Eventi e cultura
Da Einstein a Sanremo: il fisico Antonino Zichichi incanta Trani
Allo Spirito Santo un incontro pubblico "tra scienza e fede"
Trani - sabato 22 febbraio 2014
10.09
In occasione dell'apertura della VIII Assemblea diocesana di Azione Cattolica, il fisico e divulgatore scientifico Antonino Zichichi venerdì 21 febbraio ha incontrato il pubblico a Trani presso la Parrocchia "Spirito Santo" per un dibattito dal titolo "Rapporto tra scienza e fede nel terzo millennio". La conferenza è stata aperta dal sindaco di Trani, Luigi Riserbato, che ha calorosamente ringraziato l'intera Azione Cattolica, foriera di valori sani e condivisibili, e si è mostrato orgoglioso di ospitare in città uno scienziato del calibro di Zichichi.
Antonino Zichichi, siciliano classe '29, è autore di sei scoperte scientifiche, più di mille pubblicazioni e vanta nel suo palmares tra gli altri 9 lauree ad honorem e 9 medaglie d'oro tra cui una ai Benemeriti della scienza e della cultura. E' conosciuto al grande pubblico, oltre per le numerose apparizioni televisive, soprattutto per le sue opere maggiori, tra cui "Galilei divin uomo" e "Tra fede e scienza. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI". Dalle parole dello scienziato, emerge l'umiltà, l'orgoglio ed il sacrificio di più di cinquant'anni di lavoro e di studio che lo hanno portato a scoperte sensazionali e all'elaborazione di idee originali.
Dal titolo del suo stesso libro del 2009, "Perché io credo in colui che ha fatto il mondo", il fisico italiano è un fervido credente della religione Cattolica, l'unica e la sola, a suo dire, che presta attenzione alla sfera trascendentale. "L'ateismo, invece, è atto di fede nel nulla". Ci si chiederebbe a questo punto come possa un uomo che fa scienza avere fede, come possa un fisico dire che bisogna essere orgogliosi di essere cattolici. Tutto questo sarebbe più chiaro se fede e scienza non venissero considerati come due mondi in contrapposizione, come accade, ad esempio, per l'essere o il non essere di shakespeariana memoria, o come il bene e il male. La cultura moderna deve, invece, considerare la fede e la scienza come entrambi un dono di Dio, come due facce della stessa medaglia che si chiama vita, come due mondi che devono essere considerati l'uno parte dell'altro.
Partendo da Archimede e Kant, giungendo a Galilei, Maxwell e Einstein, il fisico ha sedotto l'uditorio con il suo modo di parlare preciso, tagliente anche affrontando argomenti meno popolari e conosciuti come la teoria del supermondo o della covarianza di Lorentz. Anche concetti matematici e precisi, come la formula dell'Energia della "linguaccia più famosa al mondo", sono stati spiegati con parole quanto più chiare possibili.
Lo scienziato, noto critico dell'evoluzionismo e dell'ateismo, ha qui ulteriormente sottolineato l'inesistenza del darwinismo come scienza, perché non può essere riproducibile: «prendete una scimmia: vedete, riuscite a trasformarla in un uomo?». Dalla pura scienza, Zichichi passa a parlare di attualità, affrontando l'argomento principale di quest'anno del Festival di Sanremo: la bellezza. Ma cos'è la bellezza in matematica? Per il fisico la bellezza in matematica è diversa da quella che si ritrova nella pittura o in un'opera d'arte come La Primavera di Botticelli o il David di Michelangelo. La bellezza in matematica è fare qualcosa che nessuno ha mai osato fare prima: come l'idea di Baird di realizzare uno strumento per trasmettere le immagini, appunto la televisione, utile alla realizzazione della cultura non della diversità, ma dell'unione. Il tema della bellezza a Sanremo, in questo caso, è da considerarsi come un «tentativo di portare la scienza nella vita di tutti i giorni».
Antonino Zichichi, siciliano classe '29, è autore di sei scoperte scientifiche, più di mille pubblicazioni e vanta nel suo palmares tra gli altri 9 lauree ad honorem e 9 medaglie d'oro tra cui una ai Benemeriti della scienza e della cultura. E' conosciuto al grande pubblico, oltre per le numerose apparizioni televisive, soprattutto per le sue opere maggiori, tra cui "Galilei divin uomo" e "Tra fede e scienza. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI". Dalle parole dello scienziato, emerge l'umiltà, l'orgoglio ed il sacrificio di più di cinquant'anni di lavoro e di studio che lo hanno portato a scoperte sensazionali e all'elaborazione di idee originali.
Dal titolo del suo stesso libro del 2009, "Perché io credo in colui che ha fatto il mondo", il fisico italiano è un fervido credente della religione Cattolica, l'unica e la sola, a suo dire, che presta attenzione alla sfera trascendentale. "L'ateismo, invece, è atto di fede nel nulla". Ci si chiederebbe a questo punto come possa un uomo che fa scienza avere fede, come possa un fisico dire che bisogna essere orgogliosi di essere cattolici. Tutto questo sarebbe più chiaro se fede e scienza non venissero considerati come due mondi in contrapposizione, come accade, ad esempio, per l'essere o il non essere di shakespeariana memoria, o come il bene e il male. La cultura moderna deve, invece, considerare la fede e la scienza come entrambi un dono di Dio, come due facce della stessa medaglia che si chiama vita, come due mondi che devono essere considerati l'uno parte dell'altro.
Partendo da Archimede e Kant, giungendo a Galilei, Maxwell e Einstein, il fisico ha sedotto l'uditorio con il suo modo di parlare preciso, tagliente anche affrontando argomenti meno popolari e conosciuti come la teoria del supermondo o della covarianza di Lorentz. Anche concetti matematici e precisi, come la formula dell'Energia della "linguaccia più famosa al mondo", sono stati spiegati con parole quanto più chiare possibili.
Lo scienziato, noto critico dell'evoluzionismo e dell'ateismo, ha qui ulteriormente sottolineato l'inesistenza del darwinismo come scienza, perché non può essere riproducibile: «prendete una scimmia: vedete, riuscite a trasformarla in un uomo?». Dalla pura scienza, Zichichi passa a parlare di attualità, affrontando l'argomento principale di quest'anno del Festival di Sanremo: la bellezza. Ma cos'è la bellezza in matematica? Per il fisico la bellezza in matematica è diversa da quella che si ritrova nella pittura o in un'opera d'arte come La Primavera di Botticelli o il David di Michelangelo. La bellezza in matematica è fare qualcosa che nessuno ha mai osato fare prima: come l'idea di Baird di realizzare uno strumento per trasmettere le immagini, appunto la televisione, utile alla realizzazione della cultura non della diversità, ma dell'unione. Il tema della bellezza a Sanremo, in questo caso, è da considerarsi come un «tentativo di portare la scienza nella vita di tutti i giorni».