Vita di città
Corruptia e bene comune, domani il convegno a Palazzo San Giorgio
L'evento è promosso dall'Unione Giuristi Cattaloci Italiani
Trani - giovedì 10 novembre 2016
L'Unione giuristi cattolici di Trani e di Bari, con il patrocinio dell'Unione cristiana imprenditori e dirigenti dell'arcidiocesi di Trani, della Camera penale di Trani e dall'Ordine degli Avvocati di Trani, ha organizzato per domani, venerdì 11 novembre, alle ore 15.30 a Trani, a Palazzo San Giorgio, il convegno sul tema: "Corruptia e bene comune. L'etica nella vita sociale". Introdurrà i lavori Salvatore Paracampo, presidente dell'Unione giuristi cattolici italiani – sezione di Trani "Renato Dell'Andro". Relazionerà in merito al tema, Rocco D'Ambrosio, ordinario presso la facoltà di scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana in Roma.
Si tratta di un importante evento di formazione multidisciplinare rivolto agli avvocati ed aperto anche alla cittadinanza. Tra gli obiettivi degli organizzatori vi è quello di suscitare una riflessione su una problematica, purtroppo, ancora attuale, ma soprattutto di far crescere quella necessaria consapevolezza sull'importanza della dignità che deriva dal lavoro. Non con la tangente, non con l'assuefazione alla furbizia mondana, che come ha ammonito Papa Francesco durante l'omelia dell'8/11/13 (proponendo una riflessione sulla figura dell'amministratore disonesto, Vangelo di Luca 16, 1-8), è un'abitudine che non ha nulla a che vedere con Dio, perché gli amministratori corrotti «devoti della dea tangente» commettono un «peccato grave e danno da mangiare «pane sporco» ai propri figli. Occorre praticare «l'onestà nella vita, quella onestà che ci fa lavorare come si deve lavorare, senza entrare in queste cose».
Da qui può cominciare a nascere quel vivo e sincero fermento, foriero di quel positivo rinnovamento che la società italiana attende da tempo.
Si tratta di un importante evento di formazione multidisciplinare rivolto agli avvocati ed aperto anche alla cittadinanza. Tra gli obiettivi degli organizzatori vi è quello di suscitare una riflessione su una problematica, purtroppo, ancora attuale, ma soprattutto di far crescere quella necessaria consapevolezza sull'importanza della dignità che deriva dal lavoro. Non con la tangente, non con l'assuefazione alla furbizia mondana, che come ha ammonito Papa Francesco durante l'omelia dell'8/11/13 (proponendo una riflessione sulla figura dell'amministratore disonesto, Vangelo di Luca 16, 1-8), è un'abitudine che non ha nulla a che vedere con Dio, perché gli amministratori corrotti «devoti della dea tangente» commettono un «peccato grave e danno da mangiare «pane sporco» ai propri figli. Occorre praticare «l'onestà nella vita, quella onestà che ci fa lavorare come si deve lavorare, senza entrare in queste cose».
Da qui può cominciare a nascere quel vivo e sincero fermento, foriero di quel positivo rinnovamento che la società italiana attende da tempo.