano tutta l'acqua di questo periodo.
A questa scena, il commento di quello che era il primo cittadino all'epoca dell'inaugurazione è stato tagliente: «Questa foto non è stata scattata sul set di uno di quei film sulla vita degli operai girati nell'Europa orientale, prima della caduta del muro, né da quello del magnifico "L'ultimo Imperatore" di Bernardo Bertolucci, nelle sue scene della " Rivoluzione culturale. È l'esito del progetto di bike sharing della Città di Trani. Epoche diverse ma stessa atmosfera cupa ed opprimente». Tarantini, da qualche anno ormai lontano dal palcoscenico politico, ha poi sottolineato come, in città, biciclette, piste ciclabili e isole pedonali sono viste più come una limitazione e un disagio che non come reali opportunità di evoluzione da abitudini poco sane.
Alla critica, seppur non diretta, al suo operato, si è sentito di rispondere l'assessore Pasquale Annacondia, che ha illustrato lo stato delle cose, sfruttando anche la visibilità del confronto poi accesosi:«In qualità di assessore alla mobilità sostenibile sto cercando una soluzione al problema, anche per rispondere alle sollecitazioni e interrogazioni mosse sull'argomento dal consigliere comunale Raimondo Lima. Non riesco però a capire su che basi giuridiche sia stato siglato l'accordo con la società di Orbassano (To) considerato il fatto che a distanza di 4 mesi dal mio insediamento, l'unico documento in mio possesso è la copia del regolamento per l'utilizzo del servizio di Bike Sharing "Trani in bici", rilasciatami dal comando di Polizia Municipale. Non vi è traccia invece del contratto». Nel frattempo, ci si può almeno consolare al pensiero che, quantomeno, le biciclette non prendano tutta l'acqua di questo periodo.