Vita di città
Divieto di vendere bibite da asporto dopo le 22, scatta la protesta degli "H24"
I gestori dei distributori non ci stanno e si appellano al sindaco
Trani - mercoledì 21 ottobre 2015
18.32
"Il distributore non può erogare bibite in vetro e lattina dalle ore ore 22 alle ore 6". Recita così il cartello esposto sui distributori h24 presenti a Trani, in ottemperanza a quanto previsto dal regolamento di polizia locale diventato effettivo da domenica. Proprio gli h24 sono gli esercizi commerciali più colpiti dalla disposizione, già prevista dal regolamento approvato dal commissario prefettizio a marzo scorso. Ma è stato "applicato" di fatto solo dopo la morte di Biagio Zanni, il 34enne ucciso con due coltellate la notte del 19 settembre scorso nel pieno della 'movida' del porto. La disposizione vale anche per bar, pizzerie, paninari e altri locali della 'movida' tranese, insieme a quelle che impongono di tenere puliti gli ambiti di pertinenza dei locali all'esterno, di tenere disponibili i bagni e garantire il rispetto della quiete pubblica.
Ma è ovviamente il divieto di vendere bibite da asporto (comprese quelle alcoliche) la vera mannaia che si è abbattuta sugli affari di tutti, anche perché gli h24 non sono coinvolti dalle disposizioni su igiene e quiete pubblica. Ieri i gestori si sono incontrati e ora chiedono di poter esporre le loro ragioni al sindaco Amedeo Bottaro.
Su Facebook uno di loro, Antonio Musicco, scrive come la pensano tutti: «È un sacrosanto diritto del cittadino/consumatore, quello di scegliere dove come e quando spendere il proprio denaro. È, invece, assai più essenziale il dovere delle istituzioni di prevenire sorvegliando: non è discriminando e vietando che si educa la cittadinanza. E non dimentichiamoci che non siamo bestie allo sbando!». La protesta è appena iniziata.
Ma è ovviamente il divieto di vendere bibite da asporto (comprese quelle alcoliche) la vera mannaia che si è abbattuta sugli affari di tutti, anche perché gli h24 non sono coinvolti dalle disposizioni su igiene e quiete pubblica. Ieri i gestori si sono incontrati e ora chiedono di poter esporre le loro ragioni al sindaco Amedeo Bottaro.
Su Facebook uno di loro, Antonio Musicco, scrive come la pensano tutti: «È un sacrosanto diritto del cittadino/consumatore, quello di scegliere dove come e quando spendere il proprio denaro. È, invece, assai più essenziale il dovere delle istituzioni di prevenire sorvegliando: non è discriminando e vietando che si educa la cittadinanza. E non dimentichiamoci che non siamo bestie allo sbando!». La protesta è appena iniziata.