Vita di città
#ChiudiamoLaDiscarica, venerdì prima assemblea del nuovo comitato
Un unico grande obiettivo: la chiusura definitiva
Trani - martedì 5 luglio 2016
9.02
Venerdì 8 luglio, alle 19.30, in piazza della Repubblica (lato Giovanni Bovio), a Trani, si terrà l'assemblea costituente del comitato cittadino #ChiudiamoLaDiscarica. L'iniziativa è promossa da un gruppo di cittadini che appartengono ad associazioni, gruppi e movimenti di diversa estrazione e plurime finalità, ma che condividono un unico grande obiettivo: la chiusura definitiva della discarica di contrada Puro Vecchio. Il fatto che la discarica sia inattiva da quasi due anni non basta ai promotori del comitato, che chiedono un atto amministrativo finalizzato al tombamento della discarica, previa la messa in sicurezza.
Le ragioni della richiesta sono molteplici e coincidono con il documento in 40 punti stilato qualche tempo fa dal geologo Francesco Bartucci. «Alcuni esponenti dell'amministrazione comunale garantiscono di volere la stessa cosa, ovvero la chiusura definitiva della discarica», spiegano i promotori del comitato, «ma dai documenti ufficiali emerge tutt'altro e comunque manca un documento da cui si evinca la chiara volontà di non accogliere mai più rifiuti nella nostra discarica. Ecco, noi è questo che vogliamo: i tecnicismi, come l'apertura di una fantomatica discarica di soccorso, li lasciamo ad altri, noi vogliamo solo la garanzia che nell'impianto di contrada Puro Vecchio non entri più neanche un sacchetto della spazzatura. E siamo certi che questo obiettivo sia condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Per questo, attraverso la costituzione di questo comitato, intendiamo mettere in moto una mobilitazione cittadina, al fine di far comprendere all'amministrazione che la chiusura della discarica per sempre non è un capriccio di pochi, ma una volontà popolare, di cui non si può non tenere conto».
Al comitato potranno aderire singoli cittadini, associazioni, movimenti, partiti, imprese, chiunque condivida questo obiettivo, senza distinzioni di sorta. Per manifestare l'assenso sarà sufficiente sottoscrivere un appello che sarà inviato al sindaco, in qualità di responsabile della tutela della salute dei cittadini, e a cui sarà chiesto: che dia inizio, presso tutte le sedi competenti (Provincia, Regione, Oga, ecc.) ad un percorso istituzionale che porti alla definitiva e completa chiusura, dismissione e riqualificazione paesaggistica della discarica, sia per i lotti già esistenti (I, II, III), che per quelli eventualmente in progetto di realizzazione; che le uniche attività da svolgere all'interno dell'impianto siano finalizzate solo ed esclusivamente alla messa in sicurezza definitiva della discarica, allo scopo di procedere poi al suo tombamento e successivo ripristino ambientale tramite la piantumazione di un idoneo manto vegetale; che al fine di ottimizzare le spese a carico della collettività, vengano da subito adottati provvedimenti quali la realizzazione di un impianto di fitodepurazione del percolato o un impianto di trattamento del percolato in sito; che si avvii quanto prima un percorso virtuoso che vada verso una gestione dei rifiuti razionale e rispettosa dell'ambiente quale la Strategia Rifiuti Zero, escludendo il ricorso ad altre metodologie di smaltimento dei rifiuti quali inceneritori o altro, altrettanto nocivi per la salute dei cittadini come dimostrato da molte evidenze scientifiche; che porti avanti tutte le azioni politiche, legali e tecniche perché si faccia chiarezza nei modi previsti dalla legge, sulle responsabilità che hanno portato nel corso degli anni al disastro ambientale che stiamo subendo.
Le ragioni della richiesta sono molteplici e coincidono con il documento in 40 punti stilato qualche tempo fa dal geologo Francesco Bartucci. «Alcuni esponenti dell'amministrazione comunale garantiscono di volere la stessa cosa, ovvero la chiusura definitiva della discarica», spiegano i promotori del comitato, «ma dai documenti ufficiali emerge tutt'altro e comunque manca un documento da cui si evinca la chiara volontà di non accogliere mai più rifiuti nella nostra discarica. Ecco, noi è questo che vogliamo: i tecnicismi, come l'apertura di una fantomatica discarica di soccorso, li lasciamo ad altri, noi vogliamo solo la garanzia che nell'impianto di contrada Puro Vecchio non entri più neanche un sacchetto della spazzatura. E siamo certi che questo obiettivo sia condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Per questo, attraverso la costituzione di questo comitato, intendiamo mettere in moto una mobilitazione cittadina, al fine di far comprendere all'amministrazione che la chiusura della discarica per sempre non è un capriccio di pochi, ma una volontà popolare, di cui non si può non tenere conto».
Al comitato potranno aderire singoli cittadini, associazioni, movimenti, partiti, imprese, chiunque condivida questo obiettivo, senza distinzioni di sorta. Per manifestare l'assenso sarà sufficiente sottoscrivere un appello che sarà inviato al sindaco, in qualità di responsabile della tutela della salute dei cittadini, e a cui sarà chiesto: che dia inizio, presso tutte le sedi competenti (Provincia, Regione, Oga, ecc.) ad un percorso istituzionale che porti alla definitiva e completa chiusura, dismissione e riqualificazione paesaggistica della discarica, sia per i lotti già esistenti (I, II, III), che per quelli eventualmente in progetto di realizzazione; che le uniche attività da svolgere all'interno dell'impianto siano finalizzate solo ed esclusivamente alla messa in sicurezza definitiva della discarica, allo scopo di procedere poi al suo tombamento e successivo ripristino ambientale tramite la piantumazione di un idoneo manto vegetale; che al fine di ottimizzare le spese a carico della collettività, vengano da subito adottati provvedimenti quali la realizzazione di un impianto di fitodepurazione del percolato o un impianto di trattamento del percolato in sito; che si avvii quanto prima un percorso virtuoso che vada verso una gestione dei rifiuti razionale e rispettosa dell'ambiente quale la Strategia Rifiuti Zero, escludendo il ricorso ad altre metodologie di smaltimento dei rifiuti quali inceneritori o altro, altrettanto nocivi per la salute dei cittadini come dimostrato da molte evidenze scientifiche; che porti avanti tutte le azioni politiche, legali e tecniche perché si faccia chiarezza nei modi previsti dalla legge, sulle responsabilità che hanno portato nel corso degli anni al disastro ambientale che stiamo subendo.