Nuovo padiglione carcere Trani
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Sanità

Emergenza covid nelle carceri pugliesi: il sindacato Polizia Penitenziaria chiede vaccini come nelle Rsa

In un lungo comunicato le ragioni di una decisione già deliberata in altre regioni

Da mesi il Sappe sindacato autonomo polizia penitenziaria, di gran lunga maggior sindacato di categoria, lancia l'allarme sulla necessità di preservare le carceri pugliesi alla stregua delle RSA, poiché lo scoppio di focolai avrebbe creato situazioni di grave pericolo non solo alla sicurezzadelle carceri, maall'intera popolazioneregionale.

Abbiamo scritto più volte al presidente della Regione, all'Assessore alla sanità, ai vari prefetti, ed ai dirigenti generali delle ASL pugliesi,rappresentando ladelicatezza della situazione prospettando anche delle soluzioni, senza ricevere mai nemmeno uno straccio di risposta.Purtroppo a ciò si è aggiunta l'inadeguatezza dell'amministrazione penitenziaria che invece di battere i pugni, si inchinata a qualsiasiscelta scellerata posta in essere dalle autorità politiche e sanitarie pugliesi.

Avevamo proposto, per esempio, di attrezzare un hub anticovid con medici ed infermieri nel nuovo padiglione costruito all'interno del carcere di Taranto, al fine far confluire in quella struttura tutti i detenuti positivi al covid ristretti nella regione e quindi liberare i penitenziari pugliesi da possibili contagi per evitare le forti tensioni tra i detenuti che un anno fa, hanno portato alla devastazione di moltissimi penitenziari, nonché evitare il ricovero di detenuti positivi nelle strutture ospedaliere già in forte difficoltà.

Ciò con l'arrivo di un congruo numero di poliziotti dalla regione e da quelle limitrofe.In altre regioni lo hanno fatto con successo, perché in Puglia non si è potuto o voluto fare? Invece si sono inventati le zone verdi, gialle e rosse in ogni carcere che fino a quando il virus non circolava ed i positivi erano quasi inesistenti poteva andare bene, ma che ora che la virulenza si sta manifestando in tutta la sua potenza,ne dimostra i limiti,l'inconsistenza, l'incapacità organizzativa di chi ha voluto ciò, anche a seguito di mancanza di spazi adeguati.

E le conseguenze di questa ottusa strategia oggi dà i suoi frutti, poiché a Bari ed in altre carceri pugliesi incomincia ad essere preoccupante la presenza di detenuti e poliziotti positivi,con la tensione tra la restante popolazione carceraria alle stelle.Il fatto grave accaduto ieri presso il policlinico di Bari,in cui un detenuto positivo ricoverato nel reparto covid prima si sarebbe barricato nel bagno sfasciando tutto, poi tentando di aggredire medici ed infermieri con staffe di ferro staccate dal letto,per poi cercare la fuga dal nosocomio, subito poi bloccata dai due poliziotti di scorta, i quali mentre immobilizzavano lo stesso, venivano investiti da sputi e pugni, dimostra che le richieste del Sappe erano corrette e necessarie.

Avevamo poi chiesto test a tappeto nelle carceri poiché sono tante le persone che vi entrano giornalmente (poliziotti, operatori, assistenti, educatori, avvocati, magistrati, familiari detenuti ecc.ecc.) e la sola misurazione della febbre,non poteva e non può certo rappresentare uno strumento di controllo, unico ed efficace.Peraltro l'assessore alla sanità aveva anche promesso dei macchinari per test veloci in ogni carcere, cosa mai avvenuta.Avevamo pregato di procedere alla vaccinazione di detenuti e poliziotti il prima possibile proprio per mettere al riparo dai contagi ed in sicurezza le carceri , inutilmente.

A Bari per esempio il dirigente sanitario del carcere, tra il silenzio assordante dell'amministrazione penitenziaria, invece di preoccuparsi di vaccinare subito tutti i detenuti e poliziotti, avrebbe dato precedenza a lavoratori penitenziari che i detenuti non li hanno mai visti e mai li vedranno, macchiandosi peraltro di un grave fatto che denunceremo alla magistratura.

Infatti non sappiamo in base a quale motivazione, lo stesso avrebbe stravolto le liste preparate dal medico del lavoro che suddivideva i poliziotti penitenziari sani con quelli con patologie rientranti nelle categorie c.d."fragili", costringendo questi ultimi a fare il vaccino astrazeneca oppure a rinunciare alla vaccinazione.Per cui a tutt'oggi alcuni poliziotti penitenziari di Bari c.d. "fragili", non sarebbero stati vaccinati.Purtroppo a differenza dei mesi scorsi non c'è carcere della regione Puglia da Lecce a Foggia, da Taranto a Trani in cui non si registrano casi di positività tra detenuti e poliziotti, e se in qualche posto la situazione sarebbe meno pesante , ciò sarebbe dovuto grazie all'intervento di qualche prefetto o dirigente sanitario provinciale(vedi Brindisi) che hanno capito la gravità della situazione.Diciamo ciò poiché la situazione vaccinale sia per il personale di polizia penitenziaria che per i detenuti sarebbe deficitaria, nonostante gli appelli del Ministro della Giustizia Cartabia a fare presto,e di questo qualcuno ne dovrebbe rendere conto, poiché in Puglia con quasi 3600 detenuti ne sarebbero stati vaccinati con la prima dose meno di 900 circa il 24%(dati di un paio di giorni fa);

con carceri come Lecce in cui sono presenti oltre 1000 detenuti con 0 vaccini, cosa accaduto ad altre carceri(turi, lucera, san severo) mentre i penitenziari più virtuosi sarebbero Bari e Brindisi che arriverebbero a circa il 70%della prima dose inoculata ai detenuti colà ristretti.Cambierebbe invece lo scenario per quanto riguarda la polizia penitenziaria per cui a tutt'oggi sarebbero stati vaccinati con la prima dose circa un migliaio di poliziotti circa al 45%dei presenti, ma in questo caso si capovolgerebbe il confronto,poiché le carceri come Bari e Foggia sarebbero il fanalino di coda come meno del 30% dei poliziotti in servizio, mentre poi a Lecce risulterebbe inoculata la prima dose a circa il 50% dei poliziotti , e con Taranto e Brindisi che superano l'80% dell'organico .Ma non ci doveva essere un programma vaccinale omogeneo?La mancanza di un seria organizzazione avrebbe poi determinato situazioni di estremo pericolo come quella accaduta a San Severo,ove a seguito dello sviluppo di un focolaio con molti detenuti e poliziotti positivi, irresponsabilmente si sarebbero mandati in giro detenuti positivi, senza dotare i poliziotti dei DPI minimi necessari per difendersi dall'infezione.

Il Sappe ribadisce che la presenza di un hub carcerario anticovid adeguatamente attrezzato anche con un paio di posti di terapia intensiva, che potrebbe contenere oltre 200 detenuti, avrebbe evitato il diffondersi del contagio nelle carceri riducendo con ciò, le tensioni tra i detenuti pronte ad esplodere in ogni momento, anche in maniera pretestuale, nonché a liberare gli ospedali della regione, già in sofferenza,da ricoveri di detenuti con i disagi che ciò comporta a sanitari, e pazienti. Il Sappe ritiene infine chei Dirigenti regionali dell'amministrazione penitenziaria hanno grandi colpe poiché:

1. hanno accettato passivamente ogni decisione delle autorità politiche e sanitarie regionali per cui le carceri non sono mai state adeguatamente supportate dal punto della prevenzione dal virus;

2. non hanno mai preso seriamente in considerazione e supportato la proposta del Sappe per la costituzione di un hub carcerario anticovid ;

3. hanno preso in giro i sindacati con cui hanno firmato dei protocolli a tutela della salutee della sicurezza degli operatori e detenuti, mache nella pratica si sono rivelati carta straccia, buona da utilizzare solo per gli scarichi fognanti, poiché per le parti più importanti non applicate.Chi paga e pagherà per tanta inadeguatezza, indifferenza, mala gestione che stanno mettendo in grave pericolo le carceri pugliesi? Come potranno questi soggetti più volte allertati dal Sappe a prendere in seria considerazione la questione, scaricarsi delle loro gravi responsabilità?

Il Sappe non ci sta, è presto chiederà l'intervento di enti esterni poiché gli episodi di mala gestione, errori nella vaccinazione ecc.ecc., meritano l'attenzione non solo dei mass media ma soprattutto dell'autorità giudiziaria.
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