Vita di città
Comitato Bene Comune, la discarica è un sito contaminato
«L'ultimo atto di una pericolosa e intricata telenovela ambientale»
Trani - venerdì 24 aprile 2015
6.53
«Il tumultuoso susseguirsi di provvedimenti amministrativi che coinvolgono la discarica per R.S.U dell'Amiu rende sempre più inestricabile il percorso legato alla chiusura dell'impianto e alla messa in sicurezza. È indispensabile cambiare decisamente pagina ed adoperare i provvedimenti amministrativi e tecnici per considerare ufficialmente l'impianto della discarica come sito contaminato». È con queste parole che Luca Carabba e Vincenzo Cripezzi del Comitato Bene Comune commentano l'ultima ordinanza del Commissario Iaculli circa l'urgente messa in sicurezza della discarica entro il 30 maggio definendola come «l'ultimo atto di una pericolosa ed intricata telenovela ambientale, economica e sanitaria che coinvolge sin d'ora la vita dei cittadini tranesi ma che sicuramente si ripercuoterà negativamente anche sulle prossime generazioni».
«L'entità del danno ambientale – continuano gli esponenti del Comitato - non è ancora ben percepita dai tranesi ed ancor più da alcuni baldanzosi candidati alle imminenti amministrative che sarebbero pronti a riattivare il conferimento in discarica in un battibaleno pur di risanare le prosciugate casse comunali. Ciò che sicuramente non si prosciugherà sarà il bacino di tenuta idraulica della discarica sempre più sovraccaricato dal percolato e sempre più lacerato ed impattante sulla falda. Intorno alla discarica in località 'Puro' aleggia un sempre più denso alone di misteri avvolto da un fitto groviglio di atti, deleghe, ordinanze, sospensioni e procedimenti penali. Numerose e fondamentali le questioni aperte: rottura del sistema di tenuta, contaminazione della falda, mancata captazione dei biogas, mancata realizzazione del capping sul terzo lotto, revoca dell'autorizzazione integrata ambientale, delega delle competenze di controllo dalla Regione alla Provincia BAT, e dulcis in fundo, i procedimenti penali in corso finalizzati all'accertamento delle responsabilità nella gestione tecnica ed amministrativa. Si è materializzato un quadro astratto ed insidiosissimo sul piano delle conseguenze e delle responsabilità con questioni enormi che condizionano gravemente il percorso della messa in sicurezza e della trasparenza delle informazioni ambientali.
Dal punto di vista normativo ed ambientale la discarica di Trani è ancora attiva, funzionante e contaminante. Il fatto che non si conferiscano più rifiuti da alcuni mesi è solo un dettaglio gestionale ed economico. Formalmente, non c'è stato alcun atto ufficiale di chiusura così come previsto dall'Art. 12 del D.L. 13 gennaio 2003, n. 36. Sotto l'aspetto ambientale e sanitario l'impianto continua a rilasciare sostanze contaminanti nell'ambiente come il pericolosissimo percolato e gli impattanti biogas. Vale la pena ricordare che, pur in presenza della formale ordinanza di chiusura, lo stesso Art. 12 stabilisca che "Anche dopo la chiusura definitiva della discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l'ambiente". La normativa in materia impone che il post-esercizio abbia una durata di 30 anni. La complessa gestione post-operativa è regolamentata dall'Art. 13 e prevede l'approvazione formale di un piano di gestione e monitoraggio.
Dai provvedimenti amministrativi emessi a vari livelli non trapelano chiaramente le informazioni legate alla cattiva gestione dell'impianto anche se facilmente intuibili visti i numerosi inadempimenti più volte contestati. Così come non viene ancora resa di pubblico dominio la reale entità del danno ambientale conseguente alla rottura del sistema di tenuta del fondo della discarica. Delle varie perizie espletate si sa ben poco e non si sa decisamente nulla dei dettagli tecnici contenuti nel piano di messa in sicurezza. Intuiamo che probabilmente non si sia davanti ad un vero e proprio 'piano di messa in sicurezza' piuttosto ad una serie di parziali provvedimenti tecnici già imposti a vari livelli dagli enti di controllo. Comunque, stante l'intricato quadro normativo e gestionale, qualunque siano le iniziative tecniche urgenti ci desta stupore che possano essere concretizzate efficacemente entro il 30 Maggio 2015.
Così come ci destano non poche perplessità le deleghe delle competenze dalla Regione alla Provincia BAT. Probabilmente siamo davanti all'ennesimo scaricabarile finalizzato alla deresponsabilizzazione di taluni soggetti che tentano la fuga dal pericoloso campo minato. Tutto ciò che apprendiamo in merito alla discarica si evince dalle notizie che trapelano dagli organi d'informazione ed è del tutto normale che i cittadini siano sospettosi. Sospetti che diventano ancora più fondati ed allarmanti in seguito al decreto di revoca dell'Autorizzazione Integrata Ambientale emessa dalla Regione Puglia dopo che da alcuni atti tecnico-amministrativi è emerso il potenziale rischio di esplosione».
Questa la proposta avanzata dal Comitato: «Riteniamo che sia doveroso entrare con un maggior preciso impegno nelle questioni ambientali ed amministrative che per anni hanno caratterizzato il conferimento dei rifiuti tal-quale nell'impianto in località 'Puro Vecchio' senza che siano state efficacemente adottate le tecniche di controllo delle emissioni sulle matrici ambientali. E' indispensabile, inoltre, entrare in una nuova fase con la quale si guardi il sito della discarica non più come un impianto da utilizzare per l'ulteriore conferimento di rifiuti bensì un sito potenzialmente contaminato di importanza regionale o nazionale da bonificare con i necessari provvedimenti tecnici che possano minimizzare o addirittura annullare le potenzialità inquinanti dell'impianto».
«L'entità del danno ambientale – continuano gli esponenti del Comitato - non è ancora ben percepita dai tranesi ed ancor più da alcuni baldanzosi candidati alle imminenti amministrative che sarebbero pronti a riattivare il conferimento in discarica in un battibaleno pur di risanare le prosciugate casse comunali. Ciò che sicuramente non si prosciugherà sarà il bacino di tenuta idraulica della discarica sempre più sovraccaricato dal percolato e sempre più lacerato ed impattante sulla falda. Intorno alla discarica in località 'Puro' aleggia un sempre più denso alone di misteri avvolto da un fitto groviglio di atti, deleghe, ordinanze, sospensioni e procedimenti penali. Numerose e fondamentali le questioni aperte: rottura del sistema di tenuta, contaminazione della falda, mancata captazione dei biogas, mancata realizzazione del capping sul terzo lotto, revoca dell'autorizzazione integrata ambientale, delega delle competenze di controllo dalla Regione alla Provincia BAT, e dulcis in fundo, i procedimenti penali in corso finalizzati all'accertamento delle responsabilità nella gestione tecnica ed amministrativa. Si è materializzato un quadro astratto ed insidiosissimo sul piano delle conseguenze e delle responsabilità con questioni enormi che condizionano gravemente il percorso della messa in sicurezza e della trasparenza delle informazioni ambientali.
Dal punto di vista normativo ed ambientale la discarica di Trani è ancora attiva, funzionante e contaminante. Il fatto che non si conferiscano più rifiuti da alcuni mesi è solo un dettaglio gestionale ed economico. Formalmente, non c'è stato alcun atto ufficiale di chiusura così come previsto dall'Art. 12 del D.L. 13 gennaio 2003, n. 36. Sotto l'aspetto ambientale e sanitario l'impianto continua a rilasciare sostanze contaminanti nell'ambiente come il pericolosissimo percolato e gli impattanti biogas. Vale la pena ricordare che, pur in presenza della formale ordinanza di chiusura, lo stesso Art. 12 stabilisca che "Anche dopo la chiusura definitiva della discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l'ambiente". La normativa in materia impone che il post-esercizio abbia una durata di 30 anni. La complessa gestione post-operativa è regolamentata dall'Art. 13 e prevede l'approvazione formale di un piano di gestione e monitoraggio.
Dai provvedimenti amministrativi emessi a vari livelli non trapelano chiaramente le informazioni legate alla cattiva gestione dell'impianto anche se facilmente intuibili visti i numerosi inadempimenti più volte contestati. Così come non viene ancora resa di pubblico dominio la reale entità del danno ambientale conseguente alla rottura del sistema di tenuta del fondo della discarica. Delle varie perizie espletate si sa ben poco e non si sa decisamente nulla dei dettagli tecnici contenuti nel piano di messa in sicurezza. Intuiamo che probabilmente non si sia davanti ad un vero e proprio 'piano di messa in sicurezza' piuttosto ad una serie di parziali provvedimenti tecnici già imposti a vari livelli dagli enti di controllo. Comunque, stante l'intricato quadro normativo e gestionale, qualunque siano le iniziative tecniche urgenti ci desta stupore che possano essere concretizzate efficacemente entro il 30 Maggio 2015.
Così come ci destano non poche perplessità le deleghe delle competenze dalla Regione alla Provincia BAT. Probabilmente siamo davanti all'ennesimo scaricabarile finalizzato alla deresponsabilizzazione di taluni soggetti che tentano la fuga dal pericoloso campo minato. Tutto ciò che apprendiamo in merito alla discarica si evince dalle notizie che trapelano dagli organi d'informazione ed è del tutto normale che i cittadini siano sospettosi. Sospetti che diventano ancora più fondati ed allarmanti in seguito al decreto di revoca dell'Autorizzazione Integrata Ambientale emessa dalla Regione Puglia dopo che da alcuni atti tecnico-amministrativi è emerso il potenziale rischio di esplosione».
Questa la proposta avanzata dal Comitato: «Riteniamo che sia doveroso entrare con un maggior preciso impegno nelle questioni ambientali ed amministrative che per anni hanno caratterizzato il conferimento dei rifiuti tal-quale nell'impianto in località 'Puro Vecchio' senza che siano state efficacemente adottate le tecniche di controllo delle emissioni sulle matrici ambientali. E' indispensabile, inoltre, entrare in una nuova fase con la quale si guardi il sito della discarica non più come un impianto da utilizzare per l'ulteriore conferimento di rifiuti bensì un sito potenzialmente contaminato di importanza regionale o nazionale da bonificare con i necessari provvedimenti tecnici che possano minimizzare o addirittura annullare le potenzialità inquinanti dell'impianto».