Attualità
Falso olio d'oliva pugliese, maxi truffe nel commercio on-line
Nel 2020 bloccata la vendita di 177 finti oli pugliesi su differenti piattaforme di e-commerce
Trani - lunedì 12 aprile 2021
Le brutte copie dell'olio pugliese sono alcune delle truffe sulle specialità Made in Italy smascherate nel 2020 sulla piattaforma web di vendite on line di Alibaba. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti regionale, divulgata in occasione della multa da 18,2 miliardi di yuan (pari a 2,78 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante annunciata dalle Autorità cinesi nei confronti del gigante dell'e-commerce Alibaba.
Una realtà – sottolinea la Coldiretti - presente anche a livello nazionale nel settore dei prodotti agroalimentari grazie ad una intensa campagna del suo fondatore Jack Ma venuto in Italia nel 2016 al Vinitaly proprio per promuovere le vendite di vino e altre specialità alimentari Made in Italy. Da allora è cresciuta la collaborazione che ha portato proprio il 25 marzo scorso – ricorda la Coldiretti – a rinnovare l'accordo tra il Ministero delle Politiche Agricole, l'Istituto repressione Frodi (ICQRF) e il Gruppo Alibaba per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi. Un impegno che – riferisce la Coldiretti - ha permesso lo scorso anno di far rimuovere nell'alimentare ben 24 referenze italiane contraffatte, la cui diffusione è favorita anche dalle difficoltà provocate dalla pandemia Covid. Accanto ad esperienze positive di successo la rete viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell'Italian sounding, ma in vendita su Internet ci sono anche il kit per il vino liofilizzato "Fai da te" con false etichette dei migliori vini Made in Italy.
"Nel 2020 l'ICQRF ha bloccato la vendita di 177 finti oli pugliesi su differenti piattaforme, quali Ebay, Alibaba e Amazon. Le frodi nel settore agroalimentare 'viaggiano' anche sul web con gli 'agropirati' che sfruttano l'Italian sounding di prodotti tutelati da marchi comunitari per vendere finto olio extravergine pugliese, con un danno inestimabile in termini di concorrenza sleale e immagine per l'autentico Made in Puglia", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La contraffazione, la falsificazione e l'imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo – il cosiddetto italian sounding – supera per fatturato i 100 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale, secondo una analisi della Coldiretti.
"Il business dell'Italian sounding fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro e sfrutta anche il web per vendere prodotti che non hanno nulla a che fare con il patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell'agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di 'tipo italiano' su tre", aggiunge Muraglia. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale, "agropirateria". "Il fenomeno criminale si sviluppa – conclude il presidente Muraglia - attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano "made in Puglia" e "made in Italy" fregiandosi in modo fraudolento dell'immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio".
Una realtà – sottolinea la Coldiretti - presente anche a livello nazionale nel settore dei prodotti agroalimentari grazie ad una intensa campagna del suo fondatore Jack Ma venuto in Italia nel 2016 al Vinitaly proprio per promuovere le vendite di vino e altre specialità alimentari Made in Italy. Da allora è cresciuta la collaborazione che ha portato proprio il 25 marzo scorso – ricorda la Coldiretti – a rinnovare l'accordo tra il Ministero delle Politiche Agricole, l'Istituto repressione Frodi (ICQRF) e il Gruppo Alibaba per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi. Un impegno che – riferisce la Coldiretti - ha permesso lo scorso anno di far rimuovere nell'alimentare ben 24 referenze italiane contraffatte, la cui diffusione è favorita anche dalle difficoltà provocate dalla pandemia Covid. Accanto ad esperienze positive di successo la rete viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell'Italian sounding, ma in vendita su Internet ci sono anche il kit per il vino liofilizzato "Fai da te" con false etichette dei migliori vini Made in Italy.
"Nel 2020 l'ICQRF ha bloccato la vendita di 177 finti oli pugliesi su differenti piattaforme, quali Ebay, Alibaba e Amazon. Le frodi nel settore agroalimentare 'viaggiano' anche sul web con gli 'agropirati' che sfruttano l'Italian sounding di prodotti tutelati da marchi comunitari per vendere finto olio extravergine pugliese, con un danno inestimabile in termini di concorrenza sleale e immagine per l'autentico Made in Puglia", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La contraffazione, la falsificazione e l'imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo – il cosiddetto italian sounding – supera per fatturato i 100 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale, secondo una analisi della Coldiretti.
"Il business dell'Italian sounding fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro e sfrutta anche il web per vendere prodotti che non hanno nulla a che fare con il patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell'agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di 'tipo italiano' su tre", aggiunge Muraglia. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale, "agropirateria". "Il fenomeno criminale si sviluppa – conclude il presidente Muraglia - attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano "made in Puglia" e "made in Italy" fregiandosi in modo fraudolento dell'immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio".