Eventi e cultura
Cuore di cane… solo questione d'ipofisi
Sei detenuti del carcere di Trani interpretano il racconto di Bulgakov
Trani - lunedì 27 marzo 2006
Dal 27 al 31 marzo sei detenuti della Casa Circondariale Maschile di Trani porteranno in scena "Cuore di cane", studio sul racconto di Michail Bulgakov. L`adattamento e la regia di Claudio Suzzi hanno riletto in chiave farsesca questo testo critico con la società contemporanea. Una Russia post-rivoluzionaria fa da sfondo ad una storia che ha in se gli archetipi dell`uomo che vuole sostituirsi a Dio, dell`inganno come mezzo di potere e del potere come mezzo d`inganno.
Durante il laboratorio svolto, negli ultimi cinque mesi, dall`O.S.A. Teatro nel carcere maschile di Trani, i corpi degli attori hanno ricercato attraverso il movimento le scoperte delle metamorfosi dall`uomo all`animale e dall`animale all`uomo. In questo studio il palcoscenico non è un luogo dove la finzione scenica viene offerta al pubblico, il personaggio nasce in scena. Il velo del sipario viene annullato per mettere a nudo le contraddizioni della società contemporanea che il racconto di Bulgakov evidenzia con il suo forte valore metaforico.
Chi controlla "il Bene" (lo scienziato Filip Filippovic) quando fa del male al randagio Pallino, o nel finale al signor Pallini, considerati dalla Società "cattivi od emarginati"? Cosa succede a chi, da emarginato si inserisce nel sistema tanto bene, da ribellarsi a chi gli ha consentito di emanciparsi dalla condizione di "animale"?
L`uomo si ritiene superiore agli animali, ma spesso si comporta peggio delle bestie e sono proprio gli animali e in genere gli esseri più deboli a subire le bestialità dell`uomo. Suzzi ritiene che i detenuti con cui ha lavorato in questi cinque mesi «hanno una capacità di mettersi in gioco diversa da tutti gli altri attori, hanno vissuto la loro vita usando la finzione e la necessità di essere malleabili nell`adattarsi alla realtà, il "mondo cane" li ha portati ad usare queste qualità, fondamentali per un attore, in modo sbagliato».
Il regista Claudio Suzzi, che da quattro anni lavora nel carcere minorile di Firenze, considera «Il teatro in carcere come forma di espressione artistica senza concessioni o attenuanti per il luogo dove si svolge. Sono convinto che il teatro in carcere è vero teatro. L`arte del teatro si esprime in ogni contesto, utilizzando e valorizzando il background di partenza di chi lo mette in scena»
I sei attori detenuti interpreteranno la storia del cane, Pallino, che grazie alla scienza diventa uomo, uomo però della peggior specie, poiché la nuova coscienza umana non si eleva di molto da quella ferina che aveva prima, vivrà la sua nuova vita seguendo i suoi istinti più bassi ed animaleschi! Lo scienziato Filip Filippovic, nella sua mania di ricerca scientifica, non bada alla qualità del cervello che trapianterà nel cranio del povero randagio né si pone problemi di etica, questo comporterà grossi problemi allo scienziato che si è voluto sostituire alla Natura e a Dio.
I limiti della scienza, la metamorfosi del corpo e dell`anima e la cattiva gestione del potere sono stati i temi che gli operatori dell`O.S.A. Teatro hanno affrontato durante il laboratorio teatrale. Il lavoro svolto con attori "diversi dal solito" ha consentito al regista Claudio Suzzi e all`aiuto regista Giancarlo Attolico di avere diversi spunti per fare uno spettacolo che saprà stupire il pubblico. La rappresentazione è aperta al pubblico che dovrà fornire i propri dati anagrafici al 3337565733 o inviando una mail a info@osateatro.org
Durante il laboratorio svolto, negli ultimi cinque mesi, dall`O.S.A. Teatro nel carcere maschile di Trani, i corpi degli attori hanno ricercato attraverso il movimento le scoperte delle metamorfosi dall`uomo all`animale e dall`animale all`uomo. In questo studio il palcoscenico non è un luogo dove la finzione scenica viene offerta al pubblico, il personaggio nasce in scena. Il velo del sipario viene annullato per mettere a nudo le contraddizioni della società contemporanea che il racconto di Bulgakov evidenzia con il suo forte valore metaforico.
Chi controlla "il Bene" (lo scienziato Filip Filippovic) quando fa del male al randagio Pallino, o nel finale al signor Pallini, considerati dalla Società "cattivi od emarginati"? Cosa succede a chi, da emarginato si inserisce nel sistema tanto bene, da ribellarsi a chi gli ha consentito di emanciparsi dalla condizione di "animale"?
L`uomo si ritiene superiore agli animali, ma spesso si comporta peggio delle bestie e sono proprio gli animali e in genere gli esseri più deboli a subire le bestialità dell`uomo. Suzzi ritiene che i detenuti con cui ha lavorato in questi cinque mesi «hanno una capacità di mettersi in gioco diversa da tutti gli altri attori, hanno vissuto la loro vita usando la finzione e la necessità di essere malleabili nell`adattarsi alla realtà, il "mondo cane" li ha portati ad usare queste qualità, fondamentali per un attore, in modo sbagliato».
Il regista Claudio Suzzi, che da quattro anni lavora nel carcere minorile di Firenze, considera «Il teatro in carcere come forma di espressione artistica senza concessioni o attenuanti per il luogo dove si svolge. Sono convinto che il teatro in carcere è vero teatro. L`arte del teatro si esprime in ogni contesto, utilizzando e valorizzando il background di partenza di chi lo mette in scena»
I sei attori detenuti interpreteranno la storia del cane, Pallino, che grazie alla scienza diventa uomo, uomo però della peggior specie, poiché la nuova coscienza umana non si eleva di molto da quella ferina che aveva prima, vivrà la sua nuova vita seguendo i suoi istinti più bassi ed animaleschi! Lo scienziato Filip Filippovic, nella sua mania di ricerca scientifica, non bada alla qualità del cervello che trapianterà nel cranio del povero randagio né si pone problemi di etica, questo comporterà grossi problemi allo scienziato che si è voluto sostituire alla Natura e a Dio.
I limiti della scienza, la metamorfosi del corpo e dell`anima e la cattiva gestione del potere sono stati i temi che gli operatori dell`O.S.A. Teatro hanno affrontato durante il laboratorio teatrale. Il lavoro svolto con attori "diversi dal solito" ha consentito al regista Claudio Suzzi e all`aiuto regista Giancarlo Attolico di avere diversi spunti per fare uno spettacolo che saprà stupire il pubblico. La rappresentazione è aperta al pubblico che dovrà fornire i propri dati anagrafici al 3337565733 o inviando una mail a info@osateatro.org