Vita di città
Eutanasia, parla Beppino Englaro
Il papà di Eluana: «Non avevo scelta, nessuno può disporre della mia vita»
Trani - sabato 26 settembre 2009
«A chi appartiene la tua vita?». Se n'è discusso ai Dialoghi di Trani, in corso di svolgimento nel Castello Svevo (il programma è consultabile nell'agenda di Traniweb).
Una semplice domanda, al centro degli «Incontri di MicroMega», il titolo del libro di Paolo Flores d´Arcais (Ponte alle Grazie). «E' un interrogativo che altrove sarebbe impensabile, per quanto scontato nella risposta, ma non in Italia» attacca il direttore di MicroMega.
Inevitabile nel dibattito il riferimento al testo di legge attualmente in discussione al Senato che trasformerebbe un «interrogativo retorico» in una domanda non così banale. «Si va verso una battaglia di civiltà - ammonisce d´Arcais - e l´esito è solo nelle nostre mani».
Ripercorrendo la sua dolorosa vicenda personale, Beppino Englaro definendo sua figlia «un autentico purosangue della libertà» ha ricordato le preoccupazioni di Eluana dopo aver percepito, dalla vicenda dolorosa di un suo amico, un anno prima del suo incidente, i pericoli della medicina d´urgenza. E' nato da qui il suo bisogno di tradurre in atto la volontà di sua figlia, mentre il signor Englaro confessa di non aver trovato interlocutori disponibili né dal punto di vista clinico né da quello giuridico. «Non avevo altra scelta - ha aggiunto Englaro - ed ho seguito solo l'istinto alla tutela della libertà personale, che è inviolabile e la sentenza della Corte suprema è perfettamente in linea con la Costituzione». E poi scalda la voce e rilancia: «Se lo possono scordare Parlamento e Governo di disporre della mia vita, nessuno ha questo potere. L'idea di tutelare la persona da se stessa è un crimine, uccidere le libertà fondamentali è criminale» conclude Englaro.
Gli fa eco Flores d´Arcais che attacca: «Pensavamo che in Italia fosse maturo il tempo per discutere di diritto all'eutanasia, cosa che si concede ai feriti in guerra, ai condannati a morte e persino agli animali. Invece - continua il giornalista - una maggioranza in Parlamento ha deciso di tornare ai tempi del Medioevo, decidendo al posto nostro e contraffando l´eutanasia come qualcosa di terroristico, nazista, quando altro non è che la possibilità di una persona di accorciare consapevolmente i tempi della sua tortura».
Una semplice domanda, al centro degli «Incontri di MicroMega», il titolo del libro di Paolo Flores d´Arcais (Ponte alle Grazie). «E' un interrogativo che altrove sarebbe impensabile, per quanto scontato nella risposta, ma non in Italia» attacca il direttore di MicroMega.
Inevitabile nel dibattito il riferimento al testo di legge attualmente in discussione al Senato che trasformerebbe un «interrogativo retorico» in una domanda non così banale. «Si va verso una battaglia di civiltà - ammonisce d´Arcais - e l´esito è solo nelle nostre mani».
Ripercorrendo la sua dolorosa vicenda personale, Beppino Englaro definendo sua figlia «un autentico purosangue della libertà» ha ricordato le preoccupazioni di Eluana dopo aver percepito, dalla vicenda dolorosa di un suo amico, un anno prima del suo incidente, i pericoli della medicina d´urgenza. E' nato da qui il suo bisogno di tradurre in atto la volontà di sua figlia, mentre il signor Englaro confessa di non aver trovato interlocutori disponibili né dal punto di vista clinico né da quello giuridico. «Non avevo altra scelta - ha aggiunto Englaro - ed ho seguito solo l'istinto alla tutela della libertà personale, che è inviolabile e la sentenza della Corte suprema è perfettamente in linea con la Costituzione». E poi scalda la voce e rilancia: «Se lo possono scordare Parlamento e Governo di disporre della mia vita, nessuno ha questo potere. L'idea di tutelare la persona da se stessa è un crimine, uccidere le libertà fondamentali è criminale» conclude Englaro.
Gli fa eco Flores d´Arcais che attacca: «Pensavamo che in Italia fosse maturo il tempo per discutere di diritto all'eutanasia, cosa che si concede ai feriti in guerra, ai condannati a morte e persino agli animali. Invece - continua il giornalista - una maggioranza in Parlamento ha deciso di tornare ai tempi del Medioevo, decidendo al posto nostro e contraffando l´eutanasia come qualcosa di terroristico, nazista, quando altro non è che la possibilità di una persona di accorciare consapevolmente i tempi della sua tortura».