Cronaca
Brindisi: senza un colpevole, senza un perché
E anche Trani accende le candele del ricordo e della speranza. Presidio in piazza Libertà: «La mafia teme più la scuola della giustizia»
Trani - domenica 20 maggio 2012
10.16
Senza un colpevole, senza un perché. Brindisi e l'Italia tutta non riescono a capacitarsi per l'efferata strage alla scuola intitolata ai coniugi Falcone in cui ha perso la vita una studentessa di 16 anni di Mesagne, Melissa Bassi, mentre altre sette giovani sono ricoverate in ospedale, una in condizioni disperate.
Le indagini vanno avanti ma non c'è ancora una pista chiara che possa spiegare l'attentato. Intanto in tutta Italia, Trani compresa, si sono svolte delle iniziative spontanee per ricordare la giovane rimasta uccisa e per lanciare un segnale di reazione nel contrasto a ogni tipo di criminalità.
A Trani, su iniziativa del gruppo Facebook Tranispia, in piazza Libertà, ai piedi della statua della Madonna, silenziosa processione di cittadini. Candele, fiori e uno stampato con su scritto «La mafia teme più la scuola della giustizia. L'istruzione toglie l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa», una frase di Antonino Caponnetto, magistrato di Caltanissetta e componente di quel pool di toghe (composto da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, e Leonardo Guarnotta) che istruì il primo grande processo contro la mafia siciliana.
Le indagini vanno avanti ma non c'è ancora una pista chiara che possa spiegare l'attentato. Intanto in tutta Italia, Trani compresa, si sono svolte delle iniziative spontanee per ricordare la giovane rimasta uccisa e per lanciare un segnale di reazione nel contrasto a ogni tipo di criminalità.
A Trani, su iniziativa del gruppo Facebook Tranispia, in piazza Libertà, ai piedi della statua della Madonna, silenziosa processione di cittadini. Candele, fiori e uno stampato con su scritto «La mafia teme più la scuola della giustizia. L'istruzione toglie l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa», una frase di Antonino Caponnetto, magistrato di Caltanissetta e componente di quel pool di toghe (composto da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, e Leonardo Guarnotta) che istruì il primo grande processo contro la mafia siciliana.