Enti locali
Emergenza alla biblioteca di Trani
Da giugno resta senza responsabile. Il futuro è l’esternalizzazione.
Trani - martedì 12 maggio 2009
Affidare la biblioteca di Trani ad una cooperativa. L'idea di Pinuccio Tarantini potrebbe prender corpo nei prossimi mesi, tanto più che gli uffici comunali starebbero predisponendo una gara d'appalto per l'esternalizzazione del servizio di gestione della Giovanni Bovio. Analoga sorte dovrebbe toccare al Monastero di Colonna.
Spazio ai privati, dunque, per ovviare alle difficoltà palesi della gestione pubblica. La strada intrapresa dall'amministrazione sembra tracciata. Una decisione definitiva andrà presa subito, soprattutto per la biblioteca che, dall'1 giugno, perderà il suo riferimento più importante. La responsabile, Lucia Fiore, è prossima alla pensione e ci sarà da affrontare il problema della sua sostituzione (anche provvisoria) in attesa dell'espletamento della gara. Cosa non da poco, in un momento delicato per il destino della Giovanni Bovio.
L'ipotesi dell'esternalizzazione del servizio trova il favore (ma con riserva), dell'attuale responsabile: «La carenza di personale e di figure intermedie in organico - spiega Lucia Fiore - sta creando notevoli difficoltà nello svolgimento del nostro lavoro. L'errore commesso in passato dalle varie amministrazioni è stato quello di non aver investito sulle risorse umane da destinare per la biblioteca. Al servizio della Bovio arrivavano soltanto i dipendenti da punire, quelli non più desiderati nelle stanze del Palazzo comunale. In realtà, le scelte dovevano essere altre: non abbiamo figure che possano ricoprire mansioni amministrative, non è mai stato formato il personale e né è mai stato fatto un investimento concreto sulle professionalità. Ricordo un corso, fatto nel 2003, dal quale emersero tre figure di un certo rilievo che adesso lavorano in altre biblioteche italiane. Oggi andiamo avanti con tre dipendenti di qualifica A mentre in passato, quando la sede della Bovio era in piazza Longobardi, vi lavoravano stabilmente più di dieci persone pronte ad alternarsi nell'espletamento dei servizi, dalla catalogazione dei testi all'assistenza agli studenti».
Insomma: il ricorso ad una gestione esterna pare sia inevitabile. «Dire di si - spiega la Fiore - ma solo se si presterà grande attenzione alla redazione del bando, in modo da assicurare alla città ed ai fruitori della biblioteca che l'impresa aggiudicatrice abbia requisiti importanti, quelle professionalità e quelle competenze fondamentali per la vita della Bovio. Non dimentichiamoci che, la nostra, resta una biblioteca di conservazione. L'eccellenza nell'individuazione delle figure lavorative è un aspetto imprescindibile».
Spazio ai privati, dunque, per ovviare alle difficoltà palesi della gestione pubblica. La strada intrapresa dall'amministrazione sembra tracciata. Una decisione definitiva andrà presa subito, soprattutto per la biblioteca che, dall'1 giugno, perderà il suo riferimento più importante. La responsabile, Lucia Fiore, è prossima alla pensione e ci sarà da affrontare il problema della sua sostituzione (anche provvisoria) in attesa dell'espletamento della gara. Cosa non da poco, in un momento delicato per il destino della Giovanni Bovio.
L'ipotesi dell'esternalizzazione del servizio trova il favore (ma con riserva), dell'attuale responsabile: «La carenza di personale e di figure intermedie in organico - spiega Lucia Fiore - sta creando notevoli difficoltà nello svolgimento del nostro lavoro. L'errore commesso in passato dalle varie amministrazioni è stato quello di non aver investito sulle risorse umane da destinare per la biblioteca. Al servizio della Bovio arrivavano soltanto i dipendenti da punire, quelli non più desiderati nelle stanze del Palazzo comunale. In realtà, le scelte dovevano essere altre: non abbiamo figure che possano ricoprire mansioni amministrative, non è mai stato formato il personale e né è mai stato fatto un investimento concreto sulle professionalità. Ricordo un corso, fatto nel 2003, dal quale emersero tre figure di un certo rilievo che adesso lavorano in altre biblioteche italiane. Oggi andiamo avanti con tre dipendenti di qualifica A mentre in passato, quando la sede della Bovio era in piazza Longobardi, vi lavoravano stabilmente più di dieci persone pronte ad alternarsi nell'espletamento dei servizi, dalla catalogazione dei testi all'assistenza agli studenti».
Insomma: il ricorso ad una gestione esterna pare sia inevitabile. «Dire di si - spiega la Fiore - ma solo se si presterà grande attenzione alla redazione del bando, in modo da assicurare alla città ed ai fruitori della biblioteca che l'impresa aggiudicatrice abbia requisiti importanti, quelle professionalità e quelle competenze fondamentali per la vita della Bovio. Non dimentichiamoci che, la nostra, resta una biblioteca di conservazione. L'eccellenza nell'individuazione delle figure lavorative è un aspetto imprescindibile».