Territorio
«Futuro segnato, a Trani solo un ospedale territoriale»
Giovanni Gorgoni insiste «Futuro inevitabile». Il dg della Asl tiene la barra dritta: «Serve una svolta culturale»
Trani - domenica 29 gennaio 2012
15.58
Giovanni Gorgoni, direttore generale della Asl Bat, interviene subito nel Consiglio comunale convocato per discutere il futuro dell'ospedale. Il dg tiene la barra dritta e spiega la sua idea di sanità nella nostra Provincia ed a Trani. «Ho profondo rispetto per i timori dimostrati da questa comunità nei confronti della struttura ospedaliera. Siamo di fronte a un futuro inevitabile contro cui poco possiamo fare. Abbiamo una sola possibilità per affrontare il futuro: anticiparlo, prevederlo, muoverci per tempo per creare delle alternative possibili».
Gorgoni parte dall'esame della bozza del piano di riordino ospedaliero che la direzione aziendale strategica della Asl ha presentato in Regione. «Lo preciso ancora. Quella che ho presentato è una bozza. Ho cercato di anticipare i tempi e aprire spazi di discussione. Sul piano nazionale stanno definendo un patto di stabilità che prevederà la chiusura di ospedali sotto i 120 posti letto. Per questo vi chiedo cautela sulla valutazione della bozza proposta che dovrà ancora essere discussa anche sul tavolo regionale. Oggi dobbiamo confrontarci sulle alternative possibili: l'ho già detto in altre occasioni ma è necessario soffermarsi sul dato importante che oggi un assistito su tre è un cronico e assorbe l'80 per cento delle risorse destinate alla salute. L'ospedale non è la risposta al loro bisogno di salute. Dobbiamo pensare un'alternativa».
Gorgoni spiega l'idea per Trani: «Nell'incontro del 15 ottobre non ho mai parlato di chiusura dell'ospedale di Trani ma ho proposto una sua rivitalizzazione. Ho proposto un ospedale territoriale: è quello che tra qualche anno tutte le amministrazioni comunali vorranno avere. A Trani abbiamo appena riattivato i lavori del pronto soccorso, dimostrazione che non si ha la volontà di chiudere a chiave il nosocomio. Vogliamo rimettere in piedi questo ospedale, dandogli una veste nuova, una nuova vitalità. Stiamo lavorando sulla possibilità di far partire subito i day service: si tratta di interventi chirurgici che fino ad ora sono fatti in regime di ricovero e che troverebbero migliore trattamento con modelli organizzativi più snelli e che invece troppo spesso perdiamo perché qui non si fanno. Stiamo inoltre lavorando sulla possibilità di portare a Trani la medicina di famiglia e non escludo che si possa tornare a nascere qui, in una struttura non più ospedaliera ma territoriale. E' necessario, chiaramente, un cambiamo culturale importante che richiede coraggio. Stiamo proponendo una alternativa inedita capace davvero di anticipare i tempi».
Gorgoni parte dall'esame della bozza del piano di riordino ospedaliero che la direzione aziendale strategica della Asl ha presentato in Regione. «Lo preciso ancora. Quella che ho presentato è una bozza. Ho cercato di anticipare i tempi e aprire spazi di discussione. Sul piano nazionale stanno definendo un patto di stabilità che prevederà la chiusura di ospedali sotto i 120 posti letto. Per questo vi chiedo cautela sulla valutazione della bozza proposta che dovrà ancora essere discussa anche sul tavolo regionale. Oggi dobbiamo confrontarci sulle alternative possibili: l'ho già detto in altre occasioni ma è necessario soffermarsi sul dato importante che oggi un assistito su tre è un cronico e assorbe l'80 per cento delle risorse destinate alla salute. L'ospedale non è la risposta al loro bisogno di salute. Dobbiamo pensare un'alternativa».
Gorgoni spiega l'idea per Trani: «Nell'incontro del 15 ottobre non ho mai parlato di chiusura dell'ospedale di Trani ma ho proposto una sua rivitalizzazione. Ho proposto un ospedale territoriale: è quello che tra qualche anno tutte le amministrazioni comunali vorranno avere. A Trani abbiamo appena riattivato i lavori del pronto soccorso, dimostrazione che non si ha la volontà di chiudere a chiave il nosocomio. Vogliamo rimettere in piedi questo ospedale, dandogli una veste nuova, una nuova vitalità. Stiamo lavorando sulla possibilità di far partire subito i day service: si tratta di interventi chirurgici che fino ad ora sono fatti in regime di ricovero e che troverebbero migliore trattamento con modelli organizzativi più snelli e che invece troppo spesso perdiamo perché qui non si fanno. Stiamo inoltre lavorando sulla possibilità di portare a Trani la medicina di famiglia e non escludo che si possa tornare a nascere qui, in una struttura non più ospedaliera ma territoriale. E' necessario, chiaramente, un cambiamo culturale importante che richiede coraggio. Stiamo proponendo una alternativa inedita capace davvero di anticipare i tempi».