Vita di città
C’era una volta la stazione ferroviaria di Trani
Troppi atti vandalici, a rischio chiusura anche i bagni
Trani - giovedì 25 febbraio 2010
C'era una volta la stazione di Trani. Anni '60: a Sanremo debuttava una giovanissima Mina e la stazione ferroviaria tranese riceveva un premio nazionale per modernità e confort. Anno di grazia 2010: a Sanremo riesce a cantare (e per poco non vince) Emanuele Filiberto e nella stazione di Trani, dopo la biglietteria nelle ore pomeridiane, presto potrebbero essere chiusi anche i bagni. Direte voi: in cinquant'anni ne son successe di cose. In questo caso sarebbe più giusto dire il contrario. Abbandonata al suo destino sia davanti (vedi parcheggio interrato fantasma) che al suo interno, adesso la stazione – in special modo nelle ore serali - è diventata un posto tutt'altro che sicuro, ritrovo abituale per qualche ubriacone di lungo corso.
Anno dopo anno, si registrano disagi ed inconvenienti. Da aprile scorso la biglietteria è aperta solo la mattina. In principio vi lavoravano sei dipendenti. Due sono andati in pensione, due sono stati trasferiti. Un capo e una dipendente di più non possono fare: la mattina lo sportello è operativo, il pomeriggio è chiuso. Questione di qualche tempo, si disse. Sono passati dieci mesi. Adesso tocca ai bagni. Le Ferrovie hanno informato il sindaco di Trani di voler chiudere i locali a causa dei continui atti vandalici subiti nel corso del tempo (quattro episodi nelle ultime due settimane). E così, il co-capoluogo della Bat, oltre a vedersi passare davanti quasi tutti i treni a lunga percorrenza, a breve potrebbe subire un altro smacco.
Pippo Franco cantava «Mi scappa la pipì, papà». A Trani il ritornello si intonerà lungo i binari, fra una coincidenza e l'altra. «La paventata chiusura dei bagni – commenta Roberto Visibelli (Forza Trani) - rappresenta un fatto sintomatico dello stato generale in cui versa la stazione di Trani. Chi, come il sottoscritto, ne ha vissuto i momenti d'oro, adesso prende atto di una situazione drammaticamente surreale e mortificante. Il parcheggio interrato mai completato è il simbolo del fallimento di amministrazioni di tutti i colori, quanto sta accadendo all'interno dei locali non ha bisogno di ulteriori commenti. Le Ferrovie hanno evidentemente deciso di rinunciare a qualsiasi tentativo di ammodernamento e valorizzazione di un proprio patrimonio, trovando terreno fertile in una realtà totalmente disinteressata a ciò che accade in un luogo che costituisce, per chi arriva a Trani, il biglietto da visita della città».
Anno dopo anno, si registrano disagi ed inconvenienti. Da aprile scorso la biglietteria è aperta solo la mattina. In principio vi lavoravano sei dipendenti. Due sono andati in pensione, due sono stati trasferiti. Un capo e una dipendente di più non possono fare: la mattina lo sportello è operativo, il pomeriggio è chiuso. Questione di qualche tempo, si disse. Sono passati dieci mesi. Adesso tocca ai bagni. Le Ferrovie hanno informato il sindaco di Trani di voler chiudere i locali a causa dei continui atti vandalici subiti nel corso del tempo (quattro episodi nelle ultime due settimane). E così, il co-capoluogo della Bat, oltre a vedersi passare davanti quasi tutti i treni a lunga percorrenza, a breve potrebbe subire un altro smacco.
Pippo Franco cantava «Mi scappa la pipì, papà». A Trani il ritornello si intonerà lungo i binari, fra una coincidenza e l'altra. «La paventata chiusura dei bagni – commenta Roberto Visibelli (Forza Trani) - rappresenta un fatto sintomatico dello stato generale in cui versa la stazione di Trani. Chi, come il sottoscritto, ne ha vissuto i momenti d'oro, adesso prende atto di una situazione drammaticamente surreale e mortificante. Il parcheggio interrato mai completato è il simbolo del fallimento di amministrazioni di tutti i colori, quanto sta accadendo all'interno dei locali non ha bisogno di ulteriori commenti. Le Ferrovie hanno evidentemente deciso di rinunciare a qualsiasi tentativo di ammodernamento e valorizzazione di un proprio patrimonio, trovando terreno fertile in una realtà totalmente disinteressata a ciò che accade in un luogo che costituisce, per chi arriva a Trani, il biglietto da visita della città».