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Vita di città

Discarica, Legambiente dice basta alla politica dello "scarica barile"

Il circolo locale punta alla raccolta differenziata

Una politica che non ha meriti propri da esibire finisce, quasi inevitabilmente, per ostentare i demeriti altrui. Legambiente Trani invita istituzioni ed enti deputati ad abbandonare il rituale dello "scarica barile" ed attivarsi per la immediata risoluzione della problematica della discarica. Con lo slogan "meno spreco e più ecologia" il sito istituzionale della Regione Puglia presenta differenti azioni finalizzate alla riduzione dei rifiuti, in termini di quantità e pericolosità, tramite l'incremento della raccolta differenziata e il recupero. A tale scopo, adotta una regolamentazione della gestione dei rifiuti articolata attraverso un sistema integrato di competenze, nel quale la discarica risulta essere l'ultima fase del processo.

Nel contempo per quanto riguarda i siti inquinati, che presentano livelli di contaminazione pericolosa per la salute pubblica e per l'ambiente, la Regione cura e coordina gli interventi di bonifica e messa in sicurezza, regolamentando le diverse funzioni attribuite agli enti coinvolti - Province, Comuni e Agenzia regionale per la protezione ambientale - e mettendo a loro disposizione strumenti, metodi e risorse. Quanto al primo obbiettivo, con la presentazione del piano d'igiene urbana del Comune ed il protocollo d'intesa tra Comune di Trani e Conai, si registra finalmente anche per Trani, fanalino di coda della Provincia Bat, l'avvio di una adeguata gestione del ciclo integrato dei rifiuti con la raccolta differenziata "porta a porta". Relativamente al non compiuto risanamento della discarica ancora si susseguono inverosimili dichiarazioni di estraneità ed inerzia che eludono un elemento essenziale dell'azione amministrativa in particolare per chi è chiamato ad occuparsi della salubrità del territorio e del diritto dei cittadini di vivere in un ambiente non inquinato.

Se la discarica di Trani è stata spesso posta al "servizio" delle esigenze di un intera Regione ed il territorio di Trani ha rischiato e rischia di soddisfare ampi ed estranei "appetiti" come comprovato da conferenze di servizi attivate per discariche private di rifiuti speciali, è consequenziale come Trani non possa essere lasciata sola a risolvere un problema ambientale che tra immissioni in falda ed in atmosfera travalica comunque il territorio urbano e che, oltremodo, in assenza di adeguato piano cave e vigilanza risulta perennemente esposto agli interessi di ecomafie anche provenienti da fuori regione. Il timore è che atteggiamenti irresponsabili possano condurre ad un fallimento pratico ed economico della azione di risanamento e recupero e quindi consentire di salutare come "salvatore" un soggetto esterno alla città di Trani che si assuma l'impegno di rimediare alle "falle" della discarica acquisendola e proseguendo poi con nuovo profitto la sua gestione. Un tale percorso oltre che ritardare e non garantire il risanamento sarebbe in assoluto contrasto con la strategia rifiuti zero verso cui le amministrazioni regionale, provinciale e cittadina devono invece tendere.

Legambiente Trani evidenzia come per la discarica il tempo è scaduto e pertanto chiede che si avviino immediatamente le opere di definitiva messa in sicurezza e risanamento e si operi un adeguato e trasparente monitoraggio dei percorsi di falda inquinati. Nel contempo si apprezza la pianificata tempistica di avvio del programma per la raccolta differenziata porta a porta evidenziando come da parte nostra non mancherà il contributo affinché soprattutto il processo informativo e formativo per la cittadinanza, le scuole e gli utenti venga adeguatamente compiuto. Nel ritenere essenziale il connubio tra tutela dell'ambiente, cultura e formazione s'invitano il Sindaco e lo staff operativo per il piano d'igiene urbana del Comune a prestare estrema cura a comunicazione ed informazione anche meglio esplicitando le modalità degli imminenti seminari informativi. La lettura del piano oltre a non ben descrivere le accennate strategie comunicative non evidenzia in modalità trasparente la filiera ed il ciclo dei rifiuti differenziati con la loro destinazione ed utilizzo finale e che, invece, andranno resi noti al fine di coinvolgere in maniera maggiormente partecipata la comunità locale.

Nell'era del cambiamento ad un nuovo modello economico di economia circolare (del rifiuto) deve coincidere un modello di società circolare che sia parte attiva e diligente e ben informata del ciclo dei rifiuti conseguentemente consapevole e responsabile delle sue condotte. In tal senso si lamenta, nel piano presentato, una lacuna informativa quanto a sanzioni ed incentivi (da impiegare anche per stimolare il ricorso ai due nuovi indici/centri di raccolta), contromisure e vigilanza per prevenire l'abbandono dei rifiuti, ed assenza di indicazioni sulle compostiere domestiche e sulle conseguenti riduzioni di costi per cittadino e collettività. Della raccolta differenziata si può pensare che sia un piacere o un dovere ma, nel lungo periodo, l'analisi dei numeri (i costi e i ricavi della cessione delle diverse frazioni dei rifiuti ed il mancato conferimento in discarica) consente di scoprire che fare la raccolta differenziata conviene non solo per ambiente e salute, ma che anche diviene un modo per fare risparmiare i cittadini e rendere più vivibile ed accogliente il territorio.
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