Franco De Toma
Franco De Toma
Vita di città

E' morto Franco De Toma, addio a un Galantuomo della Città di Trani

Padre del consigliere Pasquale De Toma, fu a sua volta consigliere comunale nella giunta Tamborrino. Aveva 94 anni

È il tempo delle foglie nuove delle cycas e della fioritura delle piante grasse. Appena ha cominciato a diffondersi la notizia della sua scomparsa i nostri cellulari sono stati invasi di fotografie delle piante coltivate e riprodotte a migliaia da papà, che donava a chi sapeva ne avrebbe avuto cura o ad associazioni perché venissero vendute per fini benefici. Le sue piante sono sparse davvero in tutta Italia, in ville e giardini, anche in aiuole pubbliche qui nella Città. Insegnava anche a riprodurle in veri e propri corsi (lo ricordano ancora all'Università della teza Età e nel centro Jobel, in appassionanti "lezioni" per i disabili); le regalava come a voler lasciare negli altri una parte di sé, insegnando il rispetto della natura con i suoi tempi, la sua lentezza, quella che assaporava quando andava a pescare da terra con una delle sue bellissime canne: "Il vero pescatore è da terra, diceva, perché sei ad armi pari con i pesci, quasi una strategia in cui chi non si sa mai chi avrà la meglio": niente reti, una sfida quasi alla pari, nella calma e nella quiete che il mare da sempre gli dava, come fosse il suo elemento naturale. La scorsa estate volle seguire i lavori di ricostruzione dell'antico Trabucco sotto il Monastero (link all'articolo): "Non è come prima", diceva con triste nostalgia, anche se ciò che non ritrovava in realtà era l'atmosfera quieta e selvaggia di quei luoghi; e di quel mare che aveva percorso da giovane, a nuoto, fin lì, dalla Cattedrale, più volte accompagnato dai delfini: "La prima volta ebbi paura, poi capii che erano amici". Forse per questo non l'abbiamo mai visto impaurito, lui che ha sorvolato l'Amazzonia su un trabiccolo bimotore, che ha fatto il sub tra gli squali, che ha avuto il coraggio di appendere al chiodo la sua maestria, la capacità e passione ereditata dall'adorato Nonno Francesco nel campo vitivinicolo per cambiare mestiere quando altri sarebbero andati in pensione e diventare un' eccellenza professionale anche nel settore olivicolo, a tal punto che tanti giovani fino a non moltissimo tempo fa a lui si rivolgevano per imparare a fare non solo il vino ma anche l'olio buono.

Consigliere comunale durante la Giunta Tamborrino, suffragato da tanti pur in una candidatura offerta come sostegno a una lista con una minima campagna elettorale e dimostrò coerenza con le sue idee in favore del bene della Città anche a costo di scontrarsi con le decisioni del suo partito. Fu insignito della "Paul Harris" del Rotary Club della Città, il più prestigioso riconoscimento internazionale del sodalizio per la sua capacità di realizzare nel quotidiano i più alti ideali rotariani: la professionalità al servizio del sociale, l'onestà, il senso profondo e autentico dell'amicizia. Perchè di amici papà ne aveva davvero un'infinità, era un autentico accumulatore di amicizia, un conquistatore di umanità più varia, dai giovanissimi ai suoi coetanei che però con mestizia negli ultimi tempi stava vedendo scomparire un po' alla volta.

Era forte, papà, di spirito e fisico, che aveva temprato sin da giovanissimo col lavoro e con lo sport, praticato a livello agonistico, dal basket al canottaggio, all'adorata barca a vela: era riuscito a costruire un scafo di nove metri in mogano marino negli anni ottanta, da solo, perchè papà davvero sapeva far di tutto, ma che purtroppo per varie ragioni non riuscì mai a finire; pioniere in tante cose, anche nella sostenibilità ambientale di cui ora si parla tanto ma che lui insegnava da sempre ("se ogni italiano usasse un piatto in meno a tavola sarebbero tonnellate di detersivo nell'ambiente), con il recupero dell'organico e con un'idea di riciclo moderna già decenni fa; capace di vedere "oltre", negli oggetti, nelle situazioni, nelle persone. Per questo aveva un'infinità di persone che gli volevano bene, da Como, città della sua infanzia, passando anche per Matera, fino a tutta la Puglia. Per lui non contava la posizione sociale, la professione, le cariche più prestigiose delle persone con cui si rapportava: coglieva di ciascuno il lato umano e a chiunque riservava lo stesso trattamento speciale di sé. uno dei doni più belli che ha lasciato a me, mio fratello e le tre ragazze.

Ed era un uomo buono, incapace di fare del male anche quando ci sarebbe stata la necessità di difendersi dalle circostanze ingiuste con cui la vita sa amaramente sorprendere soprattutto chi non conosce malizia.

E ci amava tanto: me e Pasquale, le adorate nipoti Alessandra, Marella e Mara, perdutamente innamorato di loro, e la Mamma. Già, Mara, con cui ha condiviso quasi sessantuno anni di vita, di gioie, di ostacoli, di traguardi, di lotte. Sempre insieme, uniti da un filo che non si è mai spezzato. Un modello di coppia che sta scomparendo con queste generazioni che finiscono, capaci di amori totali e infiniti.

Un galantuomo che con il suo senso morale, etico, la sua autenticità, ha reso più ricca la Città di Trani nella quali già tanti lo stanno piangendo, tra amici e parenti, a partire da sua sorella Isa e i suoi fratelli Giovanni, Antonio, Nicola e Lorenzo, la nuora Maddalena Giustozzi e il genero Paolo Porcari, i cognati Lia Gisotti, Giorgino, Peppino e Imma Gisotti, i suoi tanti nipoti, a partire da Francesco, che da medico l'ha amorevolmente curato come fosse un altro padre, e tanti che da sempre l'hanno chiamato affettuosamente zio Franco pur senza vincoli familiari.

La salma resterà nella sua casa in via Gisotti n. 2 fino alle 16.00, quando giungerà nella chiesa del sacro Cuore dove alle 16,30 si svolgeranno le esequie funebri celebrate dall'amico don Mimmo De Toma.
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