Vita di città
Boccadoro, i primi 27 mesi mesi dei pacchi all'amianto
Due anni non sono bastati per rimuovere le lastre
Trani - venerdì 8 febbraio 2008
Traniweb ne aveva parlato più di due anni fa. A distanza di 27 mesi tutto è rimasto come prima e vien da sorridere quando partiti e partitini, ecologisti e non, tutt'oggi si affannano ad ergersi paladini dell'ambientalismo. E' la storia dalla zona "Boccadoro", posta nel tratto di litoranea "Paludi" del territorio di Trani e che si estende fino alla "Falce del viaggio" in contrada "Ariscianne" nel territorio di Barletta.
Spesso al centro di interrogazioni e solleciti, in particolare a firma dei Verdi, l'area in questione, ricadente in parte nel Comune di Trani (contrada San Francesco e Paludi) ed in parte nel territorio di Barletta (contrada Ariscianne) è il simbolo di una storica e poco attenta politica di pianificazione intercomunale, sia essa di tipo turistico che ambientale. Fiumi di parole per difendere e farsi paladini di quattro e passa chilometri di mare, ma nessuno mai in grado di dare risposte concrete a domande e denunce altrettanto concrete come nel caso di cui, Traniweb prima e la Gazzetta del Mezzogiorno poi, hanno raccontato a novembre del 2005, allorquando uno spicchio considerevole di quell'area, nei pressi della vasca, è stato utilizzato a mò di discarica per scaricare pacchi di coperture in eternit.
Ne contammo dieci, ne fotografammo una buona parte, pubblicammo il tutto trovando cassa di risonanza nel massimo quotidiano regionale pugliese. Impossibile non vederli, per quantità e per voluminosità. Il rumore della notizia portò al sequestro, eseguito con recinzioni e barriere di protezione che oggi non esistono più.
Le lastre di eternit invece sono ancora lì, più di due anni dopo, sensibilmente logorate dall'usura del tempo, buttate e sparse in campo aperto sotto gli occhi di chi, da quelle parti, ci passa, si ferma e osserva, sotto gli occhi di chi, dopo, non può esimersi dal segnalare uno squallido spettacolo di ordinario degrado ambientale che, evidentemente, non fa più notizia. E che, forse, non l'ha mai fatto del tutto.
NOVEMBRE 2005

NOVEMBRE 2007

Spesso al centro di interrogazioni e solleciti, in particolare a firma dei Verdi, l'area in questione, ricadente in parte nel Comune di Trani (contrada San Francesco e Paludi) ed in parte nel territorio di Barletta (contrada Ariscianne) è il simbolo di una storica e poco attenta politica di pianificazione intercomunale, sia essa di tipo turistico che ambientale. Fiumi di parole per difendere e farsi paladini di quattro e passa chilometri di mare, ma nessuno mai in grado di dare risposte concrete a domande e denunce altrettanto concrete come nel caso di cui, Traniweb prima e la Gazzetta del Mezzogiorno poi, hanno raccontato a novembre del 2005, allorquando uno spicchio considerevole di quell'area, nei pressi della vasca, è stato utilizzato a mò di discarica per scaricare pacchi di coperture in eternit.
Ne contammo dieci, ne fotografammo una buona parte, pubblicammo il tutto trovando cassa di risonanza nel massimo quotidiano regionale pugliese. Impossibile non vederli, per quantità e per voluminosità. Il rumore della notizia portò al sequestro, eseguito con recinzioni e barriere di protezione che oggi non esistono più.
Le lastre di eternit invece sono ancora lì, più di due anni dopo, sensibilmente logorate dall'usura del tempo, buttate e sparse in campo aperto sotto gli occhi di chi, da quelle parti, ci passa, si ferma e osserva, sotto gli occhi di chi, dopo, non può esimersi dal segnalare uno squallido spettacolo di ordinario degrado ambientale che, evidentemente, non fa più notizia. E che, forse, non l'ha mai fatto del tutto.
NOVEMBRE 2005



NOVEMBRE 2007


