Vita di città
Dehors e locali sul porto: la Soprintendenza boccia 9 progetti su 31
Stop a pedane, fioriere e salottini
Trani - mercoledì 8 luglio 2009
Nove pareri contrari su trentuno, mentre per le ulteriori domande si ribadisce la necessità di una valutazione più complessiva attraverso l'elaborazione dei piani d'ambito. La Soprintendenza si è espressa sulle richieste, avanzate dal Comune, di occupazione di suolo pubblico per attività commerciali insistenti su strade e piazze sottoposte a vincolo, argomento tanto a cuore ai commercianti della zona del porto e del centro storico. La strada verso la piena risoluzione del problema e tutt'altro che in discesa almeno fino a quando non si instaurerà un rapporto diverso tra Amministrazione e Soprintendenza e fino a quando non verranno predisposti e condivisi i piani d'ambito.
Nell'attesa, la Soprintendenza ha comunicato che valuterà positivamente solo i progetti che non prevedono l'installazione di pareti vetrate, pedane, ombrelloni infissi nelle murature, fioriere, salotti o mobili o tutte quelle attrezzature che non siano semplici sedie e tavoli. Più della metà dei commercianti possono tirare un parziale sospiro di sollievo, in attesa che i nuovi assessori e la IV ripartizione riescano a sbrogliare la matassa una volta per tutte, dopo due anni di rimpalli e ritardi.
Le indicazioni della Soprintendenza sul caso Trani sono piuttosto complesse e precise. La Soprintendenza punta l'indice sulla presenza in loco di situazioni di "occupazioni non autorizzate" per via dell'allocazione di attività commerciali e di strutture e manufatti su spazi pubblici tutelati per legge. Tra questi spazi sono compresi quelli immediatamente prossimi ad edifici monumentali sottoposti a vincolo diretto e che interessano, in particolare, la cornice di alcuni palazzi ed edifici dichiarati di interesse culturale "particolarmente importante": si tratta di palazzo Quercia, palazzo Telesio, palazzo Caccetta, delle mura del Fortino e del Molo-chiesa di Sant'Antuono, della chiesa di Ognissanti e di palazzo Felisio (dove è ubicato l'archivio notarile).
La Soprintendenza ribadisce che «la valenza culturale di questi luoghi risulta gravemente compromessa dalla presenza di manufatti quali pedane, tavoli e sedie, strutture di copertura (fissi e mobili) ed altri manufatti di altro genere funzionali all'esercizio di pizzerie, ristoranti e bar non compatibili».
L'amministrazione lo scorso anno ha approvato un regolamento comunale sull'occupazione di suolo pubblico ma la Soprintendenza ha eccepito alcuni aspetti, lamentando, in linea generale, la non sufficiente valutazione di compatibilità per l'allestimento dei dehors, considerate le differenziate caratteristiche morfologiche, architettoniche ed ambientali del centro storico. In un pronunciamento, la Soprintendenza ha espressamente richiesto una riformulazione di alcuni articoli del regolamento oltre che l'elaborazione dei piani d'ambito, corredati da idonei elaborati grafici di progetto. Piani d'ambito che devono essere preparati dal Comune visto che la gran parte dei commercianti non è disposta ad investire di tasca propria per pagare tecnici per un progetto così particolareggiato e delicato.
Nell'attesa, la Soprintendenza ha comunicato che valuterà positivamente solo i progetti che non prevedono l'installazione di pareti vetrate, pedane, ombrelloni infissi nelle murature, fioriere, salotti o mobili o tutte quelle attrezzature che non siano semplici sedie e tavoli. Più della metà dei commercianti possono tirare un parziale sospiro di sollievo, in attesa che i nuovi assessori e la IV ripartizione riescano a sbrogliare la matassa una volta per tutte, dopo due anni di rimpalli e ritardi.
Le indicazioni della Soprintendenza sul caso Trani sono piuttosto complesse e precise. La Soprintendenza punta l'indice sulla presenza in loco di situazioni di "occupazioni non autorizzate" per via dell'allocazione di attività commerciali e di strutture e manufatti su spazi pubblici tutelati per legge. Tra questi spazi sono compresi quelli immediatamente prossimi ad edifici monumentali sottoposti a vincolo diretto e che interessano, in particolare, la cornice di alcuni palazzi ed edifici dichiarati di interesse culturale "particolarmente importante": si tratta di palazzo Quercia, palazzo Telesio, palazzo Caccetta, delle mura del Fortino e del Molo-chiesa di Sant'Antuono, della chiesa di Ognissanti e di palazzo Felisio (dove è ubicato l'archivio notarile).
La Soprintendenza ribadisce che «la valenza culturale di questi luoghi risulta gravemente compromessa dalla presenza di manufatti quali pedane, tavoli e sedie, strutture di copertura (fissi e mobili) ed altri manufatti di altro genere funzionali all'esercizio di pizzerie, ristoranti e bar non compatibili».
L'amministrazione lo scorso anno ha approvato un regolamento comunale sull'occupazione di suolo pubblico ma la Soprintendenza ha eccepito alcuni aspetti, lamentando, in linea generale, la non sufficiente valutazione di compatibilità per l'allestimento dei dehors, considerate le differenziate caratteristiche morfologiche, architettoniche ed ambientali del centro storico. In un pronunciamento, la Soprintendenza ha espressamente richiesto una riformulazione di alcuni articoli del regolamento oltre che l'elaborazione dei piani d'ambito, corredati da idonei elaborati grafici di progetto. Piani d'ambito che devono essere preparati dal Comune visto che la gran parte dei commercianti non è disposta ad investire di tasca propria per pagare tecnici per un progetto così particolareggiato e delicato.