Scuola e Lavoro
Parlar di pace, oggi? Un intenso incontro tra Rino Negrogno e i giovani della Parrocchia dello Spirito Santo
Lo scrittore e infermiere tranese è stato invitato da Davide Di Gregorio qualche giorno fa
Trani - martedì 30 gennaio 2024
11.50
Un incontro ad alta densità di emozione è avvenuto nella Parrocchia dello Spirito Santo tra Rino Negrogno, infermiere e scrittore, e un bel gruppo giovani, coinvolto in quello che si è snodato in un momento prezioso di confronto e condivisione. A volere e organizzare l'incontro Davide Di Gregorio, giovane educatore della stessa parrocchia che ha individuato in Rino un interlocutore ideale capace di comunicare e dialogare con i giovani non solo in virtù delle sue esperienze professionali e lavorative ma anche della sua estrema sensibilità e attenzione al mondo delle nuove generazioni. Un'esperienza raccontata in un testo pubblicato sulla sua pagina Facebook che riportiamo integralmente.
"Questa sera sono stato invitato da Davide Di Gregorio a un entusiasmante incontro con i giovani della parrocchia dello Spirito Santo sul tema della pace. È entusiasmante parlare con i giovani, e più sono giovani, più il cuore si riempie della speranza che le parole possano trovare un terreno fertile, che si possa seminare il più piccolo seme per contribuire alla nascita di un mondo migliore.
Davide mi ha invitato a parlare della pace partendo dalla mia esperienza lavorativa. All'inizio non mi sembrava potesse esserci un collegamento, invece, pensandoci bene, il collegamento c'era eccome.
Ho cominciato spiegando il mio imbarazzo nel parlare di pace in un momento storico segnato dalle varie guerre che imperversano nel mondo, del mio imbarazzo nel parlare di giorno della memoria in un momento in cui ricordiamo il male perpetrato, senza poter fare nulla per evitare che tutto quel male si ripeta ancora.
Ho detto: quando c'è una guerra, se si ascoltano le ragioni delle due controparti, sembrano aver ragione entrambi, e le ragioni sono così forti da sembrare, la guerra, un fatto inevitabile. Questa terra è mia devi andar via, no, questa terra è mia e devi andar via tu.
Ma come può essere una guerra giusta e inevitabile se porta a morire tante madri, tanti padri e tanti figli che in realtà vorrebbero solo vivere in pace e dare un futuro ai propri figli? Dunque non può essere giusta.
Ma poi ho anche pensato: Come faccio io, con quale coraggio, posso chiedere ai governanti di fare pace e andare d'accordo, se ieri ho litigato con il mio vicino di casa perché faceva un po' di baccano. Poi l'altro giorno ho litigato con mia madre perché mi ha chiesto di andare a fare la spesa per lei e io non ne avevo voglia. Una settimana fa ho litigato con un tale perché ha guardato con insistenza la mia donna. Anzi se volete sapere la verità, gli ho proprio tirato un pugno. È una bella contraddizione vero?
La pace dunque comincia da noi, dalle piccole cose, dal nostro modo di essere, dall'evitare le nostre piccole litigate in famiglia, a scuola, con gli amici. La prima cosa che dovremmo fare è cambiare il nostro modo di pensare per quanto riguarda il concetto di possesso. La mia donna, è un concetto completamente sbagliato. Dovremmo dire, e considerarla come verità, non la mia donna, ma la donna che io amo. Nulla è di nostra proprietà. Non è di nostra proprietà un'altra persona, noi possiamo solo amarla e condividere la nostra vita con lei, fino a quando è d'accordo, quando non è più d'accordo, ognuno per la sua strada, quella persona non è nostra, le abbiamo voluto bene e continueremo a volerle bene ma ognuno per la sua strada, amichevolmente.
Nulla è di nostra proprietà, una persona non è di nostra proprietà, una terra non è di nostra proprietà, è di tutti gli uomini, e gli uomini devono imparare a viverci sopra, a conviverci sopra, senza litigare, rispettando ognuno le idee, le tradizioni e la cultura dell'altro. Per concludere questa chiacchierata, ho detto loro, cos'è per me la pace?
La pace è quella condizione di quiete che si raggiunge quando vi è rispetto reciproco, delle idee, della cultura, della religione, delle tradizioni, quando vi è uno scambio reciproco delle nostre conoscenze, e un arricchimento che deriva da questo scambio, io conosco le tue tradizioni e tu le mie, ognuno rimanendo con le proprie. Infine, potremo sperare di raggiungere la pace quando elimineremo completamente dalla nostra esistenza il concetto di possesso: noi non possediamo nulla, né le persone, né le terre, noi amiamo le persone, e siamo soltanto ospiti su questa terra. Grazie Davide.
"Questa sera sono stato invitato da Davide Di Gregorio a un entusiasmante incontro con i giovani della parrocchia dello Spirito Santo sul tema della pace. È entusiasmante parlare con i giovani, e più sono giovani, più il cuore si riempie della speranza che le parole possano trovare un terreno fertile, che si possa seminare il più piccolo seme per contribuire alla nascita di un mondo migliore.
Davide mi ha invitato a parlare della pace partendo dalla mia esperienza lavorativa. All'inizio non mi sembrava potesse esserci un collegamento, invece, pensandoci bene, il collegamento c'era eccome.
Ho cominciato spiegando il mio imbarazzo nel parlare di pace in un momento storico segnato dalle varie guerre che imperversano nel mondo, del mio imbarazzo nel parlare di giorno della memoria in un momento in cui ricordiamo il male perpetrato, senza poter fare nulla per evitare che tutto quel male si ripeta ancora.
Ho detto: quando c'è una guerra, se si ascoltano le ragioni delle due controparti, sembrano aver ragione entrambi, e le ragioni sono così forti da sembrare, la guerra, un fatto inevitabile. Questa terra è mia devi andar via, no, questa terra è mia e devi andar via tu.
Ma come può essere una guerra giusta e inevitabile se porta a morire tante madri, tanti padri e tanti figli che in realtà vorrebbero solo vivere in pace e dare un futuro ai propri figli? Dunque non può essere giusta.
Ma poi ho anche pensato: Come faccio io, con quale coraggio, posso chiedere ai governanti di fare pace e andare d'accordo, se ieri ho litigato con il mio vicino di casa perché faceva un po' di baccano. Poi l'altro giorno ho litigato con mia madre perché mi ha chiesto di andare a fare la spesa per lei e io non ne avevo voglia. Una settimana fa ho litigato con un tale perché ha guardato con insistenza la mia donna. Anzi se volete sapere la verità, gli ho proprio tirato un pugno. È una bella contraddizione vero?
La pace dunque comincia da noi, dalle piccole cose, dal nostro modo di essere, dall'evitare le nostre piccole litigate in famiglia, a scuola, con gli amici. La prima cosa che dovremmo fare è cambiare il nostro modo di pensare per quanto riguarda il concetto di possesso. La mia donna, è un concetto completamente sbagliato. Dovremmo dire, e considerarla come verità, non la mia donna, ma la donna che io amo. Nulla è di nostra proprietà. Non è di nostra proprietà un'altra persona, noi possiamo solo amarla e condividere la nostra vita con lei, fino a quando è d'accordo, quando non è più d'accordo, ognuno per la sua strada, quella persona non è nostra, le abbiamo voluto bene e continueremo a volerle bene ma ognuno per la sua strada, amichevolmente.
Nulla è di nostra proprietà, una persona non è di nostra proprietà, una terra non è di nostra proprietà, è di tutti gli uomini, e gli uomini devono imparare a viverci sopra, a conviverci sopra, senza litigare, rispettando ognuno le idee, le tradizioni e la cultura dell'altro. Per concludere questa chiacchierata, ho detto loro, cos'è per me la pace?
La pace è quella condizione di quiete che si raggiunge quando vi è rispetto reciproco, delle idee, della cultura, della religione, delle tradizioni, quando vi è uno scambio reciproco delle nostre conoscenze, e un arricchimento che deriva da questo scambio, io conosco le tue tradizioni e tu le mie, ognuno rimanendo con le proprie. Infine, potremo sperare di raggiungere la pace quando elimineremo completamente dalla nostra esistenza il concetto di possesso: noi non possediamo nulla, né le persone, né le terre, noi amiamo le persone, e siamo soltanto ospiti su questa terra. Grazie Davide.