Vita di città
Commercio al dettaglio, nel 2009 male abbigliamento e calzature
I dati di Trani: 268 aperture, 196 chiusure. I due settori stentano
Trani - venerdì 19 febbraio 2010
La crisi si fa sentire nelle tasche dei tranesi ed a risentirne sono soprattutto i commercianti del settore dell'abbigliamento e delle calzature. Lo specchio di una generale difficoltà economica è il censimento delle aperture e delle chiusure delle attività commerciali al dettaglio per l'anno 2009. Il saldo finale è di 268 aperture e 196 chiusure, ma il dato è condizionato da una serie infinita di subentri, reintestazioni societarie e trasferimenti (ben oltre il 60%).
I tranesi che hanno deciso di aprire un'attività commerciale nel 2009 hanno puntato soprattutto sulla vendita di beni di prima necessità, in primis gli alimentari (40 aperture fra negozi di caseari, pane, prodotti da forno, prodotti ittici e surgelati, frutta e verdure) fra le poche attività ad avere un significativo +, insieme ai negozi di articoli per la casa e di oggettistica (30 aperture a fronte di 18 chiusure). Male i negozi di abbigliamento: 38 aperture a fronte di 44 chiusure, stesso discorso per chi vende accessori e calzature (11 aperture a fronte di 16 chiusure). Pressocché invariati i dati del settore tecnologico (10 aperture, 9 chiusure) e dell'auto (8 aperture, 7 chiusure) mentre nessuno vuole scommettere nell'ambito del turismo: non si regsitrano nuove attività di vendita di souvenir, materiale turistico e prodotti tipici, ma soltanto cambi di gestione.
Chi ha deciso di non intraprendere la via più facile e scontata (ossia aprirsi un bar, un pub o una pizzeria) ha dovuto inventarsi qualcosa di diverso: e così registriamo la nascita di attività legate al mondo della cosmesi (negozi di unghie artificali, ad esempio) oppure casi di commercio fai da te, direttamente dalla propria abitazione. E' il caso di due attività di commercio elettronico di oggetti e prodotti non alimentari: attraverso la rete si vendono mobili, oggetti, borse e maglie. Il negozio on line ha di sicuro meno costi nella fase di avviamento, ma renderà realmente? Lo sapremo guardando i dati dell'anno prossimo.
I tranesi che hanno deciso di aprire un'attività commerciale nel 2009 hanno puntato soprattutto sulla vendita di beni di prima necessità, in primis gli alimentari (40 aperture fra negozi di caseari, pane, prodotti da forno, prodotti ittici e surgelati, frutta e verdure) fra le poche attività ad avere un significativo +, insieme ai negozi di articoli per la casa e di oggettistica (30 aperture a fronte di 18 chiusure). Male i negozi di abbigliamento: 38 aperture a fronte di 44 chiusure, stesso discorso per chi vende accessori e calzature (11 aperture a fronte di 16 chiusure). Pressocché invariati i dati del settore tecnologico (10 aperture, 9 chiusure) e dell'auto (8 aperture, 7 chiusure) mentre nessuno vuole scommettere nell'ambito del turismo: non si regsitrano nuove attività di vendita di souvenir, materiale turistico e prodotti tipici, ma soltanto cambi di gestione.
Chi ha deciso di non intraprendere la via più facile e scontata (ossia aprirsi un bar, un pub o una pizzeria) ha dovuto inventarsi qualcosa di diverso: e così registriamo la nascita di attività legate al mondo della cosmesi (negozi di unghie artificali, ad esempio) oppure casi di commercio fai da te, direttamente dalla propria abitazione. E' il caso di due attività di commercio elettronico di oggetti e prodotti non alimentari: attraverso la rete si vendono mobili, oggetti, borse e maglie. Il negozio on line ha di sicuro meno costi nella fase di avviamento, ma renderà realmente? Lo sapremo guardando i dati dell'anno prossimo.