Vita di città
«C’è stato un tempo in cui la promessa del programma elettorale aveva un valore»
La riflessione di una cittadina tranese sulla Darsena comunale
Trani - giovedì 5 maggio 2022
Pubblichiamo qui di seguito una riflessione degna di nota sulla Darsena comunale a firma di Ornella Gelso, una cittadina di Trani, da sempre attenta alle questioni politiche e sociali.
«Una verità chiamata Darsena Comunale.
C'è stato un tempo in cui la promessa del programma elettorale aveva un valore!
La promessa dell'impegno per una Trani di nicchia!
La promessa per una Trani che brillasse anche nei giorni dal meteo incerto.
C'è stato un tempo in cui Trani era un porto turistico, dotata di attrezzature idonee ad accogliere natanti (le cosiddette "barche") di ogni stazza e tipo.
E Trani era nominata non solo sui manuali nautici, era davvero nominata da chi desiderava godersi il panorama di Trani calpestandone le strade.
C'è stato un tempo in cui il coraggio dei politici era evidente ed inconfondibile.
Era chiaro l'obiettivo di dare a Trani un'identità turistica nelle sue varie sfaccettature, l'obiettivo di dare alla darsena di Trani un futuro a vele spiegate, per essere sul pezzo!
Un tempo in cui i natanti facevano a gara per affacciarsi al porto di Trani e c'è stato un tempo in cui i lavoratori della darsena erano orgogliosi di accogliere barche provenienti da ogni dove, perché erano loro i primi a tendere le mani e dare il benvenuto.
C'era la voglia di crescere perché nessuno poteva pensare che la Darsena, una piccola perla, sarebbe stata abbandonata a se stessa, trascurata fino al punto che di porto turistico non si può parlare poiché manca la base della definizione " Si definisce porto turistico quel particolare tipo di infrastruttura portuale costruita o dedicata ad un uso prettamente diportistico, dotata di attrezzature di rimessaggio, riparazione e rifornimento dei natanti di varia stazza di tipo turistico, amatoriale o sportivo. Dotata di attrezzature di acqua potabile e generi alimentari".
Ecco non esiste più questo tempo.
Non esiste il porto turistico e mi fermo alla base della definizione, perché se continuo c'è solo da piangere.
Ecco, questo tempo non esiste più.
Non esiste il coraggio dei politici che non affermano che la darsena comunale, quella di Trani, che sarebbe il sogno di chi i porti turistici li costruisce in maniera artificiale, non è menzionato tra gli obiettivi di Trani.
Ed inspiegabile è la moltitudine di attacchi mediatici e bufere per puntare l'attenzione su Amet, su tutti i settori di Amet tranne quello più penalizzato, tranne quello abbandonato da tempo , tranne quello che probabilmente porterebbe tanti soldini nelle casse di Trani, la darsena comunale, appunto.
Non è nei pensieri di chi di Trani dovrebbe capirne l'identità e valorizzarla.
Posso dire che è doloroso vedere settori lavorativi in declino, a Trani, ma fa ancora più male vedere che un pezzo di Trani , forse uno dei più belli, forse quello più presente nelle foto di chi giunge qui o di chi ci vive tutti i giorni è abbandonato a se stesso.
E se non fosse per quel gioco suggestivo e naturale di colori tra mare e cielo, con barche di ogni dimensione e tipo sullo sfondo, e i gabbiani che svolazzano qua e là, con la presenza della pietra bianca della banchina che fa da contorno…sarebbe una di quelle foto segnalazione che si fanno per le buche, per i marciapiedi danneggiati, per le cose pubbliche in stato di abbandono, per la dignità persa di chi un tempo vedeva Trani come l'obiettivo principale».
«Una verità chiamata Darsena Comunale.
C'è stato un tempo in cui la promessa del programma elettorale aveva un valore!
La promessa dell'impegno per una Trani di nicchia!
La promessa per una Trani che brillasse anche nei giorni dal meteo incerto.
C'è stato un tempo in cui Trani era un porto turistico, dotata di attrezzature idonee ad accogliere natanti (le cosiddette "barche") di ogni stazza e tipo.
E Trani era nominata non solo sui manuali nautici, era davvero nominata da chi desiderava godersi il panorama di Trani calpestandone le strade.
C'è stato un tempo in cui il coraggio dei politici era evidente ed inconfondibile.
Era chiaro l'obiettivo di dare a Trani un'identità turistica nelle sue varie sfaccettature, l'obiettivo di dare alla darsena di Trani un futuro a vele spiegate, per essere sul pezzo!
Un tempo in cui i natanti facevano a gara per affacciarsi al porto di Trani e c'è stato un tempo in cui i lavoratori della darsena erano orgogliosi di accogliere barche provenienti da ogni dove, perché erano loro i primi a tendere le mani e dare il benvenuto.
C'era la voglia di crescere perché nessuno poteva pensare che la Darsena, una piccola perla, sarebbe stata abbandonata a se stessa, trascurata fino al punto che di porto turistico non si può parlare poiché manca la base della definizione " Si definisce porto turistico quel particolare tipo di infrastruttura portuale costruita o dedicata ad un uso prettamente diportistico, dotata di attrezzature di rimessaggio, riparazione e rifornimento dei natanti di varia stazza di tipo turistico, amatoriale o sportivo. Dotata di attrezzature di acqua potabile e generi alimentari".
Ecco non esiste più questo tempo.
Non esiste il porto turistico e mi fermo alla base della definizione, perché se continuo c'è solo da piangere.
Ecco, questo tempo non esiste più.
Non esiste il coraggio dei politici che non affermano che la darsena comunale, quella di Trani, che sarebbe il sogno di chi i porti turistici li costruisce in maniera artificiale, non è menzionato tra gli obiettivi di Trani.
Ed inspiegabile è la moltitudine di attacchi mediatici e bufere per puntare l'attenzione su Amet, su tutti i settori di Amet tranne quello più penalizzato, tranne quello abbandonato da tempo , tranne quello che probabilmente porterebbe tanti soldini nelle casse di Trani, la darsena comunale, appunto.
Non è nei pensieri di chi di Trani dovrebbe capirne l'identità e valorizzarla.
Posso dire che è doloroso vedere settori lavorativi in declino, a Trani, ma fa ancora più male vedere che un pezzo di Trani , forse uno dei più belli, forse quello più presente nelle foto di chi giunge qui o di chi ci vive tutti i giorni è abbandonato a se stesso.
E se non fosse per quel gioco suggestivo e naturale di colori tra mare e cielo, con barche di ogni dimensione e tipo sullo sfondo, e i gabbiani che svolazzano qua e là, con la presenza della pietra bianca della banchina che fa da contorno…sarebbe una di quelle foto segnalazione che si fanno per le buche, per i marciapiedi danneggiati, per le cose pubbliche in stato di abbandono, per la dignità persa di chi un tempo vedeva Trani come l'obiettivo principale».