Vita di città
Ciao, Davide, talento indimenticabile…
Il ricordo del musicista tranese affidato alle parole di Alfredo Nolasco
Trani - domenica 14 dicembre 2014
10.02
Pubblichiamo integralmente un pensiero del collega Alfredo Nolasco per ricordare Davide Santorsola.
«Sembra ieri: "Santorsola, Nolasco: alla lavagna…". E ci si scambiava lo sguardo, alzandoci dai banchi, come al solito, come a voler dire: ma perché sempre noi..? Noi che avevamo un'opinione forse un po' troppo personale della vita liceale e certamente tutt'altro a cui pensare in quei pomeriggi magici e spensierati, irripetibili e indimenticabili di metà anni '70, immersi in quella musica che era denominatore comune dei nostri mondi paralleli. E mentre io mi dimenavo ai microfoni delle radio, mixando dischi di star che avrei potuto solo sognare, tu cominciavi, con impegno, a tratteggiare i contorni di un percorso che ti avrebbe portato davvero al fianco di certe star, oltre che alla realizzazione di dischi da autentico protagonista.
Ricordo che a sedici anni eri già un genio. Ti conoscevo poco quando, per motivi "tecnici", diventammo compagni di liceo, al "De Sanctis" di Trani. Una sera, per caso, ad una festa, mentre ti accomodavi al pianoforte e ti osservavo con sufficienza, un amico comune mi sussurrò: "ascolta come suona quello lì…". Restai sbalordito quando per pochi intimi improvvisasti Honky Tonk Train Blues con una maestria e personalità tale che sembrava andare oltre lo stile del vero Keith Emerson…
In realtà si trattava solo di un modestissimo saggio del talento che ti avrebbe condotto al fianco di gente come Phil Woods, Lee Konitz, Urbie Green, Benny Golson, Bobby Watson, in giro da un continente all'altro, fino al successo su palcoscenici da antologia come quello del Fukuoka Blue Note. Non a caso Ruth Ellington, esaltando la tua innata capacità d'improvvisazione, sottolineava che il tuo modo di suonare "non somiglia a quello di nessun altro".
Non lo hai mai saputo, professore, ma ti ho sempre apprezzato. Ho pensato a te qualche mese fa, dopo aver registrato una trasmissione con una nostra conterranea ed amica comune che di nome fa Serena Brancale. Nel backstage, dopo la registrazione del suo "live", mi dissero: "Ha talento, dove l'hai scoperta?". E io, con un pizzico d'orgoglio: "E' pugliese, tranese d'adozione: fucina di talenti…". Come te, Davide. In quel momento ho pensato che a "Colpa d'Alfredo", dopo tante "firme" del jazz pugliese e nazionale, tu non potevi mancare, sempre se ne avessi avuto piacere. E invece no, il destino non ha voluto…
Provo un senso di rabbia ed impotenza pensando che i nostri mondi, essendo ormai solo paralleli, non ci hanno più permesso di incontrarci, di stare insieme, magari con gli amici di un tempo, per raccontarci e soprattutto tornare a sorridere insieme. Ma soprattutto provo un senso di rabbia ed impotenza pensando che in pieno terzo millennio, mentre si va e viene dalla luna, ancora non si riesce a sconfiggere quel dannato mostro…
Ciao, Davide, persona speciale, talento verace. Sappi che non ti dimenticherò, come non potrà dimenticarti ogni estimatore del vero jazz. Con l'auspicio che la "nostra" Trani sappia renderti adeguatamente onore. Perché i talenti come te non si ripetono…»
Davide Santorsola, pianista, compositore e arrangiatore tranese, é deceduto prematuramente all'età di 53 anni, a causa di un male incurabile, nell'ospedale di Bisceglie. Santorsola, talento naturale, si era affermato da autodidatta fin dall'adolescenza, caratterizzato da un personalissimo istinto musicale, ideale fondamento per i successivi studi orientati al jazz, fino alla laurea al Dams di Bologna. Variegata la discografia dell'artista nato nel '61 ad Andria (ma residente a Trani) affermato anche come docente di pianoforte jazz presso il Conservatorio statale di musica "San Giacomantonio" di Cosenza e professore freelance di Pianoforte e Armonia jazz presso diversi conservatori italiani.
«Sembra ieri: "Santorsola, Nolasco: alla lavagna…". E ci si scambiava lo sguardo, alzandoci dai banchi, come al solito, come a voler dire: ma perché sempre noi..? Noi che avevamo un'opinione forse un po' troppo personale della vita liceale e certamente tutt'altro a cui pensare in quei pomeriggi magici e spensierati, irripetibili e indimenticabili di metà anni '70, immersi in quella musica che era denominatore comune dei nostri mondi paralleli. E mentre io mi dimenavo ai microfoni delle radio, mixando dischi di star che avrei potuto solo sognare, tu cominciavi, con impegno, a tratteggiare i contorni di un percorso che ti avrebbe portato davvero al fianco di certe star, oltre che alla realizzazione di dischi da autentico protagonista.
Ricordo che a sedici anni eri già un genio. Ti conoscevo poco quando, per motivi "tecnici", diventammo compagni di liceo, al "De Sanctis" di Trani. Una sera, per caso, ad una festa, mentre ti accomodavi al pianoforte e ti osservavo con sufficienza, un amico comune mi sussurrò: "ascolta come suona quello lì…". Restai sbalordito quando per pochi intimi improvvisasti Honky Tonk Train Blues con una maestria e personalità tale che sembrava andare oltre lo stile del vero Keith Emerson…
In realtà si trattava solo di un modestissimo saggio del talento che ti avrebbe condotto al fianco di gente come Phil Woods, Lee Konitz, Urbie Green, Benny Golson, Bobby Watson, in giro da un continente all'altro, fino al successo su palcoscenici da antologia come quello del Fukuoka Blue Note. Non a caso Ruth Ellington, esaltando la tua innata capacità d'improvvisazione, sottolineava che il tuo modo di suonare "non somiglia a quello di nessun altro".
Non lo hai mai saputo, professore, ma ti ho sempre apprezzato. Ho pensato a te qualche mese fa, dopo aver registrato una trasmissione con una nostra conterranea ed amica comune che di nome fa Serena Brancale. Nel backstage, dopo la registrazione del suo "live", mi dissero: "Ha talento, dove l'hai scoperta?". E io, con un pizzico d'orgoglio: "E' pugliese, tranese d'adozione: fucina di talenti…". Come te, Davide. In quel momento ho pensato che a "Colpa d'Alfredo", dopo tante "firme" del jazz pugliese e nazionale, tu non potevi mancare, sempre se ne avessi avuto piacere. E invece no, il destino non ha voluto…
Provo un senso di rabbia ed impotenza pensando che i nostri mondi, essendo ormai solo paralleli, non ci hanno più permesso di incontrarci, di stare insieme, magari con gli amici di un tempo, per raccontarci e soprattutto tornare a sorridere insieme. Ma soprattutto provo un senso di rabbia ed impotenza pensando che in pieno terzo millennio, mentre si va e viene dalla luna, ancora non si riesce a sconfiggere quel dannato mostro…
Ciao, Davide, persona speciale, talento verace. Sappi che non ti dimenticherò, come non potrà dimenticarti ogni estimatore del vero jazz. Con l'auspicio che la "nostra" Trani sappia renderti adeguatamente onore. Perché i talenti come te non si ripetono…»
Davide Santorsola, pianista, compositore e arrangiatore tranese, é deceduto prematuramente all'età di 53 anni, a causa di un male incurabile, nell'ospedale di Bisceglie. Santorsola, talento naturale, si era affermato da autodidatta fin dall'adolescenza, caratterizzato da un personalissimo istinto musicale, ideale fondamento per i successivi studi orientati al jazz, fino alla laurea al Dams di Bologna. Variegata la discografia dell'artista nato nel '61 ad Andria (ma residente a Trani) affermato anche come docente di pianoforte jazz presso il Conservatorio statale di musica "San Giacomantonio" di Cosenza e professore freelance di Pianoforte e Armonia jazz presso diversi conservatori italiani.