Eventi e cultura
“DanzaèArchitettura”: il libro di Silvia Cassetta presentato al “Dino Risi” di Trani
Come si sposano danza e architettura? Lo spiega nel suo libro Silvia Cassetta, giovane danzatrice e architetta tranese stabilitasi a Roma.
Trani - lunedì 13 gennaio 2025
22.11
Tranese di origine ma trapiantatasi a Roma, potremmo parlare di Silvia Cassetta come di un vero e proprio orgoglio della città di Trani. Dopo aver conseguito con lode la laurea in Architettura presso l'Università di Ascoli Piceno, ha continuato i suoi studi ottenendo un "Master in Interior Design" alla Scuola Politecnica di Design di Milano, ed è diventata architetto nel 2007. Silvia Cassetta ha partecipato a tantissimi progetti per noti marchi e i suoi stessi progetti sono presentati a diversi saloni, come il "Roma Design Lab 2014"; nel 2013 il suo progetto "Dancing Shape" viene presentato a "Fuorisalone".
Le sue esperienze varcano i confini nazionali, lavorando – tra gli altri – in "Design International" a Londra. Attualmente è docente di storia del design presso la RUFA (Rome University of Fine Arts).Silvia, tuttavia, è anche una danzatrice; questo la spinge a ricercare una connessione tra danza e architettura, tra il dinamico e lo statico, tra l'eterno e l'effimero. Nascono così diversi progetti, tra cui il più importante è proprio "DanzaèArchitettura"; il titolo deriva da una sua tesi di laurea, e diventa lo spunto per la stesura del libro che ha presentato al circolo "Dino Risi" nella serata di ieri, guidata dalla moderatrice dott.ssa Iolanda Peluso.
Abbiamo chiesto a Silvia cosa racchiude l'affermazione "DanzaèArchitettura", e queste sono le sue parole: "racchiude l'unione delle mie due identità; la ricerca spaziale la esploro sia dal punto di vista del movimento - quindi della danza - sia dal punto di vista progettuale, nella definizione dello spazio architettonico. Ho cercato di riunire le mie due identità in un'affermazione: danza è architettura."
Il motto di Silvia Cassetta è: "il corpo è la mia matita." È naturale chiedersi, dunque, quale correlazione ci sia fra corpo, danza, disegno e architettura. Silvia risponde che : «è una correlazione molto forte, perché permette al corpo di esplorare attraverso il movimento la percezione dello spazio. Quindi, c'è un collegamento sia compositivo che percettivo, perché il corpo di un danzatore può danzare in maniera diversa a seconda dei materiali sui quali interagisce, che sia una pietra, la ceramica, il vetro o superfici lignee; ogni superficie restituisce una percezione diversa al corpo e quindi anche il movimento ne risulta influenzato. Nel libro esploro l'approccio di indagine, anche compositiva, dal punto di vista geometrico spaziale introdotto da Kandinskij al Bauhaus. Cito anche il test di Kandinskij "punto – linea – superficie"; da questo si esplora questa connessione forte tra gli elementi geometrici e quelli percettivi che poi vanno a correlarsi in un modo artistico nello spazio».
Le sue esperienze varcano i confini nazionali, lavorando – tra gli altri – in "Design International" a Londra. Attualmente è docente di storia del design presso la RUFA (Rome University of Fine Arts).Silvia, tuttavia, è anche una danzatrice; questo la spinge a ricercare una connessione tra danza e architettura, tra il dinamico e lo statico, tra l'eterno e l'effimero. Nascono così diversi progetti, tra cui il più importante è proprio "DanzaèArchitettura"; il titolo deriva da una sua tesi di laurea, e diventa lo spunto per la stesura del libro che ha presentato al circolo "Dino Risi" nella serata di ieri, guidata dalla moderatrice dott.ssa Iolanda Peluso.
Abbiamo chiesto a Silvia cosa racchiude l'affermazione "DanzaèArchitettura", e queste sono le sue parole: "racchiude l'unione delle mie due identità; la ricerca spaziale la esploro sia dal punto di vista del movimento - quindi della danza - sia dal punto di vista progettuale, nella definizione dello spazio architettonico. Ho cercato di riunire le mie due identità in un'affermazione: danza è architettura."
Il motto di Silvia Cassetta è: "il corpo è la mia matita." È naturale chiedersi, dunque, quale correlazione ci sia fra corpo, danza, disegno e architettura. Silvia risponde che : «è una correlazione molto forte, perché permette al corpo di esplorare attraverso il movimento la percezione dello spazio. Quindi, c'è un collegamento sia compositivo che percettivo, perché il corpo di un danzatore può danzare in maniera diversa a seconda dei materiali sui quali interagisce, che sia una pietra, la ceramica, il vetro o superfici lignee; ogni superficie restituisce una percezione diversa al corpo e quindi anche il movimento ne risulta influenzato. Nel libro esploro l'approccio di indagine, anche compositiva, dal punto di vista geometrico spaziale introdotto da Kandinskij al Bauhaus. Cito anche il test di Kandinskij "punto – linea – superficie"; da questo si esplora questa connessione forte tra gli elementi geometrici e quelli percettivi che poi vanno a correlarsi in un modo artistico nello spazio».