Vita di città
Franzoni Filati, i lavoratori iniziano lo sciopero della fame
Da lunedì una tenda in piazza della Repubblica
Trani - venerdì 12 marzo 2010
Alcuni ex lavoratori della Franzoni Filati cominceranno da lunedì lo sciopero della fame per protestare per il silenzio che è calato sulla vertenza che vede impegnati, senza grandi esiti, Governo e Istituzioni regionali. I volontari che hanno deciso di intraprendere questa iniziativa hanno annunciato l'intenzione di voler montare una tenda in piazza della Repubblica dando il via ad un'altra clamorosa forma di protesta dopo quella del dicembre scorso, quando una ventina di persone si arrampicarono sul campanile della chiesa di San Giuseppe.
Il tempo passa e nessuna novità significativa bussa alla porta degli ex lavoratori della Franzoni Filati di Trani. Gli impegni assunti dal Governo e dal Ministero dello sviluppo economico per ora restano sulla carta. L'ultima comunicazione è del 14 gennaio 2010, un comunicato diffuso dal sottosegretario Stefano Saglia, un impegno solenne per il reimpiego delle 150 persone in passato al servizio della Filatura e per il rilancio delle attività industriali a Trani. In quel documento, Saglia annunciava che era stato predisposto un gruppo di lavoro per concretizzare il percorso di reimpiego per i lavoratori ex Franzoni e per rilanciare il sito con soluzioni industriali di ampio respiro che dovevano tener conto delle vocazioni produttive del territorio.
Dal 14 gennaio ad oggi, il comunicato non è stato seguito da atti concreti. Scartata la possibilità di locare a Trani un'azienda specializzata nella realizzazione di grattacieli rotanti (gruppo Gedi), si stava seguendo una seconda strada riconducibile al settore dell'energia. A che punto siano le trattative nessuno lo sa ed è per questo che gli aderenti al sindacato della Uilta hanno deciso di riunirsi per capire come tradurre, concretamente, l'esigenza di una risoluzione definitiva e duratura della vertenza, con la consapevolezza che la cassa integrazione in deroga sta per terminare e che, da luglio, non vi saranno più ammortizzatori sociali che tengano.
Luigi Mesaroli, segretario provinciale della Uilta Uil, si è detto molto preoccupato: «Alle promesse non sono ancora seguiti fatti concreti. Da dicembre non ci sono stati più incontri, non abbiamo ricevuto notizie di particolari sviluppi delle trattative, con grande frustrazione per chi aspetta di conoscere il suo destino. In ballo c'è il destino di 150 lavoratori, non roba da poco. Il caso della Franzoni Filati ha valicato i confini della Regione ed è diventato una barriera per l'intero territorio che non ha bisogno di elemosina o di fantasiose iniziative commerciali, ma di un serio progetto industriale per contrastare un livello di crisi che ha raggiunto dei livelli oltremodo preoccupanti».
Il tempo passa e nessuna novità significativa bussa alla porta degli ex lavoratori della Franzoni Filati di Trani. Gli impegni assunti dal Governo e dal Ministero dello sviluppo economico per ora restano sulla carta. L'ultima comunicazione è del 14 gennaio 2010, un comunicato diffuso dal sottosegretario Stefano Saglia, un impegno solenne per il reimpiego delle 150 persone in passato al servizio della Filatura e per il rilancio delle attività industriali a Trani. In quel documento, Saglia annunciava che era stato predisposto un gruppo di lavoro per concretizzare il percorso di reimpiego per i lavoratori ex Franzoni e per rilanciare il sito con soluzioni industriali di ampio respiro che dovevano tener conto delle vocazioni produttive del territorio.
Dal 14 gennaio ad oggi, il comunicato non è stato seguito da atti concreti. Scartata la possibilità di locare a Trani un'azienda specializzata nella realizzazione di grattacieli rotanti (gruppo Gedi), si stava seguendo una seconda strada riconducibile al settore dell'energia. A che punto siano le trattative nessuno lo sa ed è per questo che gli aderenti al sindacato della Uilta hanno deciso di riunirsi per capire come tradurre, concretamente, l'esigenza di una risoluzione definitiva e duratura della vertenza, con la consapevolezza che la cassa integrazione in deroga sta per terminare e che, da luglio, non vi saranno più ammortizzatori sociali che tengano.
Luigi Mesaroli, segretario provinciale della Uilta Uil, si è detto molto preoccupato: «Alle promesse non sono ancora seguiti fatti concreti. Da dicembre non ci sono stati più incontri, non abbiamo ricevuto notizie di particolari sviluppi delle trattative, con grande frustrazione per chi aspetta di conoscere il suo destino. In ballo c'è il destino di 150 lavoratori, non roba da poco. Il caso della Franzoni Filati ha valicato i confini della Regione ed è diventato una barriera per l'intero territorio che non ha bisogno di elemosina o di fantasiose iniziative commerciali, ma di un serio progetto industriale per contrastare un livello di crisi che ha raggiunto dei livelli oltremodo preoccupanti».