Scuola e Lavoro

Esercizi commerciali a Trani: non più aperture non regolamentate

Task-force congiunta a Palazzo di Città

Confermando ancora una volta l'impegno nell'assistere i commercianti, i vertici di CONFCOMMERCIO della Provincia di Bari sono stati a Trani per discutere con il commissario prefettizio Angelo Trovato al fine di regolamentare le aperture in deroga degli esercizi commerciali. Si è trattata di una vera e propria task-force congiunta, a cui hanno preso parte il presidente di ASCOM, Tony D'Ambrosio, ed il direttore di ASCOM, Angelo Santorsola.
Il Comune di Trani, negli ultimi anni, non ha, di fatto, mai programmato le deroghe ai normali turni di riposo degli esercizi commerciali così come previsto dall'art. 18 della legge regionale dell' 11/2003. Non conoscendone le motivazioni, la Confcommercio provinciale ha chiesto un incontro al Commissario Prefettizio che si è tenuto a Trani, a Palazzo di Città, giovedì mattina. All'incontro hanno partecipato il dott. Alessandro Ambrosi, presidente della Confcommercio della Provincia di Bari, il dott. Pantaleo Carriera, direttore di Confcommercio della Provincia di Bari, il dott. Tony D'Ambrosio ed il rag. Angelo Santorsola della Confcommercio di Trani. L'incontro, fortemente voluto da Confcommercio, ha una valenza significativa. Ci si augura che produca, nel più breve tempo possibile, quei risultati che Confcommercio auspica e che, di certo, gioveranno in maniera determinante all'economia locale, garantendo maggior serenità di lavoro agli operatori del settore, parte attiva del processo economico e sociale della città.
Il Commissario prefettizio del Comune di Trani, recependo le osservazioni e i contenuti della legge regionale in materia, si è reso disponibile a convocare un successivo incontro con le associazioni di categoria per definire la programmazione delle deroghe ai normali turni di riposo di tutti gli esercizi commerciali della città di Trani.
Alessandro Ambrosi, presidente di Confocmmercio, ha espresso alcune considerazioni a margine dell'incontro: "Pur convinto che il settore debba godere della più ampia libertà d'azione, ho buone ragioni per continuare ad avanzare seri dubbi sull'apertura domenicale dei negozi. La necessità di tutelare una categoria la cui attività continua ad avere forti ripercussioni non solo sul tessuto economico della città, ma anche sociale e, perchè no, culturale impone ragionamenti obiettivi e razionali. Nel caso in questione il calcolo dei costi-benefici, viste le variabili in gioco, può risultare più complicato. Noi che viviamo dal "di dentro" le aziende, possiamo tranquillamente paragonarle ad "esseri" viventi che crescono, si moltiplicano e sviluppano in un ambiente ben codificato. Cambiarlo può significare mettere in discussione la loro stessa sopravvivenza. Aprire di domenica impone dei cambiamenti radicali. In particolare, l'apertura domenicale giova certamente ai negozi di beni durevoli, per i quali l'acquisto, impegnativo da un punto di vista finanziario, richiede tempo, riflessioni, comparazioni, pianificazioni. E giova alle grandi superfici e con grandi assortimenti proprio per le capacità organizzative di tipo imprenditoriale. I negozi più piccoli, al contrario, possono essere danneggiati da scelte di questo tipo, per la impossibilità e la difficoltà di programmare. Nutro dei dubbi che anche per i grandi sia così conveniente come si ritiene. Per indurre il consumatore a dedicare il tempo libero delle giornate festive agli acquisti, lo si deve fortemente incentivare. E l'allungamento della settimana, in mancanza di un sensibile aumento nelle vendite, provoca senza dubbio un calo della produttività per il personale dipendente. Di conseguenza le aperture domenicali provocano necessariamente una riduzione delle quote di mercato dei piccoli che non si adeguano o che , il più delle volte, non riescono ad adeguarsi. Dal punto di vista sociale, le domeniche shopping per essere davvero volano di crescita e sviluppo dovrebbero beneficiare di tante componenti aggiunte: andrebbero rivitalizzati i centri storici, garantiti servizi come la sicurezza, l'apertura delle banche e così via. Ma se così fosse, altra faccia della medaglia, non ci sarebbero quelle tanto auspicate incentivazioni rispetto agli altri giorni. La questione, come si intuisce, è molto più complessa di quel che sembra. Noi della Confcommercio, ha dichiarato Pantaleo Carriera porteremo sempre avanti l'idea che le aperture domenicali dei negozi debbano rappresentare l'eccezione, la straordinarietà rispetto agli altri giorni. Insomma devono essere poche nell'arco dell'anno e mirate: ovvero sempre strettamente legate ad eventi concertati con il più alto numero possibile di attori protagonisti".
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