Cronaca
Duro colpo ai trafficanti di reperti archeologici
Operazioni dei Carabinieri su scala regionale
Trani - lunedì 19 gennaio 2009
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, nel corso del 2008, con la collaborazione fondamentale dell'Arma territoriale, del VI Elinucleo CC di Bari e del Nucleo CC Subacquei di Taranto, hanno ultimato distinte operazioni di polizia giudiziaria sul territorio regionale.
Le indagini sviluppate nell'ambito della giurisdizione della Procura della Repubblica di Trani, testimoniano l'interazione tra le varie bande criminali dedite professionalmente al traffico di reperti archeologici e ad altri reati quali spaccio di stupefacenti e reati contro il patrimonio. Il territorio del nord barese e dei comuni limitrofi della Basilicata comprende una moltitudine di aree archeologiche soggette a continue violazioni da parte di operatori clandestini. L'approvvigionamento dei beni archeologici avviene attraverso una meticolosa ricerca effettuata con strumenti altamente sofisticati, mentre l'impossessamento si realizza grazie all'utilizzo di mezzi meccanici (escavatori e bob cart).
L'abile maestria con la quale vengono manovrati i mezzi è solo indirizzata a rendere più celere il recupero dei reperti più pregiati mentre totale è l'indifferenza per la distruzione del sito archeologico che priva la comunità scientifica internazionale di importanti prove testimoniale della storia degli usi e dei costumi delle popolazioni arcaiche insistenti nel nostro territorio. I reperti rinvenuti venivano offerti a ricettatori locali che successivamente li rivendevano a mercanti di Roma. Le attività investigative si sono concentrate sugli operatori di base (c.d. tombaroli) e su alcuni referenti di zona, nonché sulle tecnologie di ricerca e di scavo.
Nel corso delle indagini sono state eseguite attività tecniche, OCP (osservazione, controllo e pedinamenti), perquisizioni e sequestri in flagranza che hanno consentito di individuare una organizzazione di soggetti dediti ai reati di scavo e ricettazione di reperti archeologici, nonché di identificare i siti archeologici oggetto di scavo e i mezzi utilizzati.
Le indagini sviluppate nell'ambito della giurisdizione della Procura della Repubblica di Trani, testimoniano l'interazione tra le varie bande criminali dedite professionalmente al traffico di reperti archeologici e ad altri reati quali spaccio di stupefacenti e reati contro il patrimonio. Il territorio del nord barese e dei comuni limitrofi della Basilicata comprende una moltitudine di aree archeologiche soggette a continue violazioni da parte di operatori clandestini. L'approvvigionamento dei beni archeologici avviene attraverso una meticolosa ricerca effettuata con strumenti altamente sofisticati, mentre l'impossessamento si realizza grazie all'utilizzo di mezzi meccanici (escavatori e bob cart).
L'abile maestria con la quale vengono manovrati i mezzi è solo indirizzata a rendere più celere il recupero dei reperti più pregiati mentre totale è l'indifferenza per la distruzione del sito archeologico che priva la comunità scientifica internazionale di importanti prove testimoniale della storia degli usi e dei costumi delle popolazioni arcaiche insistenti nel nostro territorio. I reperti rinvenuti venivano offerti a ricettatori locali che successivamente li rivendevano a mercanti di Roma. Le attività investigative si sono concentrate sugli operatori di base (c.d. tombaroli) e su alcuni referenti di zona, nonché sulle tecnologie di ricerca e di scavo.
Nel corso delle indagini sono state eseguite attività tecniche, OCP (osservazione, controllo e pedinamenti), perquisizioni e sequestri in flagranza che hanno consentito di individuare una organizzazione di soggetti dediti ai reati di scavo e ricettazione di reperti archeologici, nonché di identificare i siti archeologici oggetto di scavo e i mezzi utilizzati.