Attualità
Coronavirus, dal Veneto la testimonianza del tranese Claudio Monopoli
E su Fb dà vita a "Il diario dell'apocalisse", racconti quotidiani dalle aree a rischio
Trani - domenica 1 marzo 2020
"Il diario dell'apocalisse". Sono stati così ribattezzati dei piccoli racconti quotidiani, pubblicati sul profilo Facebook del tranese Claudio Monopoli, su come gli italiani stanno vivendo il coronavirus.
Il 21 febbraio sono state diffuse le prime notizie di contagi del Coronavirus in Lombardia e Veneto, dei quali due proprio a Padova. In quel periodo il tranese Claudio Monopoli (26 anni) si trovava a Marghera (Venezia) con degli amici per l'inaugurazione di Ca' Luisa, la nuova Casa del Popolo di quella zona a seguito di una borsa di studio di dottorato in studi storici vinta presso le Università di Padova, Verona e Ca' Foscari di Venezia.
«È stato inevitabile scambiare battute e impressioni a caldo sulla situazione», fa notare il ragazzo e continua commentando più che gli aspetti tecnici del virus quanto gli aspetti sociali che ne ha provocato definendole addirittura «psicosi».
Il 23 Febbraio viene approvata la delibera regionale, in vigore fino al 1º Marzo, che prevede la sospensione di eventi pubblici di ogni natura (culturale, ludica, sportiva o religiosa) in locali pubblici e privati a seguire la chiusura di scuole, università 3 gran parte di uffici e luoghi pubblici (musei, cinema e teatri).
«Il risultato del provvedimento in sè è stato sicuramente un aumento della disoccupazione fra le persone ma ciò che ho potuto constatare con i miei occhi è stato un calo del numero di ente per le strade e la comparsa delle mascherine sul volto di alcuni passanti. Sui mezzi pubblici c'era molta meno gente con il risultato di un maggior uso di mezzi privati».
In più aggiunge: «Non ho assistito a fenomeni di "desertificazione" dei supermercati, ed anzi, è stato possibile comunque vedere gente in luoghi di ritrovo come bar, palestre e mercati. le regioni che hanno applicato queste misure restrittive, non sono intervenute su luoghi di lavoro privati e molte attività commerciali, con il risultato di penalizzare realtà associative e culturali, a vantaggio dei guadagni privati».
Il messaggio di fondo sul quale Claudio vuole farci riflettere è che l'apocalisse, la catastrofe, esiste solo nel pensiero di chi guarda alla realtà secondo quei termini. «C'è chi ha continuato a lavorare come se nulla fosse, e chi, più fortunato, ha approfittato della situazione per staccare un po', rilassarsi e dedicarsi ai propri hobby».
Il 21 febbraio sono state diffuse le prime notizie di contagi del Coronavirus in Lombardia e Veneto, dei quali due proprio a Padova. In quel periodo il tranese Claudio Monopoli (26 anni) si trovava a Marghera (Venezia) con degli amici per l'inaugurazione di Ca' Luisa, la nuova Casa del Popolo di quella zona a seguito di una borsa di studio di dottorato in studi storici vinta presso le Università di Padova, Verona e Ca' Foscari di Venezia.
«È stato inevitabile scambiare battute e impressioni a caldo sulla situazione», fa notare il ragazzo e continua commentando più che gli aspetti tecnici del virus quanto gli aspetti sociali che ne ha provocato definendole addirittura «psicosi».
Il 23 Febbraio viene approvata la delibera regionale, in vigore fino al 1º Marzo, che prevede la sospensione di eventi pubblici di ogni natura (culturale, ludica, sportiva o religiosa) in locali pubblici e privati a seguire la chiusura di scuole, università 3 gran parte di uffici e luoghi pubblici (musei, cinema e teatri).
«Il risultato del provvedimento in sè è stato sicuramente un aumento della disoccupazione fra le persone ma ciò che ho potuto constatare con i miei occhi è stato un calo del numero di ente per le strade e la comparsa delle mascherine sul volto di alcuni passanti. Sui mezzi pubblici c'era molta meno gente con il risultato di un maggior uso di mezzi privati».
In più aggiunge: «Non ho assistito a fenomeni di "desertificazione" dei supermercati, ed anzi, è stato possibile comunque vedere gente in luoghi di ritrovo come bar, palestre e mercati. le regioni che hanno applicato queste misure restrittive, non sono intervenute su luoghi di lavoro privati e molte attività commerciali, con il risultato di penalizzare realtà associative e culturali, a vantaggio dei guadagni privati».
Il messaggio di fondo sul quale Claudio vuole farci riflettere è che l'apocalisse, la catastrofe, esiste solo nel pensiero di chi guarda alla realtà secondo quei termini. «C'è chi ha continuato a lavorare come se nulla fosse, e chi, più fortunato, ha approfittato della situazione per staccare un po', rilassarsi e dedicarsi ai propri hobby».