Nunzio De Girolamo
Nunzio De Girolamo
Cronaca

Caso De Girolamo, chiesti 36 anni per l'omicidio dell'imprenditore

A rispondere dell'accusa i fratelli Lops, prossima udienza prevista per il 20 marzo

Si è svolta, nella giornata di ieri, presso la Corte d'Assise di Trani, la nuova udienza per il caso De Girolamo, che quasi quattro anni fa scosse la città per l'efferatezza dell'omicidio dell'imprenditore. Nella nuova seduta del processo, il pubblico ministero Michele Ruggiero ha esplicitato le richieste dell'accusa per i due figli di Nicola Lops, intonachista tranese 57enne e presunto assassino, trovato morto due giorni dopo la prima morte. Le pesanti condanne richieste sono di 30 anni per Savino Lops, 36 anni, con l'accusa di concorso in omicidio aggravato e premeditato, sottrazione di cadavere, rapina e danneggiamento, e di 6 anni, oltre 3mila euro di ammenda, per il 35enne Lorenzo Lops, la cui colpa sarebbe di ricettazione e riciclaggio. Ormai archiviata la posizione sia del deceduto che di Giuseppe Cosmai, per insufficienza di prove.

Secondo quanto ricostruito dalle indagine condotte dai Carabinieri e coordinate dal pubblico ministero Michele Ruggiero, Nicola Lops e suo figlio Savino avrebbero minacciato De Girolamo per farsi consegnare diecimila euro in contanti che l'imprenditore edile aveva con sé. De Girolamo si sarebbe rifiutato e perciò picchiato e sparato. I Lops avrebbero così preso i diecimila euro e avrebbero occultato, verso mezzogiorno, il cadavere di De Girolamo nel pozzo del casolare abbandonato. Il rinvenimento del corpo martoriato avvenne nel pomeriggio per il fumo che fu notato uscire dal casolare dove l'auto della vittima era stata incendiata. Lorenzo Lops avrebbe ricevuto dal padre e/o dal fratello ottomila euro, sapendo, secondo l'accusa, che quella somma era frutto della drammatica rapina.

Nunzio De Girolamo, 62 anni, fu trovato senza vita nelle campagne di Bisceglie, in un pozzo, immerso nell'acqua, con la testa fracassata e varie ferite di arma da fuoco. Il macabro ritrovamento avvenne nel pomeriggio del 13 maggio 2011, in via San Pietro, all'estrema periferia di Bisceglie, sulla strada per Andria. Il cadavere ritrovato in un pozzo dai Carabinieri di Trani, pochi metri accanto alla macchina bruciata dell'imprenditore che fece scattare l'emergenza.
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