Sanità
Ex ospedale di Trani, Ventura (Pd): «Il Protocollo non è stato pienamente attuato»
Il consigliere di maggioranza a difesa del sindaco dopo le dichiarazioni di Emiliano e Delle Donne
Trani - giovedì 21 febbraio 2019
9.29
Ho ascoltato con sorpresa la risposta del Presidente della Regione, Michele Emiliano, al Sindaco Amedeo Bottaro, reo di essere intervenuto domenica scorsa alla mobilitazione spontaneamente organizzata da alcuni cittadini allarmati dalla chiusura del Pronto Soccorso a Trani.
Ho seguito l'intervento del Sindaco domenica mattina e non mi sembra affatto che abbia fomentato le folle contro una ormai inevitabile chiusura dell'ospedale, progettata ed attuata altrove, da oltre 15 anni; al contrario il Sindaco ha cercato di spiegare agli intervenuti, legittimamente preoccupati, cosa è possibile fare in concreto per tutelare oggi la salute dei cittadini di Trani.
Il Presidente Emiliano invece - che è stato sicuramente male informato o ha comunque equivocato - ha rimproverato al Sindaco, con tono piccato, di contravvenire a quanto stabilito nel protocollo sottoscritto con la ASL ed avente ad oggetto la trasformazione dell'Ospedale di Trani in Presidio Territoriale di Assistenza (PTA). Al Presidente Emiliano si è associato il Direttore Generale della ASL BAT, Alessandro Delle Donne, il quale è successivamente intervenuto lasciando intendere che la ASL avrebbe già ampiamente attuato il suddetto protocollo. E' bene chiarire, a scanso di equivoci, che la chiusura dell'Ospedale di Trani non deriva affatto dalla sottoscrizione del famoso Protocollo.
La chiusura dell'Ospedale di Trani deriva dal piano di riordino della rete ospedaliera che la Regione Puglia ha adottato in conseguenza delle normative nazionali che hanno ridefinito gli standard qualitativi, quantitativi e tecnologici delle reti ospedaliere (si è detto al fine di efficientare, ma di fatto tagliando, le risorse per la Sanità). La chiusura dell'Ospedale di Trani è stata quindi progettata per la prima volta, oltre 15 anni fa, dal piano sanitario regionale adottato dal Governo Fitto, ed è stato via via attuato da tutti i successivi governi regionali.
Oggi purtroppo non è possibile tornare indietro nel tempo, e chi lo fa (ad es. con petizioni truffaldine che chiedono la riapertura dell'ospedale) sta prendendo in giro i cittadini tranesi.
Il Protocollo di Intesa tra la Regione Puglia, il Comune di Trani e la ASL BAT, sottoscritto nel 2016, costituisce invece il risarcimento ottenuto dalla Città di Trani per la perdita dell'ospedale e prevede una riorganizzazione dell'assistenza sanitaria attraverso la riqualificazione e il potenziamento di tutti i servizi diagnostici, terapeutici e di cura offerti sul territorio.
In particolare il Protocollo prevede: la trasformazione dell'ex Ospedale in Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) dotato di apparecchiature ad alta tecnologia per la diagnostica e la cura (ad es. risonanza magnetica, arco sterile, mammografo digitale) e punti di eccellenza (piastra operatoria, ospedale di comunità con 10 posti letto, Polo Didattico Universitario specializzato in Medicina di Comunità, riabilitazione di eccellenza in età pediatrica); la realizzazione, presso l'ex Ospedale Pediatrico (noto come Ospedaletto), di una Cittadella Sociosanitaria a forte integrazione sociale (dove dovevano essere allocati il Centro di Salute Mentale, il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, il Servizio Dipendenze Patologiche, il Consultorio Familiare con l'équipe Affido e Adozione e l'équipe Abuso e Maltrattamento, il Centro Disturbi Cognitivi con il Centro per le Demenze, il Centro per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento, il Centro per i Disturbi dello Spettro Autistico, il Centro Diurno per Anziani, una Sala Polivalente e spazi per l'integrazione sociale dei pazienti dei diversi servizi, un Bar, un parco sociale e un orto urbano); l'integrazione delle infrastrutture a disposizione della ASL sul territorio cittadino (con la ristrutturazione dell'ex Ospedale degli Agostiniani e addirittura la creazione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Gradenico).
Come ogni cittadino può rendersi conto dopo la lettura del Protocollo, lo stesso è ben lontano dall'essere stato pienamente attuato come invece vorrebbe far intendere il Direttore Generale della ASL nei suoi interventi.
Gran parte del Protocollo è rimasta fino ad oggi del tutto inattuata, con un grave deficit nell'offerta dei servizi sociosanitari alla Città, soprattutto per quanto riguarda le strutture che si sarebbero dovute creare e riorganizzare presso l'Ospedaletto.
Inoltre, tra le altre cose, il Protocollo prevede la creazione, in luogo del Pronto Soccorso (che non può più esistere senza ospedale), di un Punto di Primo Intervento Territoriale (PPIT) in aggiunta al Servizio 118.
Il Punto di Primo Intervento (PPI) è un presidio dove devono essere direttamente trattate le urgenze minori (c.d. codici verdi e gialli) e dove si provvede ad una prima stabilizzazione del paziente più grave (c.d. codice rosso), al fine di consentirne in sicurezza il trasporto, a cura del servizio 118, nel presidio ospedaliero più idoneo.
Il Direttore Generale ha confessoriamente confermato che ad oggi il Punto di Primo Intervento di Trani non ha una dotazione di personale sanitario e di ambulanze adeguato, anche se ha assicurato che «è allo studio una ipotesi di implementazione di organico e di ambulanze».
Come si dice, mentre il dottore studia il paziente muore. Infatti, diversi cittadini tranesi hanno riferito che, nelle scorse settimane, recatisi presso il Punto di Primo Intervento di Trani (ex Pronto Soccorso), sono stati respinti ed invitati a recarsi autonomamente presso il Pronto Soccorso di Bisceglie o di Barletta.
Ebbene questa condotta, altamente negligente e pericolosa adottata da parte del personale sanitario ivi preposto, ha aumentato ancor di più la preoccupazione dei cittadini tranesi.
Pertanto il Direttore Generale della ASL farebbe bene a vigilare e a sanzionare tali condotte dato che, se è vero che il Sindaco è il responsabile della salute pubblica dei suoi concittadini, è altrettanto vero che a tale responsabilità non corrispondono grandi poteri; al contrario il Direttore Generale della ASL dispone dei poteri (di vigilanza, di controllo e disciplinari) per verificare che la tutela della salute dei cittadini tranesi sia sempre effettivamente garantita.
- Nicola Ventura, consigliere comunale Pd
Ho seguito l'intervento del Sindaco domenica mattina e non mi sembra affatto che abbia fomentato le folle contro una ormai inevitabile chiusura dell'ospedale, progettata ed attuata altrove, da oltre 15 anni; al contrario il Sindaco ha cercato di spiegare agli intervenuti, legittimamente preoccupati, cosa è possibile fare in concreto per tutelare oggi la salute dei cittadini di Trani.
Il Presidente Emiliano invece - che è stato sicuramente male informato o ha comunque equivocato - ha rimproverato al Sindaco, con tono piccato, di contravvenire a quanto stabilito nel protocollo sottoscritto con la ASL ed avente ad oggetto la trasformazione dell'Ospedale di Trani in Presidio Territoriale di Assistenza (PTA). Al Presidente Emiliano si è associato il Direttore Generale della ASL BAT, Alessandro Delle Donne, il quale è successivamente intervenuto lasciando intendere che la ASL avrebbe già ampiamente attuato il suddetto protocollo. E' bene chiarire, a scanso di equivoci, che la chiusura dell'Ospedale di Trani non deriva affatto dalla sottoscrizione del famoso Protocollo.
La chiusura dell'Ospedale di Trani deriva dal piano di riordino della rete ospedaliera che la Regione Puglia ha adottato in conseguenza delle normative nazionali che hanno ridefinito gli standard qualitativi, quantitativi e tecnologici delle reti ospedaliere (si è detto al fine di efficientare, ma di fatto tagliando, le risorse per la Sanità). La chiusura dell'Ospedale di Trani è stata quindi progettata per la prima volta, oltre 15 anni fa, dal piano sanitario regionale adottato dal Governo Fitto, ed è stato via via attuato da tutti i successivi governi regionali.
Oggi purtroppo non è possibile tornare indietro nel tempo, e chi lo fa (ad es. con petizioni truffaldine che chiedono la riapertura dell'ospedale) sta prendendo in giro i cittadini tranesi.
Il Protocollo di Intesa tra la Regione Puglia, il Comune di Trani e la ASL BAT, sottoscritto nel 2016, costituisce invece il risarcimento ottenuto dalla Città di Trani per la perdita dell'ospedale e prevede una riorganizzazione dell'assistenza sanitaria attraverso la riqualificazione e il potenziamento di tutti i servizi diagnostici, terapeutici e di cura offerti sul territorio.
In particolare il Protocollo prevede: la trasformazione dell'ex Ospedale in Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) dotato di apparecchiature ad alta tecnologia per la diagnostica e la cura (ad es. risonanza magnetica, arco sterile, mammografo digitale) e punti di eccellenza (piastra operatoria, ospedale di comunità con 10 posti letto, Polo Didattico Universitario specializzato in Medicina di Comunità, riabilitazione di eccellenza in età pediatrica); la realizzazione, presso l'ex Ospedale Pediatrico (noto come Ospedaletto), di una Cittadella Sociosanitaria a forte integrazione sociale (dove dovevano essere allocati il Centro di Salute Mentale, il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, il Servizio Dipendenze Patologiche, il Consultorio Familiare con l'équipe Affido e Adozione e l'équipe Abuso e Maltrattamento, il Centro Disturbi Cognitivi con il Centro per le Demenze, il Centro per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento, il Centro per i Disturbi dello Spettro Autistico, il Centro Diurno per Anziani, una Sala Polivalente e spazi per l'integrazione sociale dei pazienti dei diversi servizi, un Bar, un parco sociale e un orto urbano); l'integrazione delle infrastrutture a disposizione della ASL sul territorio cittadino (con la ristrutturazione dell'ex Ospedale degli Agostiniani e addirittura la creazione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Gradenico).
Come ogni cittadino può rendersi conto dopo la lettura del Protocollo, lo stesso è ben lontano dall'essere stato pienamente attuato come invece vorrebbe far intendere il Direttore Generale della ASL nei suoi interventi.
Gran parte del Protocollo è rimasta fino ad oggi del tutto inattuata, con un grave deficit nell'offerta dei servizi sociosanitari alla Città, soprattutto per quanto riguarda le strutture che si sarebbero dovute creare e riorganizzare presso l'Ospedaletto.
Inoltre, tra le altre cose, il Protocollo prevede la creazione, in luogo del Pronto Soccorso (che non può più esistere senza ospedale), di un Punto di Primo Intervento Territoriale (PPIT) in aggiunta al Servizio 118.
Il Punto di Primo Intervento (PPI) è un presidio dove devono essere direttamente trattate le urgenze minori (c.d. codici verdi e gialli) e dove si provvede ad una prima stabilizzazione del paziente più grave (c.d. codice rosso), al fine di consentirne in sicurezza il trasporto, a cura del servizio 118, nel presidio ospedaliero più idoneo.
Il Direttore Generale ha confessoriamente confermato che ad oggi il Punto di Primo Intervento di Trani non ha una dotazione di personale sanitario e di ambulanze adeguato, anche se ha assicurato che «è allo studio una ipotesi di implementazione di organico e di ambulanze».
Come si dice, mentre il dottore studia il paziente muore. Infatti, diversi cittadini tranesi hanno riferito che, nelle scorse settimane, recatisi presso il Punto di Primo Intervento di Trani (ex Pronto Soccorso), sono stati respinti ed invitati a recarsi autonomamente presso il Pronto Soccorso di Bisceglie o di Barletta.
Ebbene questa condotta, altamente negligente e pericolosa adottata da parte del personale sanitario ivi preposto, ha aumentato ancor di più la preoccupazione dei cittadini tranesi.
Pertanto il Direttore Generale della ASL farebbe bene a vigilare e a sanzionare tali condotte dato che, se è vero che il Sindaco è il responsabile della salute pubblica dei suoi concittadini, è altrettanto vero che a tale responsabilità non corrispondono grandi poteri; al contrario il Direttore Generale della ASL dispone dei poteri (di vigilanza, di controllo e disciplinari) per verificare che la tutela della salute dei cittadini tranesi sia sempre effettivamente garantita.
- Nicola Ventura, consigliere comunale Pd