Vita di città
Bike sharing: un gran buco nell'acqua
Un'altra stagione estiva si è conclusa ma di questo servizio neanche l'ombra
Trani - giovedì 16 ottobre 2014
6.59
Il bike sharing è uno strumento di mobilità sostenibile a disposizione delle amministrazioni pubbliche ed ha l'obiettivo di ridurre l'uso di veicoli privati e di fornire un servizio in più per i turisti. Questo sulla carta, ma nella realtà tranese che cos'è? Un gran buco nell'acqua. La storia di questo fallimentare servizio nasce nell'estate 2011, inaugurato dall'ex sindaco Tarantini. Un anno dopo, il giovanissimo bike sharing subiva già i primi atti vandalici. Sellini rubati, gomme sgonfie, catene rotte, colonnine malfunzionanti e addirittura biciclette usate come panchine. Ciliegina sulla torta, le biciclette di piazza Plebiscito erano state completamente ribaltate.
Di questo servizio, costato decine di migliaia di euro, tra fondi pubblici e contributi della comunità europea, non restava dunque che un cumulo di ferraglia. E così, sempre nel 2012, le bici rotte e arrugginite erano state accatastate in un cortile comunale mentre le colonnine di metallo marcivano lentamente in quattro punti della città.
Il consigliere Raimondo Lima aveva interrogato sull'argomento l'assessore al turismo, Fabrizio Sotero, chiedendo quali soluzioni intendesse intraprendere l'Amministrazione comunale. La risposta arrivava nel 2013 quando lo stesso Sotero incontrava i proprietari di alcune strutture ricettive della città per ragionare su nuove soluzioni e tenere in vita un qualsiasi tipo di forma di mobilità sostenibile. Scartata l'ipotesi di trasferire le colonnine del bike sharing nei pressi di alcuni alberghi per una questione di maggior protezione, l'assessore prospettava agli albergatori l'acquisto da parte del Comune di un congruo numero di bici da fornire alle strutture ricettive per essere messe a disposizione, gratuitamente, dai turisti.
La storia del bike sharing arriva infine, forse, al 2014. La palla è passata ora nelle mani dell'assessore Pasquale Annacondia che quest'estate ha dichiarato: «Ad oggi stiamo valutando varie opzioni per capire quale sia la scelta migliore da attuare. Le soluzioni sono due: o ripristinare le strutture esistenti, facendo ripartire il progetto, oppure coinvolgere associazioni di categoria, commercianti, alberghi, creando delle convenzioni con altri soggetti cittadini. Io sarei addirittura propenso per la rimozione totale delle colonnine, ma mi sono ripromesso di confrontarmi a settembre con il sindaco per conoscere la sua idea sulla questione».
La stagione estiva si è conclusa, settembre è passato e tra le tante priorità anche il bike sharing è finito nel dimenticatoio.
Di questo servizio, costato decine di migliaia di euro, tra fondi pubblici e contributi della comunità europea, non restava dunque che un cumulo di ferraglia. E così, sempre nel 2012, le bici rotte e arrugginite erano state accatastate in un cortile comunale mentre le colonnine di metallo marcivano lentamente in quattro punti della città.
Il consigliere Raimondo Lima aveva interrogato sull'argomento l'assessore al turismo, Fabrizio Sotero, chiedendo quali soluzioni intendesse intraprendere l'Amministrazione comunale. La risposta arrivava nel 2013 quando lo stesso Sotero incontrava i proprietari di alcune strutture ricettive della città per ragionare su nuove soluzioni e tenere in vita un qualsiasi tipo di forma di mobilità sostenibile. Scartata l'ipotesi di trasferire le colonnine del bike sharing nei pressi di alcuni alberghi per una questione di maggior protezione, l'assessore prospettava agli albergatori l'acquisto da parte del Comune di un congruo numero di bici da fornire alle strutture ricettive per essere messe a disposizione, gratuitamente, dai turisti.
La storia del bike sharing arriva infine, forse, al 2014. La palla è passata ora nelle mani dell'assessore Pasquale Annacondia che quest'estate ha dichiarato: «Ad oggi stiamo valutando varie opzioni per capire quale sia la scelta migliore da attuare. Le soluzioni sono due: o ripristinare le strutture esistenti, facendo ripartire il progetto, oppure coinvolgere associazioni di categoria, commercianti, alberghi, creando delle convenzioni con altri soggetti cittadini. Io sarei addirittura propenso per la rimozione totale delle colonnine, ma mi sono ripromesso di confrontarmi a settembre con il sindaco per conoscere la sua idea sulla questione».
La stagione estiva si è conclusa, settembre è passato e tra le tante priorità anche il bike sharing è finito nel dimenticatoio.