Vita di città
Controreplica di Ronco a Nolasco
«Nel nome del bove che ingiuria il ciuccio di essere cornuto, interrompi la dieta»
Trani - giovedì 8 gennaio 2009
La controreplica di Giovanni Ronco ad Alfredo Nolasco:
«Adesso me lo spiego. Ti rispondo simpaticamente e col sorriso sulle labbra, come mio stile: la dieta rende nervosi e obnubila più del moscato quelli come te, caro Alferdo, abituati alla buona cucina e chi mette in evidenza un dato erroneo: io, a differenza tua, non ho cambiato opinione e ribadisco che il capodanno in sordina e tutti gli altri guai non nascono da un difetto di comunicazione, che quando si vuole (vedi campagna elettorale tarantiniana) non esiste, anzi è la carta vincente per sbancare il montepremi dei voti con tutto il cucuzzaro.
Confermo la mia idea sull'ottima capacità comunicativa di Tarantini che in tal senso, sa fare reparto da solo, anche con gli annessi e connessi di strategia comunicativa alta cui tu fai riferimento. Dire questo non significa fare marcia indietro sul giudizio negativo che ha portato un malgoverno a indebitare una città e fare un capodanno inesistente, poichè i terrisi sono finiti anche per scelte sbagliate o per una politica incerta tra un'idea di Trani come polo d'elites turistica o come polo d'attrazione popolare, di massa.
Volendo elevare il tono del dibattitito sul piano socio - politico, lontano dai bicchierini di moscato che idealmente di offro, forse molti degli errori sono nati da questo equivoco: "Che facciamo ci buttiamo sul maestro Muti o andiamo a fare un po' di comparsate local popolari, con tanto di tettone al fianco e pasticcini e spazzola e pettine (dai che li hai usati sulla chioma canuta del buon Pinuccio e non solo tu) e buon vino (dalle...) nel programma di Nolasco? Ci troviamo dunque daccordo, credo, su questo tipo di scelte incerte, ma ciò che ho trovato "sproporzionato" al di là del simpatico giochetto del sindaco sulla categoria in cui collocare i vari tipi di giornalisti - opinionisti e di critche (ammazza che colpo di comunicazione... pure per te), è stato il pretesto del capodanno, che hai usato, partendo dalla "cumplanare" parafrasando Albanese, per arrivare a scaricare quella massa di "capi d'accusa", passando per il ponte della questione comunicativa e per arrivare a dire a Pinuccio che è una sfaccimma di sindaco.
Io l'ho trovato un percorso tortuoso non degno di un buon comunicatore come te. Poi se dopo mi vieni a dire che ho opinioni oscillanti, dopo che il tuo curriculum vitae non è proprio quello del giornalista d'opposizione alla destra e ti presenti nel nuovo anno con quell'intervento al vetriolo su Pinuccio, beh, dimmi chi oscilla di più e dimmi se il mondo non è cambiato, nella piccola BAT. Mi viene in mente il famoso proverbio: Il bove ingiuria il ciuccio che è cornuto. Adesso aspetto un attacco di Marcello Veneziani a Gianfranco Fini, così vedremo se il mondo cambia davvero o è stato un momento di obnubilamento solo relativo alla zona bat. Alferdo, senza polemica, ti aspetto nel tuo simpatico ALLE 23, di nuovo friccicarello e felice, tra una bella tettona ed un pasticcino a Pinuccio, in segno di pace. Ciao. PS: grazie per i tuoi complimenti ed il tuo perdono a prescindere.»
Giovanni Ronco
«Adesso me lo spiego. Ti rispondo simpaticamente e col sorriso sulle labbra, come mio stile: la dieta rende nervosi e obnubila più del moscato quelli come te, caro Alferdo, abituati alla buona cucina e chi mette in evidenza un dato erroneo: io, a differenza tua, non ho cambiato opinione e ribadisco che il capodanno in sordina e tutti gli altri guai non nascono da un difetto di comunicazione, che quando si vuole (vedi campagna elettorale tarantiniana) non esiste, anzi è la carta vincente per sbancare il montepremi dei voti con tutto il cucuzzaro.
Confermo la mia idea sull'ottima capacità comunicativa di Tarantini che in tal senso, sa fare reparto da solo, anche con gli annessi e connessi di strategia comunicativa alta cui tu fai riferimento. Dire questo non significa fare marcia indietro sul giudizio negativo che ha portato un malgoverno a indebitare una città e fare un capodanno inesistente, poichè i terrisi sono finiti anche per scelte sbagliate o per una politica incerta tra un'idea di Trani come polo d'elites turistica o come polo d'attrazione popolare, di massa.
Volendo elevare il tono del dibattitito sul piano socio - politico, lontano dai bicchierini di moscato che idealmente di offro, forse molti degli errori sono nati da questo equivoco: "Che facciamo ci buttiamo sul maestro Muti o andiamo a fare un po' di comparsate local popolari, con tanto di tettone al fianco e pasticcini e spazzola e pettine (dai che li hai usati sulla chioma canuta del buon Pinuccio e non solo tu) e buon vino (dalle...) nel programma di Nolasco? Ci troviamo dunque daccordo, credo, su questo tipo di scelte incerte, ma ciò che ho trovato "sproporzionato" al di là del simpatico giochetto del sindaco sulla categoria in cui collocare i vari tipi di giornalisti - opinionisti e di critche (ammazza che colpo di comunicazione... pure per te), è stato il pretesto del capodanno, che hai usato, partendo dalla "cumplanare" parafrasando Albanese, per arrivare a scaricare quella massa di "capi d'accusa", passando per il ponte della questione comunicativa e per arrivare a dire a Pinuccio che è una sfaccimma di sindaco.
Io l'ho trovato un percorso tortuoso non degno di un buon comunicatore come te. Poi se dopo mi vieni a dire che ho opinioni oscillanti, dopo che il tuo curriculum vitae non è proprio quello del giornalista d'opposizione alla destra e ti presenti nel nuovo anno con quell'intervento al vetriolo su Pinuccio, beh, dimmi chi oscilla di più e dimmi se il mondo non è cambiato, nella piccola BAT. Mi viene in mente il famoso proverbio: Il bove ingiuria il ciuccio che è cornuto. Adesso aspetto un attacco di Marcello Veneziani a Gianfranco Fini, così vedremo se il mondo cambia davvero o è stato un momento di obnubilamento solo relativo alla zona bat. Alferdo, senza polemica, ti aspetto nel tuo simpatico ALLE 23, di nuovo friccicarello e felice, tra una bella tettona ed un pasticcino a Pinuccio, in segno di pace. Ciao. PS: grazie per i tuoi complimenti ed il tuo perdono a prescindere.»
Giovanni Ronco