Attualità
Coronavirus, da Milano le testimonianze di due tranesi che hanno deciso di non tornare al Sud
«Molti miei concittadini hanno deciso di scappare. A cosa serve?»
Trani - lunedì 16 marzo 2020
10.50
In questo periodo di emergenza sanitaria, sono tante le persone che hanno deciso di abbandonare la propria città ospitante per far ritorno nella propria città natale. A fronte di tanti che hanno deciso di scappare, venendo meno alla raccomandazione del Governo di non lasciare casa e di non mettersi in viaggio se non per necessità, ci sono altrettante persone che hanno deciso di non tornare al Sud. Tra questi anche molti tranesi.
Ci sono in particolare due lettori che hanno voluto raccontare la propria esperienza alla nostra redazione. «Io sono uno dei tanti che anni fa ha lasciato la Puglia per crearsi un futuro migliore - ci scrive Filippo Zaza, da Milano (la Lombardia è la regione italiana con maggior numero di contagi). «Vivo e lavoro a Milano e noto con dispiacere che molti miei concittadini hanno deciso di scappare. A cosa serve? A creare allarmismo e focolai! Io ho deciso di restare al Nord, per il bene mio, della mia famiglia e della mia Trani, che deve splendere sempre e in ogni dove! La situazione qui è critica, perchè si cerca di lavorare da casa, di strappare un sorriso ad un cliente preoccupato, strade vuote che neanche Milano d'agosto può immaginare. Solo rispettando le regole e non prendendo il tutto sottogamba può migliorare il tutto! Spero vivamente che il tutto si risolvi per tornar presto a riabbracciare Trani senza preoccupazioni. Spero questo mio racconto servi ai miei amici tranesi a capire realmente che dobbiamo stare in casa per riavere la normalità».
Anche Ninni Simone, da Milano, ha raccontato la propria esperienza (nella foto icona una sua foto scattata mentre fa la fila fuori ad un supermercato a Milano). «È nato tutto un ventina di giorni fa quando di punto in bianco i negozi a gestione cinese hanno chiuso le loro saracinesche e si sono messi in quarantena. Da lì in poi è stato un susseguirsi di notizie negative e poco rassicuranti. Attualmente la situazione è surreale, una città come Milano bloccata, le nostre vite sono cambiate radicalmente, cerchiamo di lavorare da casa tra mille difficoltà tra paure e incertezza. Non sappiamo quando si tornerà alla normalità le nostre giornate le passiamo a casa e usciamo solo per fare la spesa (meglio se in apertura o chiusura per evitare lunghe file). Il mio pensiero va ai tanti concittadini che in questi giorni ho visto far finta di niente, non sottovalutate la situazione».
Ci sono in particolare due lettori che hanno voluto raccontare la propria esperienza alla nostra redazione. «Io sono uno dei tanti che anni fa ha lasciato la Puglia per crearsi un futuro migliore - ci scrive Filippo Zaza, da Milano (la Lombardia è la regione italiana con maggior numero di contagi). «Vivo e lavoro a Milano e noto con dispiacere che molti miei concittadini hanno deciso di scappare. A cosa serve? A creare allarmismo e focolai! Io ho deciso di restare al Nord, per il bene mio, della mia famiglia e della mia Trani, che deve splendere sempre e in ogni dove! La situazione qui è critica, perchè si cerca di lavorare da casa, di strappare un sorriso ad un cliente preoccupato, strade vuote che neanche Milano d'agosto può immaginare. Solo rispettando le regole e non prendendo il tutto sottogamba può migliorare il tutto! Spero vivamente che il tutto si risolvi per tornar presto a riabbracciare Trani senza preoccupazioni. Spero questo mio racconto servi ai miei amici tranesi a capire realmente che dobbiamo stare in casa per riavere la normalità».
Anche Ninni Simone, da Milano, ha raccontato la propria esperienza (nella foto icona una sua foto scattata mentre fa la fila fuori ad un supermercato a Milano). «È nato tutto un ventina di giorni fa quando di punto in bianco i negozi a gestione cinese hanno chiuso le loro saracinesche e si sono messi in quarantena. Da lì in poi è stato un susseguirsi di notizie negative e poco rassicuranti. Attualmente la situazione è surreale, una città come Milano bloccata, le nostre vite sono cambiate radicalmente, cerchiamo di lavorare da casa tra mille difficoltà tra paure e incertezza. Non sappiamo quando si tornerà alla normalità le nostre giornate le passiamo a casa e usciamo solo per fare la spesa (meglio se in apertura o chiusura per evitare lunghe file). Il mio pensiero va ai tanti concittadini che in questi giorni ho visto far finta di niente, non sottovalutate la situazione».