Politica
Domenico Triminì spiega il perchè della sua candidatura
Intervento del candidato sindaco della DC
Trani - mercoledì 9 maggio 2007
«La Democrazia Cristiana, partito storico con cui ho deciso di concorrere alle amministrative del 27 e 28 maggio prossimo, ha già, con la perseveranza nonché determinazione che le sono propri, caratterizzato uno dei momenti più alti della politica italiana. Dal dopoguerra ad oggi, tante sono le generazioni che hanno riconosciuto lo specchio dei propri valori nello scudo crociato e nella sua denominazione, dando così vita ad un grande movimento d'opinione popolare. L'aver affondato in passato le nostre radici nei principi sociali e popolari ci rende oggi riconoscibili: non siamo mai stati né vogliamo essere un partito classista; non riproponiamo vecchi schemi oligarchici; crediamo tenacemente nel confronto, metodo infallibile per la crescita economica e sociale. Insieme a numerosi amici, prendiamo posizione contro la pochezza politica nell'ultimo decennio manifestata da due opposti schieramenti, colpevoli dell'ingovernabilità del paese. L'elettorato attento ha manifestato con decisione la necessità di individuare un terzo soggetto politico in cui riporre l'aspettativa per un radicale cambiamento. Il presente è grande contraddizione. A livello nazionale, si punta a riunificare e federare le aree di centro-destra e centro-sinistra; contrariamente, a livello locale si concorre alle amministrative con una miriade di liste e listarelle (c.d. liste civetta): inevitabile sarà che, all'indomani delle elezioni, ciascuna di queste, espressione null'altro che di se stessa, reclamerà visibilità all'interno dell'amministrazione, causando l'ingovernabilità della città. Di qui la mia scelta: candidarmi per una sola lista, appunto la Democrazia Cristiana, invitando altri partiti (Italia di Mezzo, Rifondazione della Democrazia Cristiana) ad indicare candidati da inserire in lista, favorendo in tal modo il processo di riunificazione dell'area di centro. Il voto di primavera chiama gli elettori a cambiare un'intera classe governante, rimettendo loro le facoltà di conservare la maturità e l'esperienza politica e condannare le impennate e le gesta irresponsabili di chi ha già una volta compromesso e pregiudicato il sereno corso della vita amministrativa. La città reclama amministratori: - capaci di interrogarsi e trovare risposte concrete alle necessità quotidiane di una comunità dai caratteri sociali diversificati; - in grado di analizzare e monitorare le eterogenee realtà attive sul territorio; - ben consapevoli di quelle che sono le priorità di intervento e di prevenzione. Tutte logiche e strategie imprenditoriali applicabili alla gestione dell'Ente locale. Ma non solo: rivisitazione e riorganizzazione dei servizi sociali, sanitari e di tutela degli anziani; riqualificazione del personale comunale attraverso la formazione e la qualificazione meritocratica legata alla produttività ed al raggiungimento degli obiettivi della P.A.; definizione urbanistica del territorio e pianificazione degli interventi di immediata necessità; sviluppo dell'industria turistica di qualità. Con questi punti programmatici ed altri ci proponiamo all'elettorato, nell'intento di costruire un nuovo percorso amministrativo, tale da restituire credibilità e autorevolezza ad una città che non meritava di essere abbandonata a se stessa.»