Ferrante e la parabola discendente di Amet

"L'Amet è di tutti i tranesi e non solo di chi, momentaneamente l'amministra. Detto questo è il caso di chiarire, una volta per tutte, che il consigliere comunale è chiamato ad esercitare una legittima attività di controllo; quindi quando un consigliere comunale si reca presso le ex municipalizzate lo fa in funzione di una delega popolare e non perché gli sia scappato qualche "prurito". Ho chiesto degli atti e fino a ieri, seppur con qualche schermaglia dialettica e giurisprudenziale, mi sono stati forniti; fino a ieri perché in questi giorni mi è stato negato con una lettera garbata nella forma, ma imbarazzante nel contenuto, l'accesso ad un atto importantissimo dell'azienda. Ma mi sforzerò di chiarire all'attuale dirigenza che sta agendo in totale discrasia, non solo delle previsioni di legge, ma anche dei recentissimi orientamenti giurisprudenziali che ho avuto modo di fornire loro nei mesi passati.
La parabola discendente dell'Amet è sotto gli occhi di tutti ecco perché i consiglieri di minoranza hanno chiesto un consiglio comunale che si occupasse dell'Amet e di tutte la altre società partecipate dal Comune. È una necessità improrogabile conoscere dagli attuali vertici delle aziende il perché di tante cose e siccome questi ultimi, sono convinto, non abbiano nulla da nascondere né da temere sono sicuro non si sottrarranno dal relazionare in merito al Consiglio Comunale. Nessuno vuole accusare qualcun'altro, ma tutti vogliono comprendere.
In tutto questo clamore suscitato intorno all'azienda negli ultimi tempi c'è da registrare il silenzio assordante del Sig. Sindaco, responsabile nel bene e nel male, della nomina dei vertici aziendali che di fatto pongono in essere suoi atti di indirizzo in quanto legale rappresentate del socio unico cioè il Comune di Trani.
A mio personale parere, non ho la pretesa di considerarmi uno stratega aziendale in materia di cessione di ramo d'azienda, cessione di quote di partecipate, cessioni di immobili, ecc.., l'azienda vive di logiche vecchie in cui è meglio liquidare che cercare di conseguire utili. Insomma il classico apparato in cui vige la logica del tanto meglio tanto peggio ed in cui nessuno è mai responsabile di niente.A dismettere il patrimonio finanziario ed immobiliare dell'Amet ci vuole pochissimo e certo l'azienda non aveva neanche bisogno di improvvisati santoni per fare questo.
Dare nuovo impulso a questa azienda significherebbe possibilità di nuovi investimenti, e conseguenti nuove possibilità occupazionali.Oggi invece si assiste alla solita lottizzazione di tutto e di tutti: occorre che la politica faccia un passo indietro. L'unica prospettiva che si è data all'azienda in questi mesi è la gestione dei parcheggi, servizio ceduto dal socio unico cioè il Comune di Trani, sintomo evidente di un modo stantio e privo di qualsivoglia logica di sviluppo".

Fabrizio Ferrante
Capogruppo PD