Territorio
Dal 2014 Trani sarà Provincia di Foggia
Il Consiglio dei ministri approva il decreto legge sul riordino. La cartina delle nuove province e le reazioni politiche
Italia - mercoledì 31 ottobre 2012
16.00
Il decreto legge di riforma delle Province è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014. A novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici.
In base ai nuovi criteri approvati, i nuovi Enti dovranno infatti avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Saranno quindi 64 su 107 le Province da accorpare. Salvo clamorosi colpi di scena, la Bat sarà inglobata nella Provincia di Foggia.
Perplesso il presidente della Bat, Francesco Ventola: «In attesa di approfondire nel dettaglio il decreto, non ancora pubblicato, balza subito agli occhi ciò che da tempo sospettavamo: il Governo ha concesso diverse deroghe rispetto al dettato normativo iniziale. Un caso sintomatico, in tal senso, è quello che riguarda l'accorpamento tra le Province di Brindisi e Taranto, sebbene né il Comune di Brindisi né quello tarantino abbiano mai deliberato nulla in tal senso, almeno fino ad oggi. Ho già convocato i sindaci della Provincia per condividere come sempre ogni eventuale percorso a tutela del territorio e dei decenni di lotta che ne hanno portato all'autodeterminazione. Seguiremo con attenzione anche l'iter che prevede l'approvazione del decreto in Parlamento, quando si deciderà davvero in maniera definitiva il futuro di questo territorio».
Più duro il commento del consigliere regionale Filippo Caracciolo (Pd): «Oggi è una brutta giornata. L'accorpamento della Bat alla provincia di Foggia cancella cento anni di lotte e rappresenta un duro colpo alla storia di questo territorio, oltre che schiaffo alla volontà di centinaia di migliaia di cittadini, che attraverso i consigli comunali e i sindaci delle proprie città avevano manifestato la volontà di mantenere un'autonomia. Sarebbe stato assolutamente possibile, senza per questo pesare sulle casse dello Stato. È mancata la volontà ed è mancato il ruolo determinante della Regione. Dobbiamo fare tutti ammenda. Avremmo dovuto capire che il Governo avrebbe ragionato esclusivamente in termini ragioneristici. Non dobbiamo comunque arrenderci perché il provvedimento dovrà essere convertito in legge in Parlamento e in quella sede sarà possibile fare delle modifiche. Per questo invito i colleghi consiglieri regionali, i sindaci, i consigli comunali, i parlamentari e il presidente della Provincia a fare fronte comune per arrivare ad una proposta accettabile da parte del Parlamento. Dobbiamo metterci subito al lavoro prima che lo scellerato decreto approvato dal Consiglio dei Ministri diventi legge dello Stato».
In Capitanata il matrimonio si da per fatto, come testimoniano le dichiarazione del presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe, che saluta con entusiasmo l'ingresso della Bat nella sua Provincia, dichiarando che «questo atto segna l'inizio di una stagione nuova per la Puglia, una stagione che deve essere contraddistinta da uno spirito di collaborazione e di coesione oltre che da una piena unità di intenti per realizzare, insieme, lo sviluppo delle nostre comunità».
In base ai nuovi criteri approvati, i nuovi Enti dovranno infatti avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Saranno quindi 64 su 107 le Province da accorpare. Salvo clamorosi colpi di scena, la Bat sarà inglobata nella Provincia di Foggia.
Perplesso il presidente della Bat, Francesco Ventola: «In attesa di approfondire nel dettaglio il decreto, non ancora pubblicato, balza subito agli occhi ciò che da tempo sospettavamo: il Governo ha concesso diverse deroghe rispetto al dettato normativo iniziale. Un caso sintomatico, in tal senso, è quello che riguarda l'accorpamento tra le Province di Brindisi e Taranto, sebbene né il Comune di Brindisi né quello tarantino abbiano mai deliberato nulla in tal senso, almeno fino ad oggi. Ho già convocato i sindaci della Provincia per condividere come sempre ogni eventuale percorso a tutela del territorio e dei decenni di lotta che ne hanno portato all'autodeterminazione. Seguiremo con attenzione anche l'iter che prevede l'approvazione del decreto in Parlamento, quando si deciderà davvero in maniera definitiva il futuro di questo territorio».
Più duro il commento del consigliere regionale Filippo Caracciolo (Pd): «Oggi è una brutta giornata. L'accorpamento della Bat alla provincia di Foggia cancella cento anni di lotte e rappresenta un duro colpo alla storia di questo territorio, oltre che schiaffo alla volontà di centinaia di migliaia di cittadini, che attraverso i consigli comunali e i sindaci delle proprie città avevano manifestato la volontà di mantenere un'autonomia. Sarebbe stato assolutamente possibile, senza per questo pesare sulle casse dello Stato. È mancata la volontà ed è mancato il ruolo determinante della Regione. Dobbiamo fare tutti ammenda. Avremmo dovuto capire che il Governo avrebbe ragionato esclusivamente in termini ragioneristici. Non dobbiamo comunque arrenderci perché il provvedimento dovrà essere convertito in legge in Parlamento e in quella sede sarà possibile fare delle modifiche. Per questo invito i colleghi consiglieri regionali, i sindaci, i consigli comunali, i parlamentari e il presidente della Provincia a fare fronte comune per arrivare ad una proposta accettabile da parte del Parlamento. Dobbiamo metterci subito al lavoro prima che lo scellerato decreto approvato dal Consiglio dei Ministri diventi legge dello Stato».
In Capitanata il matrimonio si da per fatto, come testimoniano le dichiarazione del presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe, che saluta con entusiasmo l'ingresso della Bat nella sua Provincia, dichiarando che «questo atto segna l'inizio di una stagione nuova per la Puglia, una stagione che deve essere contraddistinta da uno spirito di collaborazione e di coesione oltre che da una piena unità di intenti per realizzare, insieme, lo sviluppo delle nostre comunità».