Territorio
Coordinamento Rifiuti Zero, ancora un attacco a Riserbato
"Noi e quella misteriosa visita in Piazza delle Forze dell'Ordine"
Trani - mercoledì 5 novembre 2014
12.49
«Sono passati due mesi da quando la discarica di Trani è stata chiusa a causa del rilevamento di un'infiltrazione di percolato nella falda acquifera». Inizia così il nuovo comunicato che porta la firma di Anna Rossi e Teresa De vito, del Coordinamento Rifiuti Zero di Trani, nel quale tornano a lamentarsi con sindaco e amministrazione per la situazione discarica e raccontano di quanto accaduto durante la loro raccolta firme in piazza. «Data la gravità della situazione - scrivono - ci è sembrato opportuno informare i cittadini di quello che stava accadendo. E lo abbiamo fatto in modo assolutamente democratico e pacifico, fornendo materiale informativo, e chiedendo conseguentemente le dimissioni del Sindaco e dell'Amministratore Unico dell'Amiu per le loro responsabilità politiche nell'accaduto».
«Lo abbiamo fatto - specificano nel comunicato -, come sempre, nel pieno rispetto della legge e delle regole, perché conosciamo i nostri doveri. Ma conosciamo anche i nostri diritti, e sappiamo bene che chiedere a chi ci amministra di assumersi le proprie responsabilità è un diritto dei cittadini. Lo abbiamo fatto anche domenica scorsa. Questa volta però è accaduto un fatto strano; abbiamo ricevuto la visita delle forze dell'ordine, allertate evidentemente da chi non gradisce l'espressione democratica e pacifica del dissenso. Pur quando si tratta di un dissenso ampiamente legittimato da una situazione ormai certificata di piena emergenza ambientale, per cause che si sarebbe potuto, e quindi dovuto, evitare.
Dalla lettura delle analisi delle acque e dei verbali delle ispezioni in discarica si evince, infatti, che numerosi campanelli d'allarme erano stati fatti suonare già da mesi prima della sua chiusura. Perché tanti avevano capito che stava per succedere qualcosa di molto grave, ma nessuno si è adoperato in modo da evitare il disastro, né i tecnici né i politici. Alla luce di tutto questo ci appare ancora più grave il tentativo di tacitare la risposta dei cittadini, chiedendo alle forze dell'ordine di intervenire; le quali poi non hanno che potuto constatare che con regolare autorizzazione, erano settimane che raccoglievamo le firme per chiedere le dimissioni di chi ha la responsabilità quanto meno politica dell'accaduto.
Noi però non ci lasciamo intimidire, e rilanciamo le nostre richieste. Chiediamo dunque che a questo punto tutti i consiglieri si facciano carico della gravità della situazione; nessuno di loro può sentirsi esonerato dalle responsabilità che anche l'inerzia comporta. Che convochino quindi un consiglio comunale monotematico per affrontare la questione dell'emergenza ambientale che stiamo vivendo, e per esprimersi sulle relative responsabilità. Chiediamo anche che siano adottati adeguati provvedimenti per impedire che l'acqua dei pozzi nel tratto di falda inquinato venga utilizzata per irrigare i campi.
Vorremmo infine sapere come la Regione intende affrontare l'emergenza rifiuti nei prossimi mesi; se conta di riaprire la discarica di Trani nonostante le numerose pecche che mettono a rischio la salute dei cittadini. A questa possibilità noi ci opponiamo con forza, e ribadiamo la necessità che si proceda all'adozione della Strategia Rifiuti Zero, per la quale ci battiamo da tempo. Perché solo così non dovremmo più convivere con discariche pericolose, soprattutto se gestite da chi non è in grado di occuparsene».
«Lo abbiamo fatto - specificano nel comunicato -, come sempre, nel pieno rispetto della legge e delle regole, perché conosciamo i nostri doveri. Ma conosciamo anche i nostri diritti, e sappiamo bene che chiedere a chi ci amministra di assumersi le proprie responsabilità è un diritto dei cittadini. Lo abbiamo fatto anche domenica scorsa. Questa volta però è accaduto un fatto strano; abbiamo ricevuto la visita delle forze dell'ordine, allertate evidentemente da chi non gradisce l'espressione democratica e pacifica del dissenso. Pur quando si tratta di un dissenso ampiamente legittimato da una situazione ormai certificata di piena emergenza ambientale, per cause che si sarebbe potuto, e quindi dovuto, evitare.
Dalla lettura delle analisi delle acque e dei verbali delle ispezioni in discarica si evince, infatti, che numerosi campanelli d'allarme erano stati fatti suonare già da mesi prima della sua chiusura. Perché tanti avevano capito che stava per succedere qualcosa di molto grave, ma nessuno si è adoperato in modo da evitare il disastro, né i tecnici né i politici. Alla luce di tutto questo ci appare ancora più grave il tentativo di tacitare la risposta dei cittadini, chiedendo alle forze dell'ordine di intervenire; le quali poi non hanno che potuto constatare che con regolare autorizzazione, erano settimane che raccoglievamo le firme per chiedere le dimissioni di chi ha la responsabilità quanto meno politica dell'accaduto.
Noi però non ci lasciamo intimidire, e rilanciamo le nostre richieste. Chiediamo dunque che a questo punto tutti i consiglieri si facciano carico della gravità della situazione; nessuno di loro può sentirsi esonerato dalle responsabilità che anche l'inerzia comporta. Che convochino quindi un consiglio comunale monotematico per affrontare la questione dell'emergenza ambientale che stiamo vivendo, e per esprimersi sulle relative responsabilità. Chiediamo anche che siano adottati adeguati provvedimenti per impedire che l'acqua dei pozzi nel tratto di falda inquinato venga utilizzata per irrigare i campi.
Vorremmo infine sapere come la Regione intende affrontare l'emergenza rifiuti nei prossimi mesi; se conta di riaprire la discarica di Trani nonostante le numerose pecche che mettono a rischio la salute dei cittadini. A questa possibilità noi ci opponiamo con forza, e ribadiamo la necessità che si proceda all'adozione della Strategia Rifiuti Zero, per la quale ci battiamo da tempo. Perché solo così non dovremmo più convivere con discariche pericolose, soprattutto se gestite da chi non è in grado di occuparsene».