Associazioni
«Ecopunto in affanno per colpa dell'Amiu»
L'associazione Pertini critica l’atteggiamento dell'ex municipalizzata. «A Trani, sulla problematica dei rifiuti, il cittadino viene bastonato due volte»
Trani - giovedì 8 novembre 2012
10.54
«A Trani, sulla problematica dei rifiuti, il cittadino viene bastonato due volte. Da una parte si aumenta la relativa tassa e dall'altra si impedisce il decollo di un progetto a costo zero per le casse comunali che porta addirittura guadagni al tranese». La segreteria dell'associazione Sandro Pertini (formata da Nicola Cuccovillo, Giuseppe Di Cugno e Vittorio Salvagno) denuncia non solo l'aumento del 25% della Tarsu ma soprattutto la scarsa sensibilità dell'Amiu nel dar seguito al progetto dell'Ecopunto, portato avanti da un privato nell'ambito dell'incremento della raccolta differenziata e che, secondo l'associazione, a causa dell'immobilismo dell'azienda produce danni diretti anche ai cittadini.
«Il progetto – scrivono i tre componenti dell'associazione - è conservato nel cassetto da ben 9 mesi nonostante abbia costo zero per le casse comunali e per l'Amiu e nonostante dia diritto ad un rimborso ai cittadini. L'Ecopunto nasce con la finalità di educare il cittadino alla raccolta differenziata, di contribuire ad aumentare la percentuale che ad oggi è molto bassa, di premiare il cittadino con un contributo economico a fronte della sua capacità di differenziare la carta, la plastica, i cartoni e l'alluminio e il ferro. L'amministrazione e l'Amiu, invece, sono diventati campioni di intoppi e stanno affossando l'iniziativa».
«L'Ecopunto - dicono Cuccovillo, Di Cugno e Salvagno - necessita di un rapporto diretto per il ritiro con l'azienda che, per concessione del Comune, ha la delega per riscuotere la premialità messe a disposizione dal Conai. Questo a Trani è difficile. Ad oggi la raccolta differenziata è attestata dal 13% al 16% di cui i due terzi è rappresentato dal rifiuto umido. Da qui si evince che il cartone, la carta, la plastica e l' alluminio vanno in altri circuiti che non contribuiscono a far crescere la differenziata. Pertanto il cittadino è penalizzato, poichè non ha nè il ristoro economico che l'Ecopunto gli riconoscerebbe, nè la riduzione della Tarsu».
L'Ecopunto già esistente a Trani, senza battage pubblicitario, dal giorno dell'apertura (il 6 ottobre) vanta oltre 220 iscritti che hanno portato oltre 140 chili di cartone, oltre 160 chili di carta e più di 50 chili di plastica. «Non riusciamo a comprendere – conclude l'associazione – il motivo di questo ostruzionismo. Perchè uccidere nella culla una lodevole iniziativa, utile non solo economicamente ma che fa bene anche all'ambiente e quindi alla salute di noi cittadini?».
«Il progetto – scrivono i tre componenti dell'associazione - è conservato nel cassetto da ben 9 mesi nonostante abbia costo zero per le casse comunali e per l'Amiu e nonostante dia diritto ad un rimborso ai cittadini. L'Ecopunto nasce con la finalità di educare il cittadino alla raccolta differenziata, di contribuire ad aumentare la percentuale che ad oggi è molto bassa, di premiare il cittadino con un contributo economico a fronte della sua capacità di differenziare la carta, la plastica, i cartoni e l'alluminio e il ferro. L'amministrazione e l'Amiu, invece, sono diventati campioni di intoppi e stanno affossando l'iniziativa».
«L'Ecopunto - dicono Cuccovillo, Di Cugno e Salvagno - necessita di un rapporto diretto per il ritiro con l'azienda che, per concessione del Comune, ha la delega per riscuotere la premialità messe a disposizione dal Conai. Questo a Trani è difficile. Ad oggi la raccolta differenziata è attestata dal 13% al 16% di cui i due terzi è rappresentato dal rifiuto umido. Da qui si evince che il cartone, la carta, la plastica e l' alluminio vanno in altri circuiti che non contribuiscono a far crescere la differenziata. Pertanto il cittadino è penalizzato, poichè non ha nè il ristoro economico che l'Ecopunto gli riconoscerebbe, nè la riduzione della Tarsu».
L'Ecopunto già esistente a Trani, senza battage pubblicitario, dal giorno dell'apertura (il 6 ottobre) vanta oltre 220 iscritti che hanno portato oltre 140 chili di cartone, oltre 160 chili di carta e più di 50 chili di plastica. «Non riusciamo a comprendere – conclude l'associazione – il motivo di questo ostruzionismo. Perchè uccidere nella culla una lodevole iniziativa, utile non solo economicamente ma che fa bene anche all'ambiente e quindi alla salute di noi cittadini?».