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Coltivazione idroponica della cannabis: guida con consigli
Un approfondimento sul tema
Trani - lunedì 14 giugno 2021
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Quando si parla di cannabis, è necessario ricordare che, se ci si focalizza su quella light, ossia caratterizzata da un basso contenuto di THC, è consentita, oltre alla commercializzazione, anche la coltivazione in ambito domestico. Non è un caso che i tantissimi growshop presenti sulle strade delle nostre città - così come gli e-commerce - vendano semi e kit per chi vuole coltivare tra le mura di casa.
Nel momento in cui si chiama in causa questa scelta, è doveroso citare diverse tecniche. Una delle più apprezzate è l'idroponica. Di cosa si tratta? Quali sono i vantaggi? Come si procede a livello pratico? Nelle prossime righe di questo articolo, abbiamo raccolto le risposte agli interrogativi appena citati.
A livello concreto, si parla di tecnica idroponica nel momento in cui, come substrato per le piante, si utilizza l'acqua e non la terra. Questo permette di apprezzare diversi vantaggi interessanti. Innanzitutto, si ha a che fare con un ridotto consumo di suolo. Un altro aspetto da ricordare riguarda il fatto che, grazie all'idroponica, le sostanze nutritive risultano immediatamente disponibili. Questo si traduce in una crescita più rapida - di circa il 30% rispetto a quello che si può apprezzare con la coltivazione nella terra - e in una maggior resa. A questo punto, non resta che entrare nel vivo delle dritte per coltivare la cannabis a casa ricorrendo alla tecnica idroponica.
Un doveroso cenno deve essere dedicato al substrato. Le alternative a tal proposito sono diverse. Tra le più apprezzate rientra l'argilla espansa. Da non dimenticare sono anche la lana di roccia, particolarmente consigliata quando si punta a ottimizzare i livelli di umidità della parte superiore delle radici, e la perlite.
In linea generale, se si ha intenzione di avere successo con la coltivazione con tecnica idroponica è necessario mettersi nell'ottica di manutenere costantemente l'impianto realizzato. Ciò significa monitorare parametri come il pH. Perché questo fattore è importante? Per un motivo molto semplice, ossia il fatto che, in linea di massima, la disponibilità di sostanze nutritive è maggiore nelle situazioni in cui l'ambiente in cui le piante crescono risulta leggermente acido.
I numeri ottimali prevedono un pH compreso tra 5,5 e 5,8. Come capire se la situazione è sotto controllo da questo punto di vista? Monitorandola con dei kit ad hoc. Da non dimenticare, infine, è anche la temperatura dell'acqua. Quest'ultima dovrebbe aggirarsi, se possibile, attorno ai 20°C. Per monitorarla, lo strumento di riferimento è ovviamente il termometro.
Nel momento in cui si chiama in causa questa scelta, è doveroso citare diverse tecniche. Una delle più apprezzate è l'idroponica. Di cosa si tratta? Quali sono i vantaggi? Come si procede a livello pratico? Nelle prossime righe di questo articolo, abbiamo raccolto le risposte agli interrogativi appena citati.
Cos'è la coltivazione idroponica
Iniziamo dalle basi, cercando di capire assieme di cosa si parla di preciso quando si nomina la tecnica di coltivazione idroponica. Questo modo di approcciarsi all'agricoltura ha origini molto antiche. Per rendersene conto, basta ricordare che una delle primissime testimonianze del suo ricorso nella storia sono i giardini pensili della città di Babilonia.A livello concreto, si parla di tecnica idroponica nel momento in cui, come substrato per le piante, si utilizza l'acqua e non la terra. Questo permette di apprezzare diversi vantaggi interessanti. Innanzitutto, si ha a che fare con un ridotto consumo di suolo. Un altro aspetto da ricordare riguarda il fatto che, grazie all'idroponica, le sostanze nutritive risultano immediatamente disponibili. Questo si traduce in una crescita più rapida - di circa il 30% rispetto a quello che si può apprezzare con la coltivazione nella terra - e in una maggior resa. A questo punto, non resta che entrare nel vivo delle dritte per coltivare la cannabis a casa ricorrendo alla tecnica idroponica.
Cannabis con tecnica idroponica: come coltivarla a casa
Quando si parla di coltivazione della cannabis con tecnica idroponica tra le mura domestiche, è necessario chiamare in causa alcune dritte pratiche per il kit. Innanzitutto è il caso di procurarsi delle lampade a LED e dei supporti per sostenerle, una pietra porosa, una pompa, un serbatoio ad hoc per l'impianto idroponico, delle ventole, dei tubi per la canalizzazione, dei vasi caratterizzati dalla presenza di trama a rete.Un doveroso cenno deve essere dedicato al substrato. Le alternative a tal proposito sono diverse. Tra le più apprezzate rientra l'argilla espansa. Da non dimenticare sono anche la lana di roccia, particolarmente consigliata quando si punta a ottimizzare i livelli di umidità della parte superiore delle radici, e la perlite.
Altri consigli
Si potrebbero scrivere pagine e pagine in merito ai consigli per la coltivazione idroponica della cannabis a livello domestico. Tra le dritte in questione, un doveroso cenno deve essere dedicato al focus sulla tipologia di pianta da coltivare. Gli esperti raccomandano, in virtù delle sue dimensioni ridotte, di focalizzarsi sulla sativa.In linea generale, se si ha intenzione di avere successo con la coltivazione con tecnica idroponica è necessario mettersi nell'ottica di manutenere costantemente l'impianto realizzato. Ciò significa monitorare parametri come il pH. Perché questo fattore è importante? Per un motivo molto semplice, ossia il fatto che, in linea di massima, la disponibilità di sostanze nutritive è maggiore nelle situazioni in cui l'ambiente in cui le piante crescono risulta leggermente acido.
I numeri ottimali prevedono un pH compreso tra 5,5 e 5,8. Come capire se la situazione è sotto controllo da questo punto di vista? Monitorandola con dei kit ad hoc. Da non dimenticare, infine, è anche la temperatura dell'acqua. Quest'ultima dovrebbe aggirarsi, se possibile, attorno ai 20°C. Per monitorarla, lo strumento di riferimento è ovviamente il termometro.