Vita di città
Franzoni di Trani, personale del 118 di nuovo in azione
Terzo ricovero in ospedale a causa del digiuno. Domani visita dei Radicali
Trani - giovedì 18 marzo 2010
L'ambulanza del 118 è di nuovo intervenuta in piazza della Repubblica dove è in atto lo sciopero della fame di una delegazione sindacale degli ex lavoratori della Franzoni Filati.
Alle 15, la quiete del posto è stata interrotta dal suono della sirena: il personale del 118 è entrato in tenda portando via un altro manifestante. E' il terzo malore che si registra da quando è cominciato il digiuno di protesta, il secondo oggi.
Domani, il segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, il deputato Radicale eletto nelle liste del PD Maurizio Turco e Giuseppe Simone incontreranno a Trani i sei lavoratori della Franzoni Filati in sciopero della fame e il segretario provinciale della Uilta Luigi Mesaroli. Nei giorni scorsi Mesaroli ha rivolto un accorato appello a Marco Pannella perché sostenga la loro lotta per il lavoro.
Intanto la Uil di Puglia e di Bari ha inviato una nota di pieno sostegno ai lavoratori della Franzoni Filati di Trani, che hanno avviato una iniziativa di lotta estrema come lo sciopero della fame, a cui fa seguito l'appello alle istituzioni affinché si trovi una soluzione equa. «La Uil aveva denunciato da tempo che sulla Franzoni si erano manifestati silenzi assordanti da parte delle istituzioni – dice il segretario generale, Aldo Pugliese – che sono stati solerti all'intervento pubblico e in silenzio di fronte al disimpegno di questa impresa, che impunemente ha utilizzato fondi pubblici per i capannoni e gli impianti. Ma nel frattempo si è già portata via gli impianti stessi e sta tentando di speculare sull'area. Tutto questo è accaduto sotto gli occhi della gente e sostanzialmente alla luce del sole, e la Uil è andata avanti con incessanti denunce. Imbattendosi in un complessivo colpevole silenzio».
Secondo Pugliese, «l'utilizzo degli ammortizzatori sociali non deve essere fine a se stesso, ma deve servire ad avviare un nuovo progetto industriale evitando speculazioni che abbiano ancora una volta ripercussioni sui lavoratori o sull'area. Considerando che siamo in una fase ancora di crisi a livello generale, e che gli indici di disoccupazione sono ancora elevati, è chiaro che ogni impianto industriale ha un valore irrinunciabile. Per questo, chiediamo alle istituzioni di applicare la regola della trasparenza e di condividere con noi l'obiettivo dell'occupazione. Ovviamente, questa fase va gestita senza strumentalizzazioni, ma ci attendiamo che tutti quelli che hanno responsabilità lavorino di concerto in una sola direzione perché si dia in tempi certi e brevi una risposta concreta ed occupazionale alla disperazione dei lavoratori».
Alle 15, la quiete del posto è stata interrotta dal suono della sirena: il personale del 118 è entrato in tenda portando via un altro manifestante. E' il terzo malore che si registra da quando è cominciato il digiuno di protesta, il secondo oggi.
Domani, il segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, il deputato Radicale eletto nelle liste del PD Maurizio Turco e Giuseppe Simone incontreranno a Trani i sei lavoratori della Franzoni Filati in sciopero della fame e il segretario provinciale della Uilta Luigi Mesaroli. Nei giorni scorsi Mesaroli ha rivolto un accorato appello a Marco Pannella perché sostenga la loro lotta per il lavoro.
Intanto la Uil di Puglia e di Bari ha inviato una nota di pieno sostegno ai lavoratori della Franzoni Filati di Trani, che hanno avviato una iniziativa di lotta estrema come lo sciopero della fame, a cui fa seguito l'appello alle istituzioni affinché si trovi una soluzione equa. «La Uil aveva denunciato da tempo che sulla Franzoni si erano manifestati silenzi assordanti da parte delle istituzioni – dice il segretario generale, Aldo Pugliese – che sono stati solerti all'intervento pubblico e in silenzio di fronte al disimpegno di questa impresa, che impunemente ha utilizzato fondi pubblici per i capannoni e gli impianti. Ma nel frattempo si è già portata via gli impianti stessi e sta tentando di speculare sull'area. Tutto questo è accaduto sotto gli occhi della gente e sostanzialmente alla luce del sole, e la Uil è andata avanti con incessanti denunce. Imbattendosi in un complessivo colpevole silenzio».
Secondo Pugliese, «l'utilizzo degli ammortizzatori sociali non deve essere fine a se stesso, ma deve servire ad avviare un nuovo progetto industriale evitando speculazioni che abbiano ancora una volta ripercussioni sui lavoratori o sull'area. Considerando che siamo in una fase ancora di crisi a livello generale, e che gli indici di disoccupazione sono ancora elevati, è chiaro che ogni impianto industriale ha un valore irrinunciabile. Per questo, chiediamo alle istituzioni di applicare la regola della trasparenza e di condividere con noi l'obiettivo dell'occupazione. Ovviamente, questa fase va gestita senza strumentalizzazioni, ma ci attendiamo che tutti quelli che hanno responsabilità lavorino di concerto in una sola direzione perché si dia in tempi certi e brevi una risposta concreta ed occupazionale alla disperazione dei lavoratori».