Vita di città
«Contratto di Quartiere II, il Comune ha un credito di 8 milioni di euro»
Trani#ACapo svela gli oneri non versati dalle imprese. «Ora il sindaco vada in Procura»
Trani - giovedì 29 ottobre 2015
9.16
«A dispetto di ciò che dice il sindaco di Trani, secondo il quale Trani#ACapo è in cerca di visibilità, nelle scorse settimane, senza starlo a strombazzare, abbiamo chiesto di ricevere tutti gli atti riferiti agli "interventi costruttivi residenziali nell'ambito delle aree oggetto del Contratto di Quartiere II". Lo abbiamo fatto perché vogliamo capire chi deve ancora dei soldi al Comune fra le imprese che hanno ulteriormente cementificato il quartiere S. Angelo ed anche perché talune imprese non hanno ancora consegnato le case». Così Antonio Procacci interviene sulla vicenda dei soldi dovuti dai costruttori convenzionati con il Comune.
«Le carte le abbiamo ricevute da qualche giorno e le mettiamo a disposizione di tutti, anche della lista dell'ex candidato sindaco di centrodestra», aggiunge il consigliere comunale Maria Grazia Cinquepalmi. «Purtroppo la cifra che il Comune di Trani deve recuperare da alcune di queste imprese è ancora più alta di quella da loro stimata. Infatti, secondo quanto riferito dal dirigente dell'area Urbanistica all'Avvocatura comunale e per conoscenza al commissario straordinario in data 16 marzo 2015, l'Ati rappresentata da Giambattista Scaringi deve circa 3 milioni e 340mila euro, l'Ati rappresentata da Cosimo Damiano Manna deve oltre 2 milioni e mezzo di euro e la Graziano srl deve circa 2 milioni e 270mila euro. In tutto fanno oltre 8 milioni di euro, a cui sono da aggiungere gli interessi legali».
«Questi soldi - aggiunge Cinquepalmi - si riferiscono, in gran parte, agli oneri aggiuntivi, che le imprese avrebbero dovuto pagare per convenzioni siglate con il Comune nel 2009, nel 2010, nel 2011, nel 2012 e nel 2013. Ci sarebbe da chiedersi intanto come sia stato possibile consentire la costruzione dei palazzi senza che le imprese pagassero quanto dovuto e poi il perché l'azione legale per il recupero di queste somme non sia partita prima».
«Ad ogni buon conto - proseguono i due esponenti di Trani#ACapo - il dirigente dell'area Urbanistica, su impulso del commissario straordinario, "alla luce del perdurante silenzio mantenuto dai soggetti interessati", a marzo scorso ha chiesto all'Avvocatura comunale di procedere all'azione legale contro Scaringi, Manna e Graziano. A settembre, quindi ben sei mesi dopo, si scopre che l'Avvocatura comunale si è dichiara indisponibile stante "il gravoso carico di cause attualmente gestito" e così il segretario generale ha deciso autonomamente, visto che non è ancora pronta la short list (sulla quale torneremo prossimamente, perché abbiamo da dire qualcosa anche su questo), di affidare l'incarico a un avvocato di Bari (chissà poi perché no ad uno di Trani) di agire contro Scaringi e Manna. In verità non abbiamo trovato alcuna determina relativa all'azione contro l'impresa Graziano: delle due l'una, o nel frattempo ha saldato il suo conto con il Comune o siamo noi che non abbiamo visto bene, chiederemo al segretario comunale, a cui chiederemo anche di spiegarci i contenuti di un'altra determina relativa ad un'acquisizione di un'area da parte del Comune proprio dall'impresa Graziano».
Insomma, sembra che a distanza di anni stiano per partire queste azioni di recupero. «Ci auguriamo che sia così - prosegue l'altro consigliere di Trani#ACapo, Aldo Procacci - anche perché nei mesi scorsi, in piena campagna elettorale, il dirigente del settore urbanistica, nel corso di un incontro che abbiamo avuto con il Commissario, ci ha lanciato un allarme, relativamente a queste somme, a cui non possiamo e non vogliamo credere, ovvero che, in caso di insolvenza, potrebbero essere chieste a chi ha comprato casa lì. Ma forse abbiamo capito male. Torneremo a chiederglielo e vi faremo sapere. E vi faremo sapere anche come procedono le azioni legali, perché talloneremo l'Amministrazione e il legale che ha ricevuto l'incarico».
Detto tutto questo, c'è una questione che, leggendo le carte, ha sconcertato gli esponenti del movimento civico. «Nelle tre note inviate alle imprese in questione il 6 ottobre 2014", spiegano, "il Dirigente dell'area urbanistica del Comune esprime dubbi sulla validità delle polizze fidejussorie. Cosa voleva dire il Dirigente? Invitiamo il Sindaco a prendere visione di queste tre note (se ha difficoltà ad averle dagli uffici possiamo recapitargliele noi) e a chiedere immediate spiegazioni al Dirigente. E qualora questi dovesse confermare i suoi dubbi lo invitiamo a recarsi, "senza indugio", dal procuratore della Repubblica».
«Sul contratto di quartiere - concludono da Trani#ACapo - crediamo che, al di là delle autoincensazioni, qualcuno debba fornire dei chiarimenti. Noi, come abbiamo dimostrato, ci stiamo muovendo anche su questo fronte, senza darne troppa pubblicità, e di certo andremo sino in fondo».
«Le carte le abbiamo ricevute da qualche giorno e le mettiamo a disposizione di tutti, anche della lista dell'ex candidato sindaco di centrodestra», aggiunge il consigliere comunale Maria Grazia Cinquepalmi. «Purtroppo la cifra che il Comune di Trani deve recuperare da alcune di queste imprese è ancora più alta di quella da loro stimata. Infatti, secondo quanto riferito dal dirigente dell'area Urbanistica all'Avvocatura comunale e per conoscenza al commissario straordinario in data 16 marzo 2015, l'Ati rappresentata da Giambattista Scaringi deve circa 3 milioni e 340mila euro, l'Ati rappresentata da Cosimo Damiano Manna deve oltre 2 milioni e mezzo di euro e la Graziano srl deve circa 2 milioni e 270mila euro. In tutto fanno oltre 8 milioni di euro, a cui sono da aggiungere gli interessi legali».
«Questi soldi - aggiunge Cinquepalmi - si riferiscono, in gran parte, agli oneri aggiuntivi, che le imprese avrebbero dovuto pagare per convenzioni siglate con il Comune nel 2009, nel 2010, nel 2011, nel 2012 e nel 2013. Ci sarebbe da chiedersi intanto come sia stato possibile consentire la costruzione dei palazzi senza che le imprese pagassero quanto dovuto e poi il perché l'azione legale per il recupero di queste somme non sia partita prima».
«Ad ogni buon conto - proseguono i due esponenti di Trani#ACapo - il dirigente dell'area Urbanistica, su impulso del commissario straordinario, "alla luce del perdurante silenzio mantenuto dai soggetti interessati", a marzo scorso ha chiesto all'Avvocatura comunale di procedere all'azione legale contro Scaringi, Manna e Graziano. A settembre, quindi ben sei mesi dopo, si scopre che l'Avvocatura comunale si è dichiara indisponibile stante "il gravoso carico di cause attualmente gestito" e così il segretario generale ha deciso autonomamente, visto che non è ancora pronta la short list (sulla quale torneremo prossimamente, perché abbiamo da dire qualcosa anche su questo), di affidare l'incarico a un avvocato di Bari (chissà poi perché no ad uno di Trani) di agire contro Scaringi e Manna. In verità non abbiamo trovato alcuna determina relativa all'azione contro l'impresa Graziano: delle due l'una, o nel frattempo ha saldato il suo conto con il Comune o siamo noi che non abbiamo visto bene, chiederemo al segretario comunale, a cui chiederemo anche di spiegarci i contenuti di un'altra determina relativa ad un'acquisizione di un'area da parte del Comune proprio dall'impresa Graziano».
Insomma, sembra che a distanza di anni stiano per partire queste azioni di recupero. «Ci auguriamo che sia così - prosegue l'altro consigliere di Trani#ACapo, Aldo Procacci - anche perché nei mesi scorsi, in piena campagna elettorale, il dirigente del settore urbanistica, nel corso di un incontro che abbiamo avuto con il Commissario, ci ha lanciato un allarme, relativamente a queste somme, a cui non possiamo e non vogliamo credere, ovvero che, in caso di insolvenza, potrebbero essere chieste a chi ha comprato casa lì. Ma forse abbiamo capito male. Torneremo a chiederglielo e vi faremo sapere. E vi faremo sapere anche come procedono le azioni legali, perché talloneremo l'Amministrazione e il legale che ha ricevuto l'incarico».
Detto tutto questo, c'è una questione che, leggendo le carte, ha sconcertato gli esponenti del movimento civico. «Nelle tre note inviate alle imprese in questione il 6 ottobre 2014", spiegano, "il Dirigente dell'area urbanistica del Comune esprime dubbi sulla validità delle polizze fidejussorie. Cosa voleva dire il Dirigente? Invitiamo il Sindaco a prendere visione di queste tre note (se ha difficoltà ad averle dagli uffici possiamo recapitargliele noi) e a chiedere immediate spiegazioni al Dirigente. E qualora questi dovesse confermare i suoi dubbi lo invitiamo a recarsi, "senza indugio", dal procuratore della Repubblica».
«Sul contratto di quartiere - concludono da Trani#ACapo - crediamo che, al di là delle autoincensazioni, qualcuno debba fornire dei chiarimenti. Noi, come abbiamo dimostrato, ci stiamo muovendo anche su questo fronte, senza darne troppa pubblicità, e di certo andremo sino in fondo».