Scuola e Lavoro
Carlo Laurora propone la nascita del distretto del marmo
Interrogazione al presidente Vendola e all’assessore Losappio
Trani - venerdì 21 ottobre 2005
Il consigliere regionale di Forza Italia, Carlo Laurora, torna sulla questione del marmo. In un'interrogazione al presidente Vendola e all'assessore Losappio, Laurora chiede «quanto altro tempo si dovrà aspettare per la predisposizione del Putt e del Prae, al fine di pervenire ad un'organica pianificazione territoriale e del settore, la qual cosa non è mai stata fatta in sede di concepimento del Parco dell'Alta Murgia. Il settore attraversa una crisi gravissima, acuita recentemente dalla decisione di non rinnovare le licenze per gli esplosivi. Fino a quando la Regione continuerà ad essere inadempiente dal punto di vista degli strumenti di pianificazione, gli operatori non potranno trovar sollievo».
Laurora nella sua interrogazione rilancia la necessità di una legge quadro che possa regolamentare in maniera certa e definitiva l'attività estrattiva, da elaborare di concerto con gli imprenditori in un discorso di politica condivisa. «Inoltre – prosegue Laurora – alla luce dell'articolo 53 della legge finanziaria di quest'anno, relativa alla nascita dei distretti industriali, mi sembra quanto mai opportuno che la Regione Puglia promulghi una legge in materia, così come previsto dalla legge nazionale 317/91 e dal decreto Guarino emanato nel 1993. Nel Mezzogiorno d'Italia i distretti sono una realtà ascrivibile soltanto a Basilicata e Campania. In Puglia siamo all'anno zero. Ragion per cui non è azzardato pensare ad un distretto del marmo che veda Trani, Apricena e Cursi come Comuni capofila del comparto. Oggi più che mai è importante garantire all'intero settore le migliori condizioni di crescita e sviluppo. Il distretto del marmo sarebbe un'adeguata struttura organizzativa i cui compiti consisterebbero nel perseguire gli interessi comuni, cogliendo al meglio le opportunità di investimento e sviluppo. I distretti nascono proprio per questi motivi: accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori di riferimento, migliorare l'efficienza nell'organizzazione e nella produzione secondo principi di sussidiarietà verticale ed orizzontale».
Laurora spiega perché il distretto del marmo potrebbe essere una soluzione vincente: «La categoria potrebbe sviluppare una spontanea ricerca verso forme associative e di integrazione di servizi comuni, che può portare a iniziative pregevoli sia commerciali, sia di marketing che di logistica distrettuale. Un esempio in questo senso è il distretto del marmo della Valpolicella in provincia di Verona. In quell'area le imprese hanno creato una fiera distrettuale delle tecnologie legate alla estrazione e alla lavorazione del marmo di valore mondiale, una scuola professionale che oggi è sostenuta dalla totalità delle imprese distrettuali, un terminal ferroviario per la gestione dell'intermodalità dei traffici logistici in entrata ed in uscita dal distretto, una videomarmoteca ed un laboratorio di certificazione della qualità della propria produzione».
«Per rilanciare il settore lapideo - conclude Laurora - deve essere elaborata anche una strategia di sviluppo incentrata sul turismo di nicchia, cioè un turismo capace di valorizzare la risorsa ambientale, il paesaggio e il patrimonio storico-culturale, soprattutto quello legato al marmo. Sono queste, a mio avviso, le risposte che i nostri operatori ci chiedono: leggi certe e possibilità di percorrere strade sicure e alternative per porre rimedio alla crisi. Se la Regione dovesse restare insensibile alle mie sollecitazioni, provvederò in prima persona ad ipotizzare la redazione di una legge regionale che contempli una normativa certa per la categoria e che getti le basi per la nascita del distretto così come pensato».
Laurora nella sua interrogazione rilancia la necessità di una legge quadro che possa regolamentare in maniera certa e definitiva l'attività estrattiva, da elaborare di concerto con gli imprenditori in un discorso di politica condivisa. «Inoltre – prosegue Laurora – alla luce dell'articolo 53 della legge finanziaria di quest'anno, relativa alla nascita dei distretti industriali, mi sembra quanto mai opportuno che la Regione Puglia promulghi una legge in materia, così come previsto dalla legge nazionale 317/91 e dal decreto Guarino emanato nel 1993. Nel Mezzogiorno d'Italia i distretti sono una realtà ascrivibile soltanto a Basilicata e Campania. In Puglia siamo all'anno zero. Ragion per cui non è azzardato pensare ad un distretto del marmo che veda Trani, Apricena e Cursi come Comuni capofila del comparto. Oggi più che mai è importante garantire all'intero settore le migliori condizioni di crescita e sviluppo. Il distretto del marmo sarebbe un'adeguata struttura organizzativa i cui compiti consisterebbero nel perseguire gli interessi comuni, cogliendo al meglio le opportunità di investimento e sviluppo. I distretti nascono proprio per questi motivi: accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori di riferimento, migliorare l'efficienza nell'organizzazione e nella produzione secondo principi di sussidiarietà verticale ed orizzontale».
Laurora spiega perché il distretto del marmo potrebbe essere una soluzione vincente: «La categoria potrebbe sviluppare una spontanea ricerca verso forme associative e di integrazione di servizi comuni, che può portare a iniziative pregevoli sia commerciali, sia di marketing che di logistica distrettuale. Un esempio in questo senso è il distretto del marmo della Valpolicella in provincia di Verona. In quell'area le imprese hanno creato una fiera distrettuale delle tecnologie legate alla estrazione e alla lavorazione del marmo di valore mondiale, una scuola professionale che oggi è sostenuta dalla totalità delle imprese distrettuali, un terminal ferroviario per la gestione dell'intermodalità dei traffici logistici in entrata ed in uscita dal distretto, una videomarmoteca ed un laboratorio di certificazione della qualità della propria produzione».
«Per rilanciare il settore lapideo - conclude Laurora - deve essere elaborata anche una strategia di sviluppo incentrata sul turismo di nicchia, cioè un turismo capace di valorizzare la risorsa ambientale, il paesaggio e il patrimonio storico-culturale, soprattutto quello legato al marmo. Sono queste, a mio avviso, le risposte che i nostri operatori ci chiedono: leggi certe e possibilità di percorrere strade sicure e alternative per porre rimedio alla crisi. Se la Regione dovesse restare insensibile alle mie sollecitazioni, provvederò in prima persona ad ipotizzare la redazione di una legge regionale che contempli una normativa certa per la categoria e che getti le basi per la nascita del distretto così come pensato».