Politica
Comunali 2015, come ha votato Trani?
Centro-destra spaccato e in netto calo, crescono le liste civiche
Trani - mercoledì 3 giugno 2015
7.41
Aperte le urne, Trani è ancora ad un bivio. Non è bastata una campagna elettorale lunga, partita lo scorso dicembre con le dimissioni dell'ex sindaco Gigi Riserbato, per ottenere una direzione chiara dagli elettori. Ma i risultati di questo primo turno qualche responso hanno cominciato ad elargirlo. Partendo dal dato sulla disaffezione al governo della città: in netto calo i votanti (più di 4mila in meno rispetto alle scorse amministrative), quasi raddoppiate le schede bianche (si passa da un 0,52% del 2012 ad un 0,91%). Dati importanti: si parla di oltre il 13% di voti delle passate Amministrative perso nel nulla.
A sinistra, c'è da gioire ma non troppo: l'obiettivo tanto sbandierato della vittoria in singolo turno è stato fallito, ma il Partito Democratico conferma potenzialmente l'exploit delle Europee dello scorso anno (il 30% raggiunto l'anno passato può essere paragonato al 20+10 delle liste Pd ed Emiliano), dopo aver raccolto un misero 6,38% tre anni fa (cifre basse dovute anche alla momentanea scissione di Ferrante). Anche la sinistra più marcata conferma gli ultimi risultati: rispetto alle ultime Comunali si parla di una crescita di 2 punti percentuali. Attestato di stima raccolto anche dai Verdi, che guadagnano circa 1 punto e mezzo.
La destra è in sofferenza, nonostante i sorrisi e i proclami sbandierati negli ultimi 30 giorni: Forza Italia, il partito di Berlusconi, è ormai ridotta a partito minore, attestandosi ad un 4,49% non diverso dai primi risultati di qualche settimana fa nel nord Italia. I conti non tornano, soprattutto andando a sommare le quattro liste di riferimento, divise su tre candidati sindaci: Ncd, Fi, Fdi-An e Area Popolare insieme non raggiungono la corazzata 2012 del Pdl, che con il 28,56% decise fortemente sull'ultimo voto cittadino. Trani Libera rimane costante (da un 2,58 sale a un 2,66), mentre la figura di Florio (e la lista a lui collegata) convince molto di più rispetto a Tomasicchio: ecco spiegato perché sarà il primo a provare la rimonta tra due domeniche.
Cresce, invece, l'impegno e la fiducia nelle liste civiche: Antonio Procacci e Antonella Papagni (è forse giunto il momento di levare, almeno a livello locale, l'etichetta di "anti-politica" ai grillini) raccolgono insieme oltre il 20%, guidando quell'aria di rinnovamento che, comunque dovesse andare, spirerà in Consiglio Comunale: solo un terzo, grossomodo, di coloro che si siederanno a Palazzo Palmieri saranno già stati membri delle passate amministrazioni. Al netto di tutti i chiacchiericci su parentele, amicizie e quant'altro, bisognerà dare almeno una possibilità, a questi "nuovi volti", di dimostrare la differenza con quelli "vecchi".
Un'ultima ma importantissima osservazione: tornano, finalmente, le donne. Dopo l'ultimo restyling della giunta, potrebbero sedersi in Consiglio fino a nove rappresentanti del gentil sesso. Non c'è neanche bisogno di elencare i vantaggi di questa "novità", le elette sapranno renderli evidenti senza nessun aiuto.
A sinistra, c'è da gioire ma non troppo: l'obiettivo tanto sbandierato della vittoria in singolo turno è stato fallito, ma il Partito Democratico conferma potenzialmente l'exploit delle Europee dello scorso anno (il 30% raggiunto l'anno passato può essere paragonato al 20+10 delle liste Pd ed Emiliano), dopo aver raccolto un misero 6,38% tre anni fa (cifre basse dovute anche alla momentanea scissione di Ferrante). Anche la sinistra più marcata conferma gli ultimi risultati: rispetto alle ultime Comunali si parla di una crescita di 2 punti percentuali. Attestato di stima raccolto anche dai Verdi, che guadagnano circa 1 punto e mezzo.
La destra è in sofferenza, nonostante i sorrisi e i proclami sbandierati negli ultimi 30 giorni: Forza Italia, il partito di Berlusconi, è ormai ridotta a partito minore, attestandosi ad un 4,49% non diverso dai primi risultati di qualche settimana fa nel nord Italia. I conti non tornano, soprattutto andando a sommare le quattro liste di riferimento, divise su tre candidati sindaci: Ncd, Fi, Fdi-An e Area Popolare insieme non raggiungono la corazzata 2012 del Pdl, che con il 28,56% decise fortemente sull'ultimo voto cittadino. Trani Libera rimane costante (da un 2,58 sale a un 2,66), mentre la figura di Florio (e la lista a lui collegata) convince molto di più rispetto a Tomasicchio: ecco spiegato perché sarà il primo a provare la rimonta tra due domeniche.
Cresce, invece, l'impegno e la fiducia nelle liste civiche: Antonio Procacci e Antonella Papagni (è forse giunto il momento di levare, almeno a livello locale, l'etichetta di "anti-politica" ai grillini) raccolgono insieme oltre il 20%, guidando quell'aria di rinnovamento che, comunque dovesse andare, spirerà in Consiglio Comunale: solo un terzo, grossomodo, di coloro che si siederanno a Palazzo Palmieri saranno già stati membri delle passate amministrazioni. Al netto di tutti i chiacchiericci su parentele, amicizie e quant'altro, bisognerà dare almeno una possibilità, a questi "nuovi volti", di dimostrare la differenza con quelli "vecchi".
Un'ultima ma importantissima osservazione: tornano, finalmente, le donne. Dopo l'ultimo restyling della giunta, potrebbero sedersi in Consiglio fino a nove rappresentanti del gentil sesso. Non c'è neanche bisogno di elencare i vantaggi di questa "novità", le elette sapranno renderli evidenti senza nessun aiuto.