Brogli elettorali, chiesta l’archiviazione

Sempre in tema di elezioni amministrative, il sostituto procuratore Luigi Scimé ha chiesto al Gip di archiviare l'inchiesta sui presunti brogli elettorali che erano costati (almeno inizialmente) il posto di consigliere comunale a Franco Basso. «Il reato c'è ma non è possibile giungere all'individuazione del colpevole perché a quel computer avevano accesso un pò tutti». È questa la motivazione con cui Scimé ha chiesto l'archiviazione. Ne parla diffusamente «La Gazzetta». Secondo quanto ricostruito dal Pm e raccontato nell'articolo, «la denuncia di Basso ha fondamento ma è impossibile giungere all'individuazione di chi, nell'ufficio elettorale del Comune, ha inserito un numero di voti inferiori rispetto a quelli realmente conseguiti dal consigliere di Alleanza nazionale».

Le indagini sgombrerebbero i dubbi sull'operato del seggio 12, puntando invece l'indice su chi ha trascritto a Palazzo di Città i dati provenienti da quella sezione. «Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - si legge nell'articolo - il computer destinato alle operazioni di trascrizione dei dati era accessibile a molti: la password non avrebbe permesso di impedire il collegamento al terminale da parte di soggetti diversi da quelli che solitamente utilizzavano quel pc. E così l'illecito potrebbe averlo commesso chiunque avesse potuto accedere alla postazione informatica. Ma per dettato costituzionale, non occorre un colpevole ma il colpevole. E non potendo stabilirlo con certezza, ecco la richiesta di archiviazione «per non aver potuto identificare il responsabile della manomissione».