Territorio
Caso discarica, interviene il Movimento Rifiuti Zero
«Accuse gravissime: avevamo ragione noi»
Trani - venerdì 16 gennaio 2015
17.11
Esploso ieri il caso discarica, interviene oggi il Movimento Rifiuti Zero, che sulla gestione tranese è sempre stata vigile.
«La notizia del giorno è il sequestro della discarica di Trani da parte dei carabinieri del Noe, conseguenza dell'attività di indagine della Procura di Trani, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 16 persone tra amministratori comunali, regionali e dirigenti del settore.
Le accuse sono gravissime: disastro ambientale aggravato, emissioni in atmosfera non autorizzate, omissione di atti d'ufficio, gestione di rifiuti in mancanza di autorizzazione. Un enorme danno si sarebbe verificato a carico di terra, acqua e aria che mette a serio rischio la salute di tutti noi.
Eppure l'enormità e la gravità della vicenda non ci sorprende. Crediamo oggi di poter legittimamente rivendicare come realtà sociali l'aver sollevato il velo sul sospetto di una gestione della discarica poco attenta al rispetto delle normative. E lo abbiamo fatto con una lotta dura, lunga e faticosa. Fatta di fine settimana passati nelle piazze per informare, sensibilizzare, raccogliere firme, di incontri e conferenze stampa.
E di manifestazioni di protesta fuori e dentro il consiglio comunale, dove, per ben due volte, siamo riusciti a far arrivare la nostra proposta di adesione alla strategia rifiuti zero, che avrebbe potuto ovviare ai problemi derivanti da una gestione dissennata della discarica, e che invece per ben due volte è stata di fatto bocciata con escamotage creativi e furbeschi.
Lo abbiamo fatto anche con una diffida agli organi istituzionali e giudiziari. E lo abbiamo fatto denunciando le responsabilità di tutti, con la libertà e l'imparzialità che consente di valutare le situazioni nella loro globalità. Il provvedimento della magistratura oggi restituisce un senso alla nostra fatica e alla nostra lotta. Dimostra che i nostri timori non erano fantasie di folli idealisti, ma preoccupazioni legittime. E che il nostro impegno a difesa dell'ambiente e della salute è nello stesso tempo un impegno contro la corruzione e il malaffare. Perché solo in questo modo è possibile tutelare il bene comune.
Proprio per questo appoggiamo la proposta delle associazioni e dei movimenti della città di Trani di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario relativo a queste vicende. Oggi quella discarica è un capitolo chiuso per quanto riguarda la sua attività e l'unico intervento necessario è quello di una immediata bonifica. Ma le responsabilità non sono solo dei politici tranesi ormai decimati da arresti e denunce ma anche dell'intera classe politica di questo territorio.
Basti pensare alle responsabilità dei Sindaci di quelle città che hanno conferito i rifiuti a Trani o per esempio alle parole del'ex Presidente della Provincia Ventola che ha sempre affermato che la Bat era una Provincia virtuosa nello smaltimento dei rifiuti e che dalle nostre parti il ciclo dei rifiuti era chiuso in modo ottimale. Infatti il ciclo dei rifiuti nella Bat si teneva in piedi sfruttando al massimo e in modo illegale la discarica di Trani, sversando rifiuti talquale (non biostabilizzati) in barba alle direttive comunitarie e nazionali e scaricando sulla città i costi sociali, sanitari e ambientali.
Senza dimenticare chi in questi ultimi mesi, dopo la chiusura della discarica nel settembre scorso, ha cercato di minimizzare sui rischi che provenivano da quell'enorme buco nero, affermando che non era provato il disastro ambientale e che l'inquinamento della falda era riferito solo al tratto interno alla discarica, suscitando enorme, amara, ilarità.
Ci riferiamo all'ex Sindaco di Trani Riserbato, e all'ex vice-sindaco e Assessore all'Ambiente De Simone, ora indagati, ma anche alle affermazioni espresse durante un dibattito su una TV locale, a cui abbiamo partecipato, dal Sindaco di Andria e Presidente dell'Ato (ambito territoriale ottimale), Giorgino.
C'è poi, infine, anche un altro elemento che ci consente di dire "avevamo ragione noi" e anche su quello siamo stati accusati di essere dei visionari utopisti: abbiamo provato in tutti i modi a convincere gli amministratori della necessità di intraprendere un percorso diverso nella gestione dei rifiuti, quella strategia rifiuti zero per la quale tanto ci siamo battuti e che è una concreta realtà in molti comuni virtuosi. La nostra proposta, dunque, oggi più che mai, alla luce di quanto accaduto, si rivela l'unico strumento efficace per invertire la rotta e restituire la speranza di un futuro più pulito, sotto ogni aspetto».
«La notizia del giorno è il sequestro della discarica di Trani da parte dei carabinieri del Noe, conseguenza dell'attività di indagine della Procura di Trani, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 16 persone tra amministratori comunali, regionali e dirigenti del settore.
Le accuse sono gravissime: disastro ambientale aggravato, emissioni in atmosfera non autorizzate, omissione di atti d'ufficio, gestione di rifiuti in mancanza di autorizzazione. Un enorme danno si sarebbe verificato a carico di terra, acqua e aria che mette a serio rischio la salute di tutti noi.
Eppure l'enormità e la gravità della vicenda non ci sorprende. Crediamo oggi di poter legittimamente rivendicare come realtà sociali l'aver sollevato il velo sul sospetto di una gestione della discarica poco attenta al rispetto delle normative. E lo abbiamo fatto con una lotta dura, lunga e faticosa. Fatta di fine settimana passati nelle piazze per informare, sensibilizzare, raccogliere firme, di incontri e conferenze stampa.
E di manifestazioni di protesta fuori e dentro il consiglio comunale, dove, per ben due volte, siamo riusciti a far arrivare la nostra proposta di adesione alla strategia rifiuti zero, che avrebbe potuto ovviare ai problemi derivanti da una gestione dissennata della discarica, e che invece per ben due volte è stata di fatto bocciata con escamotage creativi e furbeschi.
Lo abbiamo fatto anche con una diffida agli organi istituzionali e giudiziari. E lo abbiamo fatto denunciando le responsabilità di tutti, con la libertà e l'imparzialità che consente di valutare le situazioni nella loro globalità. Il provvedimento della magistratura oggi restituisce un senso alla nostra fatica e alla nostra lotta. Dimostra che i nostri timori non erano fantasie di folli idealisti, ma preoccupazioni legittime. E che il nostro impegno a difesa dell'ambiente e della salute è nello stesso tempo un impegno contro la corruzione e il malaffare. Perché solo in questo modo è possibile tutelare il bene comune.
Proprio per questo appoggiamo la proposta delle associazioni e dei movimenti della città di Trani di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario relativo a queste vicende. Oggi quella discarica è un capitolo chiuso per quanto riguarda la sua attività e l'unico intervento necessario è quello di una immediata bonifica. Ma le responsabilità non sono solo dei politici tranesi ormai decimati da arresti e denunce ma anche dell'intera classe politica di questo territorio.
Basti pensare alle responsabilità dei Sindaci di quelle città che hanno conferito i rifiuti a Trani o per esempio alle parole del'ex Presidente della Provincia Ventola che ha sempre affermato che la Bat era una Provincia virtuosa nello smaltimento dei rifiuti e che dalle nostre parti il ciclo dei rifiuti era chiuso in modo ottimale. Infatti il ciclo dei rifiuti nella Bat si teneva in piedi sfruttando al massimo e in modo illegale la discarica di Trani, sversando rifiuti talquale (non biostabilizzati) in barba alle direttive comunitarie e nazionali e scaricando sulla città i costi sociali, sanitari e ambientali.
Senza dimenticare chi in questi ultimi mesi, dopo la chiusura della discarica nel settembre scorso, ha cercato di minimizzare sui rischi che provenivano da quell'enorme buco nero, affermando che non era provato il disastro ambientale e che l'inquinamento della falda era riferito solo al tratto interno alla discarica, suscitando enorme, amara, ilarità.
Ci riferiamo all'ex Sindaco di Trani Riserbato, e all'ex vice-sindaco e Assessore all'Ambiente De Simone, ora indagati, ma anche alle affermazioni espresse durante un dibattito su una TV locale, a cui abbiamo partecipato, dal Sindaco di Andria e Presidente dell'Ato (ambito territoriale ottimale), Giorgino.
C'è poi, infine, anche un altro elemento che ci consente di dire "avevamo ragione noi" e anche su quello siamo stati accusati di essere dei visionari utopisti: abbiamo provato in tutti i modi a convincere gli amministratori della necessità di intraprendere un percorso diverso nella gestione dei rifiuti, quella strategia rifiuti zero per la quale tanto ci siamo battuti e che è una concreta realtà in molti comuni virtuosi. La nostra proposta, dunque, oggi più che mai, alla luce di quanto accaduto, si rivela l'unico strumento efficace per invertire la rotta e restituire la speranza di un futuro più pulito, sotto ogni aspetto».