Vita di città
Quando il calcio può regalare sogni: la storia della squadra dei commercialisti e dei giovani di Oasi 2
Tutto comincia dalle partite settimanali di un gruppo di commercialisti nel campetto di Capirro a Trani
Trani - lunedì 10 giugno 2024
13.49
Vi raccontiamo la storia di un gruppo di commercialisti che, nonostante gli impegni professionali, non ha mai perso la voglia di giocare a calcio e s'incontra ogni sabato mattina, ormai da tempo, al Centro sportivo Capirro di Trani.
Nello stesso Centro sportivo, in un altro campo adiacente, da settembre, gli educatori della Coop.Oasi 2 accompagnano i ragazzi provenienti dal Centro di Accoglienza MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati), per farli divertire giocando a calcio, insieme ad un coach volontario dotato di tanta buona volontà.
All'inizio i ragazzi non avevano regole .. … e neanche scarpe, né pantaloncini .. … poi, passo dopo passo, senza mai mollare, l'allenatore Giovanni li ha messi in riga fino a farli diventare una vera e propria squadra, con uno stile di gioco, delle strategie e tanto fair play.
Dicono che le persone che incontriamo, la vita ce le metta davanti per insegnarci qualcosa.
Bene, leggete il prosieguo della storia e diteci se non è così.. ...
Sabato dopo sabato, la squadra dei commercialisti vede giocare i ragazzi di Oasi2 e si accorge che il gruppo assortito e disordinato di ragazzi in ciabatte, sta diventando sempre più Squadra.
Così decide di sostenerla, fornire le divise e regalare il sogno di giocare insieme una vera e propria partita, in un grande stadio.
Ora, non sappiamo se i ragazzi di Oasi2 si aspettassero questo finale, se abbiano mai giocato in un vero e proprio stadio, con l'erbetta morbida e verde. Sappiamo soltanto che venerdì 7 giugno è stata una festa per tutti noi perché allo stadio di Andria abbiamo disputato una partita ricca di emozioni in cui hanno vinto il Fairplay e l'entusiasmo contro il pregiudizio e l'emarginazione.
Il sindaco di Andria, dott.ssa Giovanna Bruno, insieme a suo fratello avv. Francesco Bruno, Presidente della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità, hanno fatto gli onori di casa e fortemente voluto che il calcio d'inizio fosse dato da Alessandro un ragazzo della Fondazione.
Ancora una volta il gioco unisce, cancella le distanze, accoglie, diverte, insegna e fa crescere.. ... soprattutto dimostra che solo chi conserva la parte giocosa del bambino che era, può sognare e realizzare quei sogni, regalando sorrisi a chi ha molti incubi da dimenticare.
Nello stesso Centro sportivo, in un altro campo adiacente, da settembre, gli educatori della Coop.Oasi 2 accompagnano i ragazzi provenienti dal Centro di Accoglienza MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati), per farli divertire giocando a calcio, insieme ad un coach volontario dotato di tanta buona volontà.
All'inizio i ragazzi non avevano regole .. … e neanche scarpe, né pantaloncini .. … poi, passo dopo passo, senza mai mollare, l'allenatore Giovanni li ha messi in riga fino a farli diventare una vera e propria squadra, con uno stile di gioco, delle strategie e tanto fair play.
Dicono che le persone che incontriamo, la vita ce le metta davanti per insegnarci qualcosa.
Bene, leggete il prosieguo della storia e diteci se non è così.. ...
Sabato dopo sabato, la squadra dei commercialisti vede giocare i ragazzi di Oasi2 e si accorge che il gruppo assortito e disordinato di ragazzi in ciabatte, sta diventando sempre più Squadra.
Così decide di sostenerla, fornire le divise e regalare il sogno di giocare insieme una vera e propria partita, in un grande stadio.
Ora, non sappiamo se i ragazzi di Oasi2 si aspettassero questo finale, se abbiano mai giocato in un vero e proprio stadio, con l'erbetta morbida e verde. Sappiamo soltanto che venerdì 7 giugno è stata una festa per tutti noi perché allo stadio di Andria abbiamo disputato una partita ricca di emozioni in cui hanno vinto il Fairplay e l'entusiasmo contro il pregiudizio e l'emarginazione.
Il sindaco di Andria, dott.ssa Giovanna Bruno, insieme a suo fratello avv. Francesco Bruno, Presidente della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità, hanno fatto gli onori di casa e fortemente voluto che il calcio d'inizio fosse dato da Alessandro un ragazzo della Fondazione.
Ancora una volta il gioco unisce, cancella le distanze, accoglie, diverte, insegna e fa crescere.. ... soprattutto dimostra che solo chi conserva la parte giocosa del bambino che era, può sognare e realizzare quei sogni, regalando sorrisi a chi ha molti incubi da dimenticare.