Politica

Crisi dei partiti e ruolo dei cattolici

Caffarella: «l'identità del PD lontana da quella diellina»

«Tra i pochi spunti interessanti di riflessione, proposti dai commentatori politici locali, vi è a mio avviso, il dibattito aperto da Giovanni Ronco nella sua rubrica "chiaro e tondo" sull'attuale momento politico, non solo cittadino, in particolare sul ruolo dei cattolici impegnati in politica, in un contesto sociale completamente mutato da eventi epocali e nuove sfide sociali. Sono assai rari i luoghi di confronto offerti su questi temi. Merito, dunque, a chi pone i problemi. Io ho militato in un partito che Ronco indica tra i piu' vicini al mondo"cattolico".

Ero un eletto della Margherita, un partito che si andava sciogliendo, a mio avviso senza preservare la identità del partito popolare da cui treva le origini, in un contenitore nuovo (il PD) la cui identità si appalesava alquanto diversa. Ho fatto una scelta contestualizzata in quel momento storico. Non aderire a quel percorso ed iniziare una nuova fase in cui, dicevo allora e ne sono tutt'oggi ancora piu' convinto "avverto, con molti amici che hanno condiviso l'esperienza cattolico popolare nella Margherita, la necessità di ragionare e discutere su come è possibile un nuovo percorso, con quali forme e modi sia piu' utile per la Città la nostra presenza nelle Istituzioni".

E' evidente che, nell'attuale sistema elettorale, si pone il problema della collocazione dei cattolici in politica. Io sono stato fortemente criticato perché invitato a confrontarmi con un progetto cittadino che nasceva per dare una casa comune a tutti i moderati,che sapesse andare, per usare una espressione di Pinuccio Tatarella "Oltre il Polo", coinvolgendo anche esperienze come la mia, diverse per storia politica ed appartenenze consolidate, da quelle dei "soci" fondatori del nascente PDL. Ho accettato l'invito al confronto e sono tutt'ora interessato a comprendere se , al di là di un bon ton istituzionale, il cammino politico, personale e di quanti, come me, provengono da altre storie, possa compiersi in questo spazio politico, senza forzature. Mi sia consentita però una breve riflessione.E' evidente che viviamo una nuova fase politica che ha messo in discussione il ruolo stesso dei Partiti.

Ci siamo lasciati alle spalle il novecento, definito il "secolo dei partiti". L'art 49 della nostra Costituzione è figlio di quella concezione di democrazia e della conseguente natura dei partiti. Ma oggi, ci dobbiamo tutti interrogare se ha ancora senso quella idea di partito come libera associazione di cittadini finalizzata a determinare attraverso la partecipazione i contenuti della politica della nazione? La crisi della Prima Repubblica ha portato oltre che alla scomparsa di storici partiti di massa, anche alla trasformazione del ruolo dei "nuovi" partiti nati dalle macerie di Tangentopoli. L'attuale fase storica dominata dai nuovi mezzi di comunicazione di massa, ha trasformato le forme ed i modi della partecipazione democratica che non puo' piu' avvenire solo nelle sezioni di partito come è accaduto nel dopoguerra. La fine delle grandi ideologie del novecento e la secolarizzazione valoriale hanno reso esili anche le ragioni dell'appartenenza. Si è fatta strada l'idea di un partito "personale", che di per sé è una contraddizione in termini con "quell'associazione di individui che stanno insieme per raggiungere uno scopo comune" prevista dalla Costituzione. E' in questo clima che il dissenso interno ad un partito, magari espresso pubblicamente, viene inteso come una azione contro il Partito. Gli esempi non mancano anche in questi giorni.

E non è un problema solo della destra o della sola sinistra. Questo, a mio modesto avviso, produce effetti di impoverimento della esperienza democratica tradizionalmente veicolata dai partiti, dalla loro capacità di selezionare classe dirigente,di promuovere un dibattito interno vero e pluralistico. Dunque, che fare dinanzi a questa trasformazione della forma-partito. Un ruolo fondamentale ritengo lo debbano svolgere proprio i cattolici impegnati in politica, che, ovunque siano collocati, devono lavorare per far riprendere un ruolo essenziale ai partiti.Ha scritto Pietro Scoppola che "l'identità politica dei cattolici italiani è ancora una volta un problema aperto: non credo che debbano essere alla ricerca di una "loro" democrazia,ma di una forma piu alta di democrazia…la democrazia di tutti" Ricordo che il Cardinale Martini chiedeva ai cattolici di farsi carico in politica non solo di questioni di immediata rilevanza etica, ma anche del buon funzionamento della democrazia e delle istituzioni.Ognuno di noi, specie se si richiama a valori del cattolicesimo democratico italiano, ovunque ora militi o si appresta a militare, si deve impegnare senza sentirsi "coperto" dal ruolo personale (pro tempore) che la situazione gli consente nelle istituzioni.»

Franco Caffarella
Consigliere Comunale
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